7 soggettivi consigli su come gestire le vostre foto su Facebook

La rete è piena di blog, post, studenti di Scienze della Comunicazione che insegnano come utilizzare Facebook e tutto il resto.

Ho anche provato a seguire le loro dritte, per un certo periodo, ma non poter cambiare status se non in pausa pranzo o il divieto di superare le 3 righe nei commenti mi stava trasformando in un Teletubby. Per cui no, questo non è un pezzo che vuole catechizzare sull’utilizzo dei social network. Sono solo 7 soggettivi consigli su come gestire le foto su Facebook affinché i vostri amici non si accorgano che:

N.B. Mentre scrivo questo post, il vate del Vesuvio pubblica alcuni scatti sul suo profilo. Se non avete voglia o tempo di leggere il resto, qui e qui troverete validi exempla delle foto da evitare.

Il copyright

Avete una Canon spaziale, con obbiettivi progettati dalla NASA, per acquistarla non avete pagato l’ennesima rata del mutuo. E siete anche dei discreti fotografi. Se volessi un paparazzo a documentare le mie vacanze, chiamerei certamente voi.

Ma non siete Cartier-Bresson. E neanche il fotografo ufficiale della Prima Comunione di vostro cugino.

Perciò continuate a pubblicare scatti d’autore, ma levate quel © e il vostro nome dall’angolo in basso a sinistra nella foto. Prometto che non ve la pirato.

La torre di Pisa

Non ho nulla contro chi passa le proprie vacanze a scattare foto che si vorrebbero simpatiche.

Ogni tanto mi lascio abbracciare dallo scoramento quando vedo un 40enne mentre, in spiaggia al tramonto, prende in mano il sole. Ma cerco di non pensarci.

Il gelo scende su di me solo se mi imbatto nelle foto dei turisti che, a Pisa, fingono di sorreggere la torre. Soprattutto nel caso in cui posino con l’espressione di sufficienza di Robin Thicke l’altra sera.

La tecnologia in mano alle masse. Qualcosa su cui riflettere a lungo.

L’occhio della madre, la carrozzella col bambino

I bambini appena nati si assomigliano tutti. Non vedo perché rovesciare su Fb 94 foto del vostro pargolo. E mi chiedo anche quando inizierete a sentirvi a disagio.

Forse sarebbe giusto non immortalare il bebè mentre ciuccia la tetta di sua madre, soprattutto dopo aver accompagnato alla porta gli amici in visita perché “l’allattamento è un momento molto intimo”. Così come eviterei di creare un album sul primo attacco epilettico del pupo, andato in cortocircuito a suon di flash e reiterati “sorridi al papà!”.

Mi domando spesso, quando guardo i miei, come si sarebbero comportati se fossi nato nel 2011. E ogni volta preferisco non rispondermi.

Le foto ubriache

Guardo con stima chi si lascia taggare con il naso sporco di cocaina, mentre vomita la cena del giorno prima o con in bocca le tette della migliore amica della sua ragazza.

Mi sembra sintomo di grande onestà.

Basta che poi, quando nell’arco di un paio d’anni inizieranno a fioccare gli stati del single involontario (“Voglia di coccoleeeeeee!!!! <3”, la pubblicazione ossessiva de “L’amore pensato” di Gazzè, le foto del gatto) qualcuno gli ricordi le responsabilità che in tutto questo hanno quelle immagini in cui sta strisciando per terra con i pantaloni sporchi di piscio.

La redazione de L’Indiependente vi consiglia di attivare il controllo preventivo sui tag

selfies

Essere sempre critici è brutto, e in questo caso stupido. I selfies sono il lascito culturale di Netlog. Oltre che una forma d’arte pluricentenaria.

Photoshop

A meno che non vogliate utilizzare il vostro profilo come réclame per ricchi sauditi a caccia di figa-senza-velo, vi sconsiglio di schiarirvi i denti con Photshop.

Così come non conviene togliere i brufoli dalla foto di copertina, se avete un volto più devastato di Nagasaki il 10 agosto ’45 e intendete incontrare qualcuno anche nella vita reale.

In ogni caso, qualora vogliate davvero adibire il profilo a showroom delle vostre tette, non siate timide e mostratecele per intero.

Gente che si diverte

Sarà che la mia idea di serata spassosa sottintende il rapido sopravvenire dell’impossibilità di reggere saldamente in mano qualsiasi cosa (con le conseguenti foto mosse e pareti del bagno sporche), però non riesco a capire come si trovi il tempo di divertirsi quando si passa la sera a fotografare lo spasso altrui.

Se proprio volete imprimere nella rete i vostri momenti migliori (e sperare che qualcuno vi invidi), cercate su eBay un amico astemio, munitelo di fotocamera e non pensateci più.

 

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