SPORCHI DA MORIRE – un film-documentario sul “pericolo” inceneritori

sporchi da morire

Il regista indipendente Marco Carlucci ha girato un film-documentario che narra il viaggio dell’attore-scrittore Carlo Martigli nel mondo delle nano particelle e delle polveri sottili. Attraverso un montaggio di immagini di video presenti in internet che si alternano a veri e propri reportage esclusivi realizzati in varie parti del mondo, Sporchi da morire è un viaggio virtuale che diventa fin troppo reale al cospetto di un problema drammatico come quello dell’inquinamento causato dagli inceneritori; problema devastante per il presente così come per le future generazioni come spiega nel film il professor Stefano Montanari, scopritore delle nanoparticelle che con sua moglie, la dottoressa Antonietta Gatti, si batte da anni contro la costruzione e l’uso degli inceneritori. Ad accompagnarli in questa loro battaglia numerosi medici non solo italiani che continuano a sfornare dati e ad impegnarsi in studi e ricerche, riunendosi in comitati che contano decine di migliaia di nominativi; ma dei loro studi nessuno ne parla, e Sporchi da morire dimostra come in Italia personaggi politici propongano al paese questi impianti come unica possibile soluzione allo smaltimento dei rifiuti, fiancheggiati da grandi nomi della scienza così come da noti volti della tv che assicurano che gli inceneritori non fanno male. Il film-documentario nasce principalmente per porre alcune domande: è vero che gli inceneritori fanno male? – perché in Italia si continuano a costruire questi impianti mentre nel resto del mondo si stanno smantellando? – quali sono i rischi concreti per la salute? – quali sono i danni provocati da micro e nanoparticelle? – quali sono le possibili alternative? Le istituzioni di un paese civile dovrebbero essere capaci di rispondere a queste domande assumendosi le responsabilità di ciò che fanno: la visione di Sporchi da morire conferma i dubbi sulle “non risposte” date e sulle decisioni che in questi anni gli amministratori pubblici hanno preso eludendo, forse ignorando, le possibili conseguenze degli inceneritori sulla salute pubblica.

 

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