Questa classifica non è rappresentativa dell’intera stagione italiana, ma è solo una direzione venuta fuori dal confronto redazionale. Il tempo quest’anno ci come passato addosso, e tra un cappotto e uno short siamo arrivati alla fine dell’anno tentando di fare una delle cose peggiori che ci tocca a questo mondo, classificare il tempo e ordinare le emozioni coi numeri. Non ci piace, però ci ha divertito.
I MIGLIORI ALBUM ITALIANI
#20
Fuzz Orchestra / Morire Per La Patria
#19
Herself / Herself
#18
Franco Battiato / Apriti Sesamo
#17
Uochi Toki / Idioti
#16
Werner / Oil tries to be water
#15
Maria Antonietta / Maria Antonietta
“Chi l’ha detto che una studentessa in Beni Culturali non può avere un animo da vera rocker?! Letizia Cesarini, in arte Maria Antonietta, classe 1987, con quel suo visetto angelico e gli occhi un po’ assonnati, si è alzata dai banchi dell’università, ha scritto, cancellato e riscritto di sè e di tutti coloro che non riducono l’istruzione ad un pezzo di carta. Cappottino leopardato, caschetto rosso, rigorosamente spettinato, due tatuaggi coloratissimi che le ricoprono il braccio destro e uno stile pazzesco e difficilmente imitabile” (Ilaria Del Boca)
#14
OfflagaDiscoPax / Gioco di società
L’ennesimo affresco del nostro paese, un disco di parole e suoni, che ci lega alla nostra terra, senza minimamente preoccuparsi di scomodare la tradizione nazional-popolare. Per quello, si sa, abbiamo ancora Sanremo. (Salvatore Sannino)
#13
Fine Before You Came / Ormai
#12
Diaframma / Niente di serio
Dopo trent’anni è apprezzabile che Fiumani sia ancora in grado di scrivere delle attese del desiderio, di emozionarsi con le sue creazioni e di riprodurre il batticuore di un ventenne d’oggi. In “Vivo così” è descritto un amore puro, scanzonato, una dedica leggera, senza pressioni. (Ilaria Del Boca)
#11
Father Murphy / Anyway Your Children Will Deny It
#10
Umberto Maria Giardini / La dieta dell’imperatrice
#9
Drink To Me / S
#8
Lo Stato Sociale / Turisti della democrazia
#7
Boxeur The Coeur / November Uniform
Boxeur the Coeur spiazza, rivelando tutta la sua poliedricità, si allontana dal “già sentito” di cui spesso l’indie italiano viene tacciato e regala un lavoro articolato e ricco di interessanti spunti. “November Uniform” si presenta così come un album privo di provincialismi (Mario Esposito)
#6
ManzOni / Cucina Povera
“Cucina Povera” dei ManzOni è un’opera che si nutre di quei dettagli dimenticati che stanno in sordina e che ogni tanto vengono fuori, è un’opera che profuma di ricordi e nostalgie, di istantanee tanto semplici, quanto difficili da raccontare. Appare in totale controtendenza con la musica che gira nel nostro paese. (Salvatore Sannino)
#5
Afterhours / Padania
Padania è un lavoro ispirato ed eclettico, che restituisce al nostro paese la genuinità di una band che ancora trova il coraggio di mettersi in discussione, non adagiandosi sugli allori, ma facendo della sperimentazione il marchio di fabbrica con cui, da anni ormai, continua ad emozionarci. (Salvatore Sannino)
#4
Cosmetic / Conquiste
“Conquiste” nel suo essere shoegaze, genere proveniente dal Regno Unito di ampio respiro e dalle commistioni più svariate, ha un’innata psichedelia, ritmi frenetici, voci perlate e sussurrate, fremiti discontinui, chitarre sottilmente celate in esplosioni ataviche, testi immediati che riprendono in parte lo stile del parlato, senza però sottomettersi a brutture anti-letterarie. (Ilaria Del Boca)
#3
Amor Fou / Cento giorni da oggi
“Cento giorni da oggi” è un disco del presente: lo racconta con il suo stesso linguaggio e tutte le sue limitazioni. E’ destinato a vivere per una stagione, finchè non passeranno di moda Saviano, le storie sull’igienista dentale, il post-berlusconismo e i post sui Social network. (Salvatore Sannino)
#2
Dimartino / Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile
Una delle più belle sorprese del 2012 è proprio lui, ancora lontano dai riflettori accecanti, per questo svincolato dalle convinzioni, un vate che rimescola sensazioni reali, che si sciolgono in bocca come un’arancina o uno sfincione. Un disco poetico nel suo essere privo di elegia , la disarmante impressione che l’armonia e l’equilibrio siano proprio lì fuori dalla finestra. (Ilaria Del Boca)
#1
Colapesce / Un meraviglioso declino
La semplicità di ritrovare parole come ‘occhi’ – in questo ventunesimo che potrebbe usare sinonimi come cerchi luminosi di pupille addobbati a rayban fantochic – è quasi spiazzante nel duemilaedodici: a pochi passi dalla fine del mondo sarebbe bello tornare a parlare come la prima umanità, usare occhi e capelli, nuda e cappotto. E’ questa la via di fuga da I barbari annunciata da Urciullo? (Giovanna Taverni)