L’altra notte, senza nessuna apparente ragione, ha iniziato a essere visitatissimo un pezzo sul sito: No, un film sul Cile di Pinochet.
È chiaro che ci sia venuto in mente fosse successo qualcosa: uno spot in televisione, un servizio sul Cile, insomma perché le persone usavano tutte quella strana chiave di ricerca (“no film cile” , “film referendum cile”), di notte tra l’altro? Un paio di giorni dopo si scopre che Saviano da Santoro ha parlato di quel film.
Ci sono due cose quindi che paiono abbastanza chiare: una è il potere delle parole di Roberto Saviano (già!), l’altra è che le persone subiscono l’effetto della pubblicità. Nonostante viviamo in un’epoca di sovraesposizione ai messaggi, scegliamo quello che ci sembra più affascinante (del resto oggi siamo anche sovraesposti alle persone, milioni di facce parlanti che girano sui social, che sembrano quasi una lettera di presentazione).
Ci sarebbero diverse considerazioni da fare, ma è noioso anche solo pensarle, quello che è importante è che ci sono contenuti che restano nascosti, e altri che improvvisamente impennano, grazie al passaparola di internet e altre variabili. Prima si comprava tutto il pacchetto insieme, sulla fiducia, il giornale intero: oggi ogni contenuto è immerso in una bastarda lotta di sopravvivenza. Tutti contro tutti. Ovviamente così ci perdiamo il piacere per l’insieme e il resto delle cose, perciò vi consiglio – quando leggete L’indiependente – di sfogliarlo, e restarci sopra qualche minuto, non perché sia convinta che ne valga la pena, ma perché non ha senso altrimenti.