Kasabian – For Crying Out Loud

Dopo averci giocato un brutto scherzo posticipando l’uscita dell’album di una settimana per evitare la concorrenza dei Gorillaz, anche i Kasabian si sono uniti ai tanti nomi che hanno pubblicato il nuovo disco in questo speciale 5 maggio.

For Crying Out Loud è il sesto lavoro in assoluto della band di Leicester, a distanza di tre anni da 48:13 e di quasi sei da Velociraptor, l’album che li portò alla tanto agognata fama internazionale. Già, perché una della caratteristiche che ha da sempre contraddistinto lo spirito di Sergio Pizzorno e compagni è proprio quella folle ambizione di spaccare il mondo e raggiungere tutti gli obiettivi possibili e immaginabili, quello stimolo particolare che li ha sempre spinti a dare il massimo per migliorarsi e diventare grandi: oggi si può dire tranquillamente che quei tipetti arroganti (che nel 2004 pretendevano già di essere i migliori con il loro solo disco d’esordio) grandi lo siano diventati veramente e l’energia dei loro concerti lo dimostra volta per volta.

L’album è composto da dodici tracce di cui abbiamo già potuto ascoltare tre singoli prima della pubblicazione, ovvero Comeback Kid (incluso nella soundtrack di Fifa 17), You’re In Love With A Psycho e Are You Looking From Action?. Anche la prima traccia III Ray (The King) in realtà è stata spesso suonata nelle ultime performance e sicuramente è da collocare tra i brani più meritevoli del disco grazie alla solita perfetta combinazione tra le voci di Meighan e Pizzorno e a quel favoloso bridge disco-funk che sembra riprendere qualcosa da Treat, contenuto nel lavoro precedente 48:13.

Due tracce del tutto inedite sono invece la terza e la quarta, rispettivamente Twentyfourseven e Good Fight: entrambe piene di chitarre ruvide e rumorose, costituiscono probabilmente il momento più vivace e frizzante del disco, davvero due belle sorprese per i fans di vecchia data dei Kasabian che magari non hanno apprezzato la svolta elettro-pop di 48:13. L’altra chicca devastante la troviamo subito dopo come quinta traccia, si chiama Wasted ed è molto interessante perché a primo impatto potrebbe sembrare un po’ troppo pop per i loro standard, ma con un ascolto più acuto si riesce chiaramente a comprendere la grandezza di questo pezzo e ad apprezzarne a pieno le melodie. Provare per credere.

Subito dopo la vivacissima Comeback Kid entriamo in un clima decisamente più pacato e a tratti anche noioso rispetto alla prima parte del disco: la pop song The Party Never Ends è probabilmente la meno brillante di tutte, Are You Looking For Action?  è una totale sperimentazione lunga 8 minuti che parte bene con un bel giro di basso iniziale ma si perde in melodie poco orecchiabili e che non cozzano al meglio tra esse, mentre All Through The Night è un altro pezzo pop che di sperimentale ha ben poco.

Tuttavia solo questi tre brani costituiscono l’unica parte un po’ sottotono dell’album: l’undicesima traccia Bless This Acid House è probabilmente la migliore di tutte, una di quelle canzoni che avrà sicuramente fatto impazzire chi ha potuto assistere ai loro primi live di qualche settimana fa, e anche la dodicesima nonché ultima Put Your Life On It ha un sound molto gradevole e dei bellissimi cori nei ritornelli.

In generale, si può dire che For Crying Out Loud abbia soddisfatto a pieno le aspettative di quella parte di pubblico vecchia guardia che non ha gradito la troppa elettronica presente in 48:13,  segnando una sorta di ritorno alle origini con la solita voglia di sperimentare e osare.

 

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