American Football – American Football (LP2)

Sicuramente, i fan che avevano sofferto l’abbandono della scena musicale da parte degli American Football saranno entusiasti di poter ascoltare il loro tipico sound in quest’ultima realizzazione, che, proprio per sottolineare la ripresa della vecchia via, porta anche lo stesso nome del loro primo e unico full-lenght album.
Infatti, si intitola American Football (LP2) l’ultimo lavoro della band indie originaria dell’Illinois, tornata a incidere, a inizio 2016, prima negli ARC Studios a Omaha, in Nebraska, poi negli SHIRK Studios di Chicago, in Illinois.

Un grande e forse anche un po’ inatteso ritorno da parte del gruppo, se consideriamo che dopo l’album di debutto del lontano 1999 si era sciolto e, una volta dispersi i suoi componenti – alcuni erano entrati a far parte di altri progetti, come nel caso di Owen per Kinsella – non era più stato prodotto nulla: ebbene, trascorso molto tempo, solo nell’aprile del 2014 Mike Kinsella (voce e chitarra), Steve Lamos (batteria/percussioni e tromba) e Steve Holmes (chitarra) si erano riuniti per una serie di live performances e avevano ipotizzato una reunion. Il frutto dell’avvenuto ricongiungimento è appunto questo nuovo album, annunciato nell’agosto 2016: poco dopo sono anche stati rilasciati due pezzi per lo streaming, I’ve Been So Lost For So Long (apparso prima di tutti su Pitchfork), accompagnato dalla cover ufficiale del disco e dalla completa tracklist, e Give Me The Gun.

In totale, l’album si compone di 9 tracce, che, a dire il vero, sembrano un po’ tutte simili: gli arpeggi, le strutture aperte e prevalentemente in chiave maggiore rispettano lo stile emo della band senza mai distaccarsene, seppur non rendano la musica triste, ma nemmeno gioiosa –poco ma sicuro. Potremmo dire, invece, che ricoprano ogni nota con un velo di melanconia, creando un’atmosfera dolce-amara e che si presta alla riflessione.

I brani, che sono tra loro piuttosto omogenei, sembrano perfetti per fare da colonna sonora a uno di quei lunghi viaggi in cui, cuffie nelle orecchie e sguardo perso a fissare la strada che scorre fuori dal finestrino, si ha tutto il tempo per pensare al passato, al presente e al futuro: in questo caso il pezzo d’apertura parla chiaro e pone un interrogativo che viene portato avanti per tutto il disco, Where Are We Now? Il tema fondamentale, tipico degli American Football sono sentimenti da teenagers, che trovano la loro espressione in fraseggi semplici, cantati con la voce squillante e limpida di Mike, e che per questo spiccano facilmente su un tranquillo sottofondo di chitarre acustiche e percussioni synth.

Manca tuttavia quel tocco di originalità che forse ci si aspetterebbe da parte di qualsiasi gruppo tornato dopo tanto in studio e che, soprattutto, ha esplicitato la propria intenzione di guardare le emozioni giovanili con uno sguardo più maturo e completo. Perfino la copertina dell’album è qualcosa di già visto, ricalca in tutto e per tutto quella del disco di debutto: la solita casetta tipica americana, solo che questa volta lo scatto è stato fatto dall’interno e non dall’esterno –sai che cambiamento. Insomma, se l’effetto sperato era quello di mostrare al pubblico una crescita artistica, direi che l’obiettivo non è stato raggiunto al meglio….tanto che qualcuno si è chiesto se questa realizzazione abbia ragion d’esistere.

Un solo accenno di vivacità e differenza lo possiamo individuare in Desire Gets In The Way, in cui le percussioni sono più presenti del solito e il sound generale è più vivace ed energico. Stesso discorso per la traccia di chiusura, Everyone Is Dressed Up, in cui la particolarità sono i fiati di accompagnamento.

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