L’esordio alla regia di Alissa Jung ha per protagonista Leo, un’adolescente tedesca che vive con la madre una vita apparentemente tranquilla, fino a quando non viene sconvolta dalla rivelazione dell’identità del padre grazie a un video trovato su internet. A causa del lavoro della madre, che la tiene lontana da casa per un fine settimana, Leo (Juli Grabenhenrich) riesce a scappare in Italia, senza che la sua assenza venga notata, e raggiunge il padre, Paolo (Luca Marinelli), che si mantiene gestendo un bar sulla riviera romagnola.
Leo non ha un piano ben preciso in mente, solo una lista di domande da porre al padre come in un’intervista per capire chi sia lui, ma soprattutto chi sia lei veramente. La realtà è, purtroppo, molto diversa da quella che la ragazza si immaginava: il padre ha avuto un’altra figlia, Emilia, è nel mezzo di una separazione burrascosa con la madre della bambina e il bar non versa nelle migliori condizioni. Leo e Paolo provano a costruire un rapporto nel poco tempo che hanno a disposizione, ma se Leo si aspettava qualcuno pronto ad accettare la sua esistenza, Paolo manifesta in ogni modo possibile quanto non sia pronto a ritrovarsi ad avere una figlia adolescente che gli rimprovera mancanze e, soprattutto, indisponibilità emotiva.
La riviera romagnola d’inverno, con il suo aspetto desolato e freddo, offre uno scenario perfetto per evidenziare la distanza tra padre e figlia. Anche attraverso il dialogo con Edoardo, il garzone del minimarket che effettua tutti i giorni le consegne al bar di Paolo, Leo trova il conforto e l’aiuto necessario ad affrontare per la prima volta la presenza di un padre nella sua vita – padre che, per sua stessa ammissione, non era pronto a prendersi la responsabilità di crescere Leo quando era nata e che forse non è pronto nemmeno ora.
Tra Leo e Paolo è lei che dimostra di avere più maturità emotiva, di essere pronta, anche solo in parte, ad affrontare la realtà di un padre rimasto ragazzo e che non riesce a prendersi le proprie responsabilità in nessuno dei suoi rapporti affettivi.
Paternal Leave non è solo una storia di formazione di un’adolescente che si pone le più comuni domande sulla propria identità, ma è anche la storia di formazione per un padre che, forse, è finalmente giunto al bivio dove deve decidere se diventare adulto o rimanere ancorato al suo sé ventenne libero dalle preoccupazioni.
a cura di Ilaria Carpentieri