Spring Attitude nomen omen. In una giornata dove il meteo è venuto incontro all’evento, prima con un sole leggero e poi con una serata fresca e serena proprio come primavera vuole, si è svolta la data della rassegna che ha visto sul palco Stolen Nova in apertura e i La Femme come gruppo di punta per il tour che accompagna la pubblicazione del loro ultimo lavoro Rock Machine.
Sotto i pini dell’EUR a Roma ad aprire la serata, con un tramonto ancora incompleto, è Stolen Nova, progetto dell’eccentrico Josh Landau che si presenta con una formazione minimale fatta di chitarra e batteria. La proposta è quella di un rock fresco che non ha però il timore di attingere dal passato, Landau è un virtuoso dello strumento e i brani presentano assoli piuttosto lunghi per gli standard odierni, che sicuramente mirano ad un ascolto più immediato. I due musicisti si presentano con un look animalier composto da una giacca leopardata con una acconciatura Zappiana per ciò che riguarda Landau (baffo compreso). La musica è coinvolgente e la risposta del pubblico è positiva tra accompagnamenti ritmici con le mani e i primi movimenti sul posto. Landau è un tipo sui generis e lo si nota anche dal modo estetico con cui affronta i passaggi più virtuosi dello strumento (con tanto di sfoderamento della chitarra dietro la testa). Si capisce sin da subito il legame presente tra Stolen Nova e quello che sarà il gruppo di punta della serata, con Landau che carica il pubblico a più riprese per il piatto forte.

Se l’apertura serve a scaldare non si può dire che il progetto Stolen Nova non sia riuscito nell’intento, il pubblico ha cantato, ballato e giusto il tempo di recuperare una birra dagli stand dell’Eur Social Park che si fa ora dei La Femme. Sacha Got, Marlon Magnée, Sam Lefèvre Noé Delmas, Fanny Luzignant e Ysé Grospiron, tra elementi storici e new entry, salgono sul palco per trasformare la location romana in una rockoteca. Il termine è abbastanza sciocco, ma mi è stato suggerito origliando una conversazione in uscita dove un ragazzo si è espresso dicendo ad un compare “è stato come mettere insieme il rock e la discoteca, ma meglio“. I componenti del gruppo si presentano ognuno in un proprio stile, gli uomini tutti muniti di occhiali da sole (che diverse persone del pubblico indosseranno anche a tarda serata per l’intensità delle luci) mentre le componenti femminili sembravano come uscite da La Chinoise di Godard, se questo fosse stato girato nel 2025. I componenti riempiono il palco in maniera totale, tra corse con tamburelli in mano e tastiere portate in giro come chitarre elettriche. Tastiere che ovviamente la fanno da padrone in questa proposta di indietronica ibrida che vive di uno splendido equilibrio strumentale ed atmosferico, ottima è infatti anche la distribuzione della scaletta che sa bene quando smuovere il pubblico e quando placare gli animi oltre ad affrontare praticamente tutti i periodi della discografia della band.

Gli effetti luminosi sono sgargianti e le grafiche non esclusivamente legate alle copertine degli album, come ad esempio durante “Où va le monde” dove grazie alla proiezione integrale del testo il pubblico si è lanciato in un canto appassionato, momento ripetutosi in “Cool Colorado” che grazie al suo ritornello di non-parole ha generato un coro accompagnato da un’onda di braccia che si è protratta sino allo sfumare del brano.
A rinsaldare l’impressione del forte rapporto tra gli artisti citato in precedenza vi è inoltre l’apparizione sul palco di Josh Landau il quale attraverso le sue incursioni ha portato il virtuosismo chitarristico all’interno delle ritmiche elettroniche dei francesi.
Le ritmiche elettroniche impresse dalla band scatenano letteralmente il pubblico, la serata è mite e nessuno si stanca di ballare e muoversi sino ad arrivare ad organizzare un circle durante le battute finali di “Sur La Planche 2013“. La situazione palco nel finale si fa sempre più delirante tra bassi usati come arma, benedizioni papali alla folla e discesa finale nel pogo per un abbraccio finale da parte del pubblico sulle note conclusive di I Believe in Rock and Roll.

I La Femme hanno messo in piedi uno spettacolo babelico per gli intrecci linguistici delle loro liriche, offrendo uno spettacolo in crescendo (altra testimonianza dal pubblico il commento “la cosa bella è che sono una meglio dell’altra!). I La Femme inoltre confermano il loro piazzamento all’interno della scena internazionale, il pubblico presente all’Eur Social Park era infatti assolutamente variegato, con un forte richiamo verso i giovani stranieri della Capitale per quella che da ormai oltre dieci anni si propone essere una delle rock band di punta della scena transalpina.