I 10 Papi più papabili dopo Papa Ratzinger

 

Il Vaticano non è un paese per vecchi. Il papa lascia il Soglio di Pietro e in fondo ok, ci può stare, poteva andargli peggio, perché di solito di papato si muore. Ci voleva papa Ratzinger per rovinare il proverbio.

Non si sa ancora come interpretare le ultime parole di Benedetto. Della serie vado in pensione, largo ai giovani, preferibilmente efebi, oppure, chissà, lascio a causa degli scandali, dei complotti o della profezia di Malachia.

In attesa del prossimo libro di Dan Brown ci tocca sorbire le prime serate con Socci, Nuzzi, Mancuso, vaticanisti di qualsiasi testata e pure Roberto D’Agostino in tutte le reti tv.

Come cancellare la campagna elettorale con un colpo di spugna e seppellirla sotto le trending topics di Twitter. Aspettatevi la contromossa shock di Berlusconi che a sto punto in molti sperano possa essere una di quelle cose in stile Yukio Mishima. Giusto così, per prendere consensi dall’estrema estrema destra o dalla lobby gay.

Nel frattempo è esplosa una prevedibile e nevrotica isteria. Il toto-papa impazza e pure noi, gettandoci nella tonnara di cazzate, proviamo a formulare qualche ipotesi.

Berlusconi

Ratzi lascia dopo le elezioni, che sia solo un caso? Silvio rinuncerà ai bunga bunga per il soglio di Pietro?

Don Matteo

Per una vaticanizzazione completa del palinsesto Rai.

Milingo

Sarà vero? Dopo Miss Italia aver un papa nero? In attesa di un eventuale vincitore della coppa d’Africa, a me piace ricordarmelo così.

Mourinho

In rotta con i Blancos potrebbe far tornare il Vaticano nella vetta d’Europa. Dopo il triplete con l’Inter sono molti i porporati che credono nel miracolo.

Zeman

Non si esclude lo scambio di panchine tra la Roma e Benedetto XVI.

Don Gallo

L’unico in grado di battere il record del pontificato di Stefano II.

Giovanardi

Giusto per rendere il Vaticano un orinatoio LGBT.

Saviano

Dalla Rai all’Angelus in piazza. Più che una strategia politica o un rebranding, una questione di opportunità logistica.

Il Commissario Rex

Candidatura spinta dal Manifesto.

Il Nano di Game of Thrones

A quanto pare il papato è infestato di congiure e orge. Un ginepraio nel quale il Nano di Game of Thrones si sentirebbe a suo agio. Inoltre sarebbe il terzo mezzuomo di potere in Italia dopo Silvio Berlusconi, Renato Brunetta e Giancarlo Magalli.

Gli outsiders

Gerry Scotti

Il primo papa divorziato che benedice l’italiano medio dai canali mediaset. Potrebbe essere un buon surrogato di Silvio, più gradito alla comunità internazionale e all’elettorato democristiano.

Don Mazzi

Perché rappresenta quella giusta mistura tra carriera umanistica, filosofica, teologica, psicanalitica, televisiva e lotta alla tossicodipenza che ci vorrebbe per un papato 2.0. Ha pure salvato l’anima di Sara Tommasi.

Beppe Bigazzi

Perché l’hanno fatto fuori senza un motivo e Biagi è morto. Inoltre è ancora senza un impiego, malgrado ci sia qualcuno che dice abbia aperto una trattoria nel vicentino.
(questa la capiscono solo i veneti)

Nanni Moretti

Non è riuscito a rottamare la sinistra, può avere una seconda chance con la Chiesa. E poi il suo ultimo film è tornato di moda.

Claudia Koll

Giusto per dare un segnale forte verso l’instaurazione del sacerdozio femminile. Lei o la Binetti, solo che la Koll potrebbe incontrare la preferenza dei giovani papa boys che non ci vedono più dalla fame.

Pippo Franco

Perché uomo timorato di Dio e fine scrittore, proprio come Joseph Ratzinger. La stessa cosa varrebbe anche per Paolo Brosio, paraculato dalla lobby delle vecchie e dei pellegrini di Medjugorje, con l’aggravante di incontrare l’opposizione di Emilio Fede.

Fiorello

Perché tutti dicono che è il più bravo.

Erich Priebke

Perché è uno degli ultimi rimasti.

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