Le mele di Turing invaderanno l’omofobia di Putin

Soundtrack: Bill Fay – Jesus, Etc. [Here]

Ai tempi di Galileo si affermava che i testi « Stette fermo il sole in mezzo al cielo e non si affrettò a calare quasi un giorno intero» (Giosuè 10,13) e « Hai fondato la terra sulle sue basi, mai potrà vacillare» (Salmi 104,5) fossero una confutazione adeguata dalla teoria copernicana

– Alan Turing, Computing Machinery and Intelligence, Mind 59 (1950), pagina 443


Alan Turing, quando ingerì la mela avvelenata grazie alla quale si suicidò all’età di 44 anni, era un perseguitato. Aveva, in effetti, un po’ i modi del perseguitato: sempre lì, con la schiena curva sulle sue strane macchine a far chissà cosa, guardingo, a trafficare con i suoi giocattoli al silicio, colmo di sudore e di lavoro per poter affermare baggianate che non avrebbero portato a nulla.

Peccato che quel nulla ci ha portati dove siamo oggi. Se oggi possiamo progettare intelligenze artificiali, computer superveloci e altre avanguardie tecnologiche lo dobbiamo proprio a quel tipo strano. Quell’omosessuale lì. Sì perché Alan Turing era gay. Un gay con la fila a lato, con il camice bianco. Uno scienziato. Uno che ha cambiato tutto.

Alan, in un malaugurato giorno in cui decise di rovinarsi la vita, denunciò un amico per un furto che gli avrebbe commesso in casa. Mentre si recava, convinto delle proprie ragioni, nelle sedi di polizia, nel parlamento inglese si discuteva riguardo la proposta di poter abrogare il reato di omosessualità. Perché c’era un reato? Certo che c’era: finché le membra venivano toccate vicendevolmente da due individui appartenenti a sessi opposti, nessun problema; nel caso contrario la pena era severa, anzi severissima. Perché? Qualcuno lo sa? Io ancora non sono riuscito a trovare una spiegazione che abbia un qualche fondamento “logico”, se non quella della volontà di poter comandare il corpo altrui: né più né meno che sopraffazione di stato, il delirio del potere.

In quell’occasione, durante la denuncia, Turing rivelò il suo orientamento sessuale forte del fatto che la legge sembrava dover essere abrogata e in sua difesa (di fronte all’insistenza della polizia britannica) disse soltanto che «non scorgeva niente di male nelle sue azioni». Sapete che gli successe per questo atto di coerenza, di coraggio e, forse, di ingenuità? Gli somministrarono la castrazione chimica: questo lo rese impotente, gli fece sviluppare il seno e poco tempo dopo lo condusse alla depressione e al suicidio.

Un momento.

Proviamo un attimo a fermarci.

Chiudiamo gli occhi. Immaginiamo cosa faremmo noi di fronte ad una “castrazione chimica”. Concediamoci un secondo per sentire il dolore, fisico e psicologico; per guardare il nostro corpo che cambia nella maniera in cui non ci saremmo mai aspettati. Proviamo ad immaginare l’ago che arriva sotto pelle. Tentiamo, anche per un solo istante, di immaginare un luogo, presumibilmente un ospedale vuoto, freddo, bianco, spoglio, umido e che puzza di aceto e di alcool, nel quale ci stendono su un lettino e ci somministrano l’impotenza per via endovenosa, in nome di una qualche strana volontà dello Stato.

Pensiamo al corpo che muta. Pensiamo alle svariate disfunzioni.

Rimpiangiamo le possibilità di amore che non ci saranno mai più.

Con cosa si può rimpiazzare l’amore nella vita?

Voi al suo posto, cosa avreste fatto? Avreste vissuto sapendo di non poter più amare?

Oggi in Russia, Vladimir Putin ha varato una legge per la quale non si potrà fare nemmeno “propaganda gay”. Propaganda eh. Ha usato proprio il termine “propaganda”, come se la decisione individuale dei propri orientamenti sessuali possa essere un partito da sponsorizzare: chiunque ne parlerà potrebbe incorrere in una multa di circa quindicimila euro. Si potranno vietare manifestazioni, concerti, eventi, film, opere teatrali e qualunque cosa possa richiamare anche da lontano l’omosessualità. Nessuno probabilmente metterà più in scena Oscar Wilde. Nessuno parlerà più nemmeno di Alan Turing però… però potranno tutti comprare l’I-Phone, nuovo surrogato della tecnologia, meglio di Alan Turing, più sano, più pulito, più cool: Steve Jobs non era certo un omosessuale (che diamine!).

Intanto, quei pochi che oggi sono scesi in piazza per protestare contro la decisione di Adolf Vladimir Stalin Putin sono stati manganellati e arrestati, oltre ad essere insultati, bastonati e presi a sputi anche dagli estremisti della Chiesa Ortodossa. Chissà cosa ne penserebbe quello lì di Nazareth di fronte ad una scena del genere. Per carità, non voglio qui entrare nel merito del Vangelo né usarlo per fare retorica, però non dovremmo forse immaginarcelo – sto parlando sempre di quello lì di Nazareth – come esempio di amore immortale ed infinito verso l’umanità (nelle rappresentazioni collettive almeno)? Non è anche questa umanità? No? E se non lo è? Se l’omosessualità fosse davvero una malattia che “degenera” l’umano, come sostengono molti nell’omofoba Russia, Hitler non avrebbe avuto forse ragione ad attuare il programma “Aktion T4” ai bei tempi? Erano azioni contro malattie genetiche anche quelle tutto sommato. Si evitava la “degenerazione” del popolo tedesco, mica niente.

Sì lo so. Non è forse eccessivo paragonare Putin ad Hitler e con loro metterci dentro anche la Chiesa Ortodossa? Prima di oggi non lo avrei mai fatto ma ora mi sembra tutto così collegabile. In Russia si ritornerà alla omosessualità clandestina, un po’ romantica, forse, ma psicologicamente insostenibile. Alan Turing ingerì la mela avvelenata come riferimento alla favola di Biancaneve che aveva sempre amato fin da bambino, togliendosi la vita per l’ingiustizia subita e per la conseguente depressione che lo aveva colto. Questo accadde per colpa di uno Stato che metteva il naso non nei problemi economici dei disoccupati, ma negli affari dei genitali altrui, volendo sapere, guardare, indignarsi per poi Comandare e Legiferare!

Avvelenare una mela.

Deglutirla.

Morire.

Tutto ciò era insostenibile nell’Inghilterra degli anni cinquanta, figurarsi nella Russia degli anni duemiladieci, dove si scambia l’omosessualità per una malattia genetica, e si guarda al sacro-santo diritto di fare ciò che si vuole del proprio corpo come un’offesa alla religione: con tutto il dovuto rispetto, io questa grave offesa ancora devo capire dove sia, chi si offende? Dio forse?

Mi auguro solo che quest’anno, in Russia, il raccolto di mele vada a male.

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