Simone Fiorucci
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Apritore seriale e di blog e di parentesi, si vanta di averle chiuse tutte. Non solo le parentesi, anche i blog. A volte parla di sè in terza persona per una banale questione di disturbo della personalità. O forse perché crede fermamente che noi siamo quel che facciamo finta di essere e che quindi dovremmo fare più attenzione a quello che facciamo finta di essere.

Il più bel concerto dei Mogwai

La band di Stuart Braithwaite, all’Estragon di Bologna, mette in scena l’ennesimo spettacolo pressochè perfetto di una carriera ventennale. Ieri come oggi.

Beck – Colors

La felicità improvvisa di Beck, buon per lui. Un disco patinato che cerca di traccia in traccia la sua personale “Get Lucky”. Senza trovarla.

Torres – Three Futures

La pubertà musicale di Mackenzie Scott, quella fase della carriera in cui scopri il tuo corpo e inizi a giocarci. Senza perdere né la freschezza dell’infanzia né le promesse dell’età adulta.

UNKLE – The Road: Part 1

James Lavelle rimane da solo al timone del suo ventennale collettivo musicale e gli effetti della cosa sono tutt’altro che deleteri.

Ben Frost – Threshold of Faith

La collaborazione tra il musicista australiano e Steve Albini dà risultati insperati. O forse esattamente quelli che avremmo dovuto aspettarci.

Complicata essenzialità: Thom Yorke e Jonny Greenwood incantano lo Sferisterio di Macerata

Prevenire sarebbe meglio che curare, ma curare è sempre meglio di niente. Come i due membri dei Radiohead sono riusciti a lenire le ferite delle zone terremotate.

Foster The People – Sacred Hearts Club

I Foster The People arrivano al loro terzo album con lo status conclamato di fenomeno da billboard e sempre meno idee in testa. O forse troppe. Sicuramente, ben confuse.

(Mai) chiudere il cerchio: la lezione degli Arcade Fire

Chiudere il cerchio senza dover per forza tornare sui proprio passi: gli Arcade Fire ci insegnano che è possibile. Cronaca del loro live al Firenze Summer Festival.