Stamattina sono stato raggiunto da una notizia di merda.
Il Circolo degli Artisti, che d’adesso in avanti chiamerò semplicemente Il Circolo, è stato sequestrato.
Nel leggere un titolo del genere, la mia fantasia da prima mattina difficile, ha subito fabbricato l’immagine di militanti dell’ISIS intenti a tenere sotto assedio l’ingresso di via Casilina vecchia e magari distruggere le spillatrici di birra del giardino perchè rappresentazioni di un dio fasullo (dicono loro). Naturalmente la cosa lì per lì non mi ha impensierito, perchè ho subito immaginato anche schiere di combattenti con la barba lunga, le Clarks ed i capelli alla cazzo di cane difendere il loro diritto al rimorchio del giovedì sera con una tenacia degna degli analoghi meno hipster di Kobane. Dopotutto è quello che avrei fatto io se ancora fossi stato a Roma.
Pare che purtroppo l’ISIS non c’entri nulla e che invece di lunedì mattina (tempistica di merda non c’è che dire) Carabinieri e Polizia abbiano messo i sigilli al Circolo per reati di varia natura. Ora senza entrare nel merito di cose che mi auguro non siano state commesse, per capire l’effetto che la notizia ha avuto per il sottoscritto immaginate se vi avessero detto appena svegli che il vostro compagno di banco del liceo avesse preso l’ergastolo per duplice omicidio.
Commesso con l’acido.
Si trattava di due bambini.
Down.
Sensazione sgradevole, trovate?
Sì, perchè il Circolo è stato un pezzo importante dei miei ultimi dieci anni e come per me per un sacco di altri fulminati.
Per carità negli ultimi anni la serata Screamadelica del sabato si era infighettita tanto da essere esclusa a priori dai programmi per la serata, ma il mercoledì o il giovedì ci si poteva andare anche a occhi chiusi.
Quando ci sono arrivato la prima volta, fuori era ancora tutto in disordine, il giardino non era assolutamente come adesso (ma c’erano già il maggiolone e le sculture futuristiche), diciamo pure che era tutto molto approssimativo, ma dentro ci suonavano i Mudhoney (in realtà la prima prima volta c’erano i Velvet, no non Underground, fui lasciato dalla mia ragazza e quindi giurai di non rimetterci più piede lì dentro, ma da tempo ho deciso che quella serata non è mai esistita) e la sala principale era così piena che la gente per respirare qualche minuto faceva stage diving tra indumenti che volavano. Per un ragazzo appena arrivato dalla provincia meridionale, fu uno shock. E mi piacque così tanto che da allora per gli anni a venire, andandoci anche tre volte a settimana, ci ho visto i gruppi più disparati; dalle novità che venivano fuori dai fermenti nostrani ai mega artisti internazionali. Ci sono stati tanto i Cappello a Cilindro, quanto Hercules and Love Affair, tanto Fujiha&Myihagi, quanto Joan as a Police Woman, ma ricordo ancora i Gatto Ciliegia Contro il Grande Freddo, i Julie’s Haircut ora come apertura agli Xiu Xiu, ora con Damo Suzuki e Sonic Boom, ed il cui cantante era il bersaglio di Tono metallico standard degli Offlaga Disco Pax; o almeno così mi disse Max Collini dopo un concerto indovinate dove? Anche Mark Lanegan, nominato nella stessa canzone, l’ho visto al Circolo (ed ho anche provato a fotografarlo su pellicola, quando iniziavo a girare per i concerti con la macchina fotografica).
Tanti sono stati anche i gruppi interessanti visti e poi scomparsi come gli Studiodavoli oppure gli Arab Strap di cui vidi l’ultimo meraviglioso tour.
Per poco persi questo
Tante anche le collaborazioni che quelli del Circolo facevano all’esterno (una su tutte quella che portò i Sonic Youth che suonavano Daydream Nation al teatro di Ostia Antica).
Potrei andare avanti per ore, anche senza andare a vedere i tanti biglietti che ho conservato, perchè sostanzialmente basta pensare ad un gruppo che per me ha rappresentato qualcosa e sono sicuro che nel 90% dei casi l’ho visto al Circolo. Tanto in molti casi ci si andava ad occhi chiusi. Se c’era un concerto sicuramente doveva essere interessante.
Bene, tutto questo oggi è stato chiuso.
Va bene, è vero, questo è molto vicino ad uno sfogo poco oggettivo, va bene, pare che ultimamente non andasse più come una volta, va bene anche che io stesso non ci mettevo piede da un bel po’, ma che volete, io al mio compagno di banco tutto sommato volevo bene.