Ci eravamo presi una pausa, scusate. Riprendiamo a distillare, a cadenza bisettimanale (che il tempo è poco) le uscite che più ci fanno volare; per questa nuova prima puntata, abbiamo selezionato pezzi dell’ultimo mese o giù di lì.
Moin – C’Mon Dive
Difficile selezionare un solo pezzo di questo magnifico album dove il post-hardcore assume una visceralità, un corpo ribollente (grazie anche alle percussioni di Valentina Magaletti). Indecisi fra Guess It’s Wrecked (recuperatela) e C’Mon Dive scegliamo quest’ultima, un sermone gospel se il coro fossero i Fugazi.
Good Sad Happy Bad – After.Spirit
Torna il gruppo di Mica Levi con un disco dolcissimo che sa tanto di coming-of-age: i trenta, i figli, la nostalgia, giovani ma non più e viceversa. After.Spirit riassume queste sensazioni agrodolci con una ballata VHS che sembra uscire da qualche diapositiva di quella volta, in vacanza, boh dov’era.
DjRUM – Frekm, Pt.2
Si può mescolare ambient techno fatta di bolle con bonghi e low end dubstep? Si, certo, ma solo se ci includiamo anche dei flauti a trasportare il tutto in qualche club nei sobborghi di una delle città invisibili di Calvino. Anno domini: 3000.
Lechuga Zafiro – Botellharpa
Un concept album di musica da club basato sulle rane. Questo pezzo ha una componente anfibia, di acqua densa, melmosa ma fluo, qualcosa di profondamente inspiegabile ma irresistibile. Un 4/4 sopra il quale si spalma una tavolozza iperrealista, uno stagno dipinto da Bacon. Disco incredibile.
DNGDNGDNG – Agita2
Altro banger da club. Ritmo dembow dove un campionamento vocale funge da elemento percussivo (insieme a dei clap). Poi, una linea di synth che pare un serpente amazzonico che si ritrae e attacca senza un disegno, in modo imprevedibile e minaccioso. Grande prova del duo peruviano.
Deena Abdelwahed, Nick Léon, Julmud – Mangrove
Un disco collettivo curato dalla storica Hannah Elsisi basato sul tema della diaspora. Un’operazione internazionalista che trova sintesi perfetta in questo brano, dove l’elettronica industrial dembow di Léon si combina con accenti nordafricani. Un pezzo esponenziale.
Voice Actor, Squu – Barbara
Vieni per lo spoken word, vera cifra stilistica del duo Voice Actor, rimani per la seconda metà della canzone, un collage hyperpop di melodie indimenticabili, un segnale FM confuso che sovrappone tutte le tue canzoni preferite di cui non conoscevi l’esistenza.
Dawuna – Poppin’
Un pezzo di un minuto e mezzo che condensa il D’Angelo più lo-fi e alcuni accenni efebici di Prince. Una canzone che sembra contenerne almeno tre: dal rimpianto al canto d’amore alla sensualità, e in un attimo è finita.
Ci risentiamo fra due settimane, intanto mettete like alla playlist Spotify qui sotto! Abbracci.