Enciclopedia della donna: l’aggiornamento romanzato di Valeria Parrella

Valeria Parrella, scrittrice, ha creato un mucchio di personaggi. Amanda, la protagonista e voce narrante di Enciclopedia della donna, aggiornamento (Einaudi editore), il suo ultimo lavoro, non consente mezze misure, o la ami o la odi. Ha la determinazione e l’ironia di Clelia in Lettera di dimissioni (ho voluto bene a Clelia) ma non ricorda nessuna per sfacciataggine.

Amanda: cinquantatré anni, napoletana, docente di architettura, due figli e un matrimonio naufragato per un misto di insicurezza e narcisismo del marito che un giorno ha sorpreso entrambi oltre il confine tra il lavoro e il letto, allontanandoli. Beve cocktail Martini, è colta, spigliata, bella e pensa che il sesso sia un divertimento, una vera goduria, al netto di romanticismo, spacconeria o misticismo. A chi le dice che avere a che fare con lei è come trattare con un uomo, risponde che no, che è femmina in ogni cellula e si piace pure parecchio.

Samantha Jones della serie tivù Sex and the City e Isadora Wing di Paura di volare, il romanzo cult di Erica Jong, la accoglierebbero ben volentieri. È convinta che le donne farebbero bene a tenersi alla larga dagli intellettuali, preferendo, invece, manovali, meglio se accessi da una passione sindacalista. Ed ancora: se una donna ha la fortuna di trovare uno che le incatena la fantasia, non deve far altro che frequentarlo, frequentarlo, frequentarlo.

Conosciamo Amanda nel momento in cui si mette all’opera per aggiornare l’Enciclopedia della donna, volume che negli anni Sessanta, prima del femminismo, conteneva, a detta di esperti incontestabili, tutto quel che una giovinetta doveva conoscere per stare degnamente al mondo. Su questa bibbia socio-culturale Amanda ci si sedeva sopra da piccola, a pranzo e a cena, per arrivare a toccare il tavolo. Mentre per lei era un cuscino, per sua nonna era un trofeo, un contenitore di verità, costato anni ed anni di paziente collezionismo, rilegature comprese.

A distanza di tempo, in un presente che è il nostro, con un bel po’ di scorci su Napoli, Amanda dichiara guerra ai saggi del buoncostume che hanno dettato legge, nonostante il loro silenzio su argomenti come la fica e il sesso. Così la nostra eroina, amica delle donne, liberatrice morale di studentesse prigioniere di se stesse, si cimenta nell’impresa di inquadrare l’universo femminile tenendo presenti gli ormoni e il cervello. Mixando riferimenti alla cultura classica, latinismi e riflessioni postmoderne, Valeria Parrella ci dona un romanzo scanzonato, suggerendoci un approccio all’esistenza attento ma leggero.

Il pretesto narrativo (l’aggiornamento dell’Enciclopedia della donna) è un colpo da maestra, che esalta anche il lato sociale della scrittura della Parrella, osservatrice di vite, prosatrice superba. Oltre la rottura con una cultura che ammansiva le donne e il sarcasmo con cui affronta quest’esperimento narrativo, Valeria Parrella lancia anche un monito. C’è un momento in cui il personaggio di Amanda vorrebbe parlare alle sue allieve e dir loro questo:

Guardatevi nelle mani, ragazze, solo nelle mani. Dentro c’è tutto quello di cui avete bisogno. Siete libere. E con l’Enciclopedia della donna, che si ripresenta ovunque nel mondo, in continue riscritture sotto altri nomi, sotto falsi nomi, sempre in agguato ad attaccarci il corpo come il più letale dei virus: usatela per essere più alte, sedetevici sopra o saliteci con i piedi, vi ho anche aggiunto un volume all’uopo”.

Sono parole d’amicizia, di quelle che solo una donna può rivolgere ad un’altra donna, aprendole la mente, forse non subito, non sul momento, ma domani sì. E allora questo libro, divertente e sapiente (la commistione migliore del mondo) può considerarsi un dono ideologico da donna e donna e una provocazione per gli uomini spaventati dalle signore argute e affascinanti, che di quello che pensano i maschi il più delle volte se ne infischiano.

 

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