MUORE LA THATCHER, MA IL LIBERISMO NON HA I GIORNI CONTATI

 

 ” Se una donna come Eva Peron senza ideali può arrivare così lontano, pensa quanto lontano posso andare io con tutti gli ideali che ho.” (Margaret Thatcher)

Personaggio controverso, purosangue inglese, Margaret Thatcher ci ha lasciato lo scorso 8 Aprile , e si accompagna alla sua scomparsa una caterva di polemiche. La Lady di Ferro aveva 87 anni, pare naturale chiedersi come mai tutta questa attenzione ancora oggi. Pensare che il Guardian, a quasi una settimana dalla morte dell’ex primo ministro inglese, riporta ancora notizie di proteste anti-thatcheriane a Londra. Già a caldo, il capo dei minatori inglesi David Hopper aveva commentato la notizia della scomparsa delle vecchia donna inglese così: ”E’ un grande giorno”, ricordando la violenza che negli anni ’80 la Lady di Ferro aveva usato contro le proteste del sindacato inglese.

Sul New Yorker Jon Lee Anderson azzarda un parallelismo tra la Thatcher, il poeta Pablo Neruda, e il dittatore cileno Pinochet: proprio negli stessi giorni in cui moriva the lady, veniva infatti riesumata la salma del poeta cileno, sostenitore di Allende, prima del colpo di stato del generale Pinochet. Lo stesso Pinochet che venne definito un vero democratico dalla Thatcher (pare sorseggiassero wishky assieme regolarmente durante gli incontri, appianando divergenze, e gestendo la guerra nelle Falklands).

Anche sul funerale diverse le ironie, a partire da Ken Loach. Il regista ha commentato così la morte di M. T. : ”per onorarla privatizziamo il suo funerale”. La Thatcher fu la paladina del liberismo economico britannico, anti-socialista convinta (in diverse interviste e dichiarazioni definì il socialismo come un male reale, oppressore dell’individuo, ovviamente senza tener conto di quanto fosse oppressiva una dittatura come quella di Pinochet). Naturale che sia al centro di un dibattito che ancora oggi è vivo e fa sentire i suoi strascichi reali sulle singole vite. Il legame che stipulò con Ronald Reagan fu alla base di profonde trasformazioni dell’economia mondiale, creando un trend che apriva alla fase liberalizzazione a tutto campo: tanto profonde furono queste riforme che Romano Prodi ha anche commentato la morte della Thatcher in modo abbastanza tranchant, affermando che siano stati Reagan e la Lady di Ferro in combutta durante i gloriosi anni ’80 ad essere i responsabili della crisi mondiale odierna (le cose sono un tantino più complesse di così). Molto più approfondita l’analisi di Paul Krugman sul NYTimes. Degli anni ’80 rimangono alla memoria tre parole d’ordine che hanno svincolato man mano lo stato dal mercato: deregulation, privatizzazione e tagli alle spese pubbliche; parallelamente alla crescita del mito negativo socialista (che in America si fa ancora tanto sentire da essere una minaccia viva persino alla sanità pubblica).

Nel suo libro Il prezzo della disuguaglianza il premio Nobel Joseph Stiglitz analizza i riflessi di queste politiche liberiste negli Stati Uniti di oggi, e in che modo sia cresciuta la disuguaglianza sociale grazie a un mercato lasciato a se stesso, tanto da aizzare le proteste di Occupy Wall Street e la dinamica del 99% contro l’1%.

Intanto Marc Almond ha creato imbarazzo in Uk con una canzone che è salita nei primi posti delle classifiche britanniche, vendutissima su Amazon, omaggio al contrario a Margaret Thatcher, dal titolo The witch is dead (la strega è morta), liberamente tratta dal Mago di Oz. La BBC è imbarazzata a tal proposito: trasmetterla o meno? Intanto la trovate qui sotto.

 

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