10 canzoni di Nick Drake che vorremmo portare dappertutto

Sono passati 40 anni da quel maledetto 25 Novembre in cui Tanworth-in-Arden perse il suo poeta e il suo cantore, Nick Drake. Ammazzato da un’eccessiva dose di antidepressivi nella sua casa di famiglia, con accanto il profetico libro di Albert Camus, Il mito di Sisifo (il cui incipit è piuttosto emblematico: “Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: il suicidio“), e nello stereo I Concerti Brandeburghesi di Bach.

Talento del songwriting, con sconfinato genio creativo, ricordiamo Nick Drake con dieci canzoni che ci viene voglia di portare ovunque. La discografia di Drake è breve e complessa, così ricca di capolavori che sceglierne dieci sarà difficile, ma ci proviamo lo stesso.

1. Pink Moon

Il 1972 (due anni prima di morire) è l’anno del terzo album di Nick Drake, Pink Moon, che parte proprio con l’ormai famosissima apertura di chitarra di Nick che celebra la luna rosa. Se vuoi entrare dentro la poesia di Nick Drake devi partire dalla luna. Sono gli anni in cui Nick vive la sua inquietudine più profonda, torna a Tanworth in famiglia fuggendo da una Londra che non l’ha capito dopo l’uscita di Bryter Layter (storpiatura dell’inglese che indica l’espressione “brighter, later“, sereno più tardi).

2. Northern Sky

Ci sono ben due brani in Bryter Layter dove Nick Drake si avvale della collaborazione di John Cale dei Velvet Underground, Fly e questa meravigliosa perla che è Northern Sky. “I never saw moons knew the meaning of the sea” canta Nick con la sua chitarra, accompagnato da un Cale che anni dopo ammise l’uso di eroina durante il periodo della registrazione. Tutti scommettevano sul grande successo dell’album, tuttavia all’epoca vendette meno di 3.000 copie, frustrazione che portò Nick alla depressione. Restano fissi nella memoria i suoi versi

Would you love me for my money? Would you love me for my head? Would you love me through the winter? Would you love me ‘til I’m dead?

3. Time has told me

Il primo album di Drake, Five Leaves Left, fu registrato a Londra dopo che i Fairport Convention avevano procurato a Nick un’audizione col produttore Joe Boyd. Boyd rimase però estremamente deluso dall’incapacità del cantautore di esibirsi in pubblico per promuovere il suo album.

Uno dei limiti era la lunga operazione di accordatura della chitarra tra una canzone e l’altra, che finiva per annoiare il pubblico in sala: ma si sa che una delle caratteristiche dei pezzi di Nick sono proprio i cambi di accordatura. L’album si apre con un pezzo bellissimo, i cui versi sono altrettanto belli:

Time has told me / You’re a rare rare find / A troubled cure / For a troubled mind

4. Hazey Jane I

Chi è la misteriosa Jane che compare per tutto il canzoniere e nella mente di Nick Drake? Se in Toughts of Mary Jane, tratta dal primo album, qualcuno ha letto semplicemente un’ode alla marijuana, la ricomparsa di Jane nelle due Hazey di Bryter Layter, più l’ultimo inedito di Drake uscito recentemente dal titolo “Reckless Jane“, ci fanno pensare a una vera e propria donna, immaginifica o reale che fosse.

Del resto è difficile credere che misteriosi versi come: ”Let’s sing a song For Hazey Jane / She’s back again in my mind’‘ (da Hazey Jane II) non siano rivolti a qualcuno. Ed è difficile credere che Nick Drake abbia scritto qualcosa di così furioso senza una donna in testa.

5. I was made to love magic

Nell’86, postumo, esce l’album Time of No Reply, una raccolta del canzoniere di Drake che contiene anche degli inediti. Con I was made to love magic Nick Drake racconta tutto il travaglio di essere poeta, seguendo la scia dei grandi poeti inglesi che cantano il vento:

Sono nato per amare la magia / per conoscere tutta la sua meraviglia / ma tutti voi avete smarrito quella magia / molti, molti anni fa

6. At the chime of a city clock

Uno dei pezzi più evocativi di Nick Drake è sicuramente questo At the chime of a city clock, accompagnato dal sax di Ray Warleigh. Un testo degno di Bob Dylan, rime sparse, e la solita voce che ci culla:

But at the chime of a city clock / Put up your road block / Hang on to your crown. / For a stone in a tin can / Is wealth to the city man / Who leaves his armour down

7. From The Morning

Now we rise / And we are everywhere” è l’epitaffio sulla tomba di Nick Drake a Tanworth-In-Arden, tratto dall’ultima canzone di Pink Moon, From The Morning. Il singer-songwriter che ha ispirato un’intera mitologia, morì il 25 Novembre 1974 per un’overdose di antidepressivi. La sorella commentò così la sua prematura scomparsa:

Non credo che Nick volesse uccidersi, credo che le cose siano andate più o meno così: Nick ha vuotato la boccetta di pillole nella sua mano e se le è messe in bocca dicendo a se stesso: «al diavolo, se muoio pace, se non muoio da domani sarà tutto diverso.»

8. River Man

Per Nick Drake questo era il cuore del primo album, e viste le atmosfere cupe della musica (grazie anche agli arrangiamenti di Harry Robinson e Robert Kirby) e le parole criptiche del testo non fatichiamo a credergli. River Man racconta e scava l’uomo Nick Drake in tutta la maledizione che si porta dietro.

9. Know

Con Know la sintesi dell’opera di Nick Drake arriva a un suo estremo, fatto di movimenti blues e semplicità incarnata del sound della chitarra. Il testo è feroce e brevissimo:

Know that I love you / Know I don’t care / Know that I see you / Know I’m not there

Tutto il resto è un mugugno.

10. Milk and Honey

Nick Drake, da grande musicista quale fu (chitarrista che si improvvisava anche pianista), nel corso degli anni ha registrato anche diverse cover: da Don’t think twice It’s Alright di Bob Dylan ad alcune canzoni tradizionali inglesi. Abbiamo scelto questa canzone di Jackson C. Frank reinterpretata dalla sensibilità di Drake. Registrazione molto lo-fi, voce che sembra venire fuori da un altro mondo.

 

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