Adriano Viterbini ci racconta il nuovo album Film O Sound

Lo scorso 23 Ottobre è uscito per Bomba Dischi il nuovo disco di Adriano Viterbini, Film O Sound. Messi in pausa i Bud Spencer Blues Explosion (che torneranno in studio, state tranquilli), Viterbini ci ha mostrato ancora una volta il suo talento da chitarrista solista e ricercatore di suoni, avvalendosi di collaborazioni importanti come Bombino, Alberto Ferrari dei Verdena, Enzo Pietropaoli, Fabio Rondanini dei Calibro 35. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare il nuovo album.

Cominciamo subito parlando di questo tuo secondo disco solista, Film O Sound, che dimostra ancora una volta come tu sia uno dei migliori chitarristi italiani. Raccontaci il disco dal punto di vista della tua chitarra.

Anzitutto grazie, devo dire che per me suonare la chitarra è una cosa che mi fa star bene e una continua scoperta. Non riesco mai a fermarmi proprio perché sono affamato di ricerca di soluzioni diverse, e mi piace esplorare e sperimentare cose nuove. Questo nuovo disco è strumentale, tranne un brano dove canta Alberto dei Verdena: per il resto la chitarra è la voce di queste canzoni. Su questo album ho cercato di esaltare un modo di suonare la chitarra che non è quello più tecnico, ma una ricerca di sonorità che rendesse la musica piacevole all’ascolto. Il risultato è molto affascinante, mi son fatto aiutare da Marco Fasolo dei Jennifer Gentle alla produzione, che ha saputo ascoltare tutte le mie opinioni e idee, e rimescolare assieme alla sua capacità. Il disco si divide tra rivisitazioni di alcuni brani del passato e miei pezzi musicali.

Hai usato un proiettore a bobine degli anni ’40 per ricercare il suono. Come funziona?

L’ho usato per amplificare il suono della chitarra, perché ha un suono perfettamente trasparente, e per lo slide è perfetto per me perché riesce ad avere una dinamica ideale per il suono che cercavo.

Il disco vanta diverse collaborazioni come Bombino, Alberto Ferrari dei Verdena, Enzo Pietropaoli, Fabio Rondanini dei Calibro. Sono riusciti ad arricchire il tuo sound?

Certo, se non ci fossero stati loro probabilmente il disco avrebbe suonato molto diversamente. La loro esperienza, le note che hanno suonato, rendono il disco molto più affascinante, e io sono davvero orgoglioso di queste collaborazioni, di queste ospitate di amici. In realtà durante le pause dei concerti dei Bud Spencer Blues Explosion io non mi fermavo mai e continuavo a suonare, per piacere e diletto con altri amici, tra cui appunto Bombino, Enzo, i Verdena, Fabio Rondanini, e mi son detto perché non mettere insieme tutte queste esperienze in un disco? E così ho fatto.

Come mai hai scelto un pezzo di Sam Cooke, Bring It On Home To Me, da reinterpretare in coppia con Alberto Ferrari?

Mi sembrava una bella sfida quella di rivisitare un pezzo soul cantato da una voce contemporanea come quella di Alberto. Non sono un fan del revival, di chi rifa i pezzi del passato o assume una posa molto retrò, a me piace portare le cose ad oggi. E secondo me, rifare un brano del genere – che adoravo, cantato da uno dei miei cantanti preferiti italiani, che ha una voce estremamente soul nell’accezione più contemporanea possibile, mi sembrava perfetto.

La tua chitarra spazia dalla vecchia tradizione folk e blues alla psichedelia e alla world music, il disco sembra rispecchiare queste tue passioni.

Sì, sì, è inevitabile. Al di fuori del mio gruppo, i BSBE, adoro tanta musica, e quando sono da solo è inevitabile per me esplorarla, cercare di avvicinarmici con molto rispetto, farla un po’ mia. Questo mi fa star bene, per me va considerato che la cosa più importante è quella di fare buona musica. Questo è quello che mi piace fare nella vita: suonare, registrare, viaggiare il più possibile, confrontarsi con musicisti, cercare di imparare, entrare in altri linguaggi.

Usi una Fender piuttosto personalizzata, ci racconti come curi il tuo rapporto con la chitarra? 

Per me è fondamentale una continua ricerca del suono giusto. Per suono intendo il timbro vocale, la mia voce, come se fosse un dialetto. Io credo che le parole siano importanti per esprimere il proprio pensiero, avere più parole a disposizione e dirle nel modo giusto è importante nella comunicazione tra gli esseri umani. E credo che anche per i musicisti sia importante trovare il proprio suono, il proprio linguaggio, per potersi esprimere al meglio, perché altrimenti è tutto potenziale inespresso che non trova il veicolo musicale adatto. E io sono alla ricerca continua del suono che possa esprimere al meglio quello che mi passa per la testa. Questa cosa probabilmente è iniziata quando ero un po’ più piccolo, la chitarra la adoro proprio, è una passione prima di tutto, io mi diverto quando suono. Faccio musica e mi diverto, questa è la mia vita.

Adriano Viterbini al Vasto Siren Festival 2014, Seppino Di Trana

Com’è stato collaborare con Fabi Silvestri e Gazzé?

Considera che io son romano, e sono cresciuto un po’ col mito di Daniele Silvestri, Niccolò e Max Gazzè. E poi loro sono quelli un po’ più grandi di me, che ce l’hanno fatta, e poterci suonare insieme è stata una grande soddisfazione, un attestato di stima il fatto che mi abbiano chiamato nel loro tour a suonare la chitarra. Mi ha fatto bene allo spirito, e ho conosciuto delle persone meravigliose e artisti incredibili, un’esperienza che ricorderò sempre.

Intanto invece i Bud Spencer Blues Explosione sono in pausa.

Sì, una bella vacanzona!

Avete in progetto qualcosa o meno?

Ma sai, un gruppo ha bisogno ogni tanto di farsi una vacanza, riprendere le energie e poi spaccare. Per noi è fondamentale fare musica di qualità, per farla abbiamo bisogno di cercare nuovi modi di esprimere la nostra energia. Quando avremo le idee chiare ci mettiamo sicuramente in studio e non usciamo più per almeno un anno e mezzo, e poi cacciamo fuori un disco.

Perfetto. Adesso invece inizierà il tour di presentazione di Film O Sound.

Abbiamo fatto un giro meraviglioso coi Verdena, una decina di giorni a suonare, e ci siamo divertiti da pazzi, è stata una vera crociera rock. Ho suonato anche due pezzi con loro in concerto e ci siamo proprio divertiti, bella musica. Ora mi farò un giro, almeno un paio di mesi per l’Italia, per presentare questo disco, in formazione con Ramon Caravaglio alle percussioni, Monterisi alla batteria e il mio amico musicista Francesco che suonerà i synth.

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