Andare al cinema o film a casa? come dire, fare l’amore o masturbarsi?

Il fotografo di culto Larry Clark negli anni 90 decise di esplorare la forma cinematografica per comunicare il proprio modo di fare arte, ed ognuno dei suoi film, da Kids a Ken Park, ha significato innovazione nell’approccio visivo e narrativo ma soprattutto ha suscitato scalpore nell’industria della Settima Arte per l’assoluta libertà che il regista ha sempre voluto nel modo di lavorare e di affrontare argomenti raccontandoli anche in maniera impopolare e controversa (sesso esplicito, ecc…).  Questo ha reso col passare del tempo difficoltoso per non dire impossibile non solo produrre ma distribuire convenzionalmente i film di Larry Clark che, puntualmente invitato con ogni nuova opera ai Festival Internazionali di Cinema, non ha mai nascosto l’avversione totale agli Studi di Produzione in particolar modo quelli americani.

Il suo ultimo film, Marfa Girl, è stato presentato al Festival Internazionale del Film di Roma e ha conquistato il riconoscimento per la miglior regia, e si può dire che la città eterna ha avuto anche l’esclusiva mondiale di vedere l’opera per l’unica volta proiettata in un cinema. Marfa Girl non potrete vederlo in nessuna sala cinematografica del mondo, ed è inutile anche che aspettiate la sua uscita in dvd (o blu-ray): Larry Clark ha deciso che d’ora in avanti i suoi film potranno essere visti unicamente su internet, sul sito che porta il suo nome. Ad un costo di poco meno di 5 euro si ha la possibilità tramite un accesso con registrazione automatica al sito www.larryclark.com , avvenuta a seguito del pagamento, di vedere Marfa Girl per 24 ore, quindi anche di rivederlo più volte o di vederlo a spezzoni in quel lasso di tempo.

Il fotografo-regista ha giustificato la sua scelta dicendo che “questo è il futuro…la maggior parte delle sale e dei piccoli teatri che mostrano film e forme d’arte indipendenti stanno chiudendo, e ogni giorno cessa un’attività del genere perché tutto sta passando al digitale e per questi meravigliosi vecchi impianti teatrali il passaggio al digitale è troppo costoso. Penso di essere uno dei primi registi a presentare un’opera in questo modo, su un sito web il cui unico scopo è quello di mostrare i miei nuovi film…credo che può essere un grande successo e avere riscontro oltre che tagliare le gambe alla distribuzione malata di Hollywood”.

La previsione pessimistica di Clark è confermata dal crollo verticale che l’industria cinematografica sta avendo negli ultimi anni; è impossibile negare che la chiusura delle sale cinematografiche che non appartengono a circuiti di multiplex e di grosse produzioni avviene quotidianamente e ormai è diventata una caccia al tesoro trovarne qualcuna, e le poche rimaste in piedi invece di differenziarsi, per sopravvivere si affidano alla distribuzione di opere popolari e, cosiddette, di cassetta per fare quanto più incasso possibile…per avere ossigeno che le tenga in vita per qualche altro mese.

Eppure non sono per nulla d’accordo con la decisione di Larry Clark, che avrà avuto le sue buone ragioni anche in termini politico-economici per prendere una posizione netta nei confronti della distribuzione malata e a senso unico, ma in tal modo ha eluso la netta distinzione che esiste tra l’opera d’arte cinematografica e il film di uso comune: la prima è creata per la visione in sala, sul grande schermo,  l’altro per essere nel calderone di ciò che non distingui come una patatina presa dal mezzo della busta. Personalmente non credo esista paragone tra il vedere un film al cinema e vederlo a casa, su una mega tv o sul monitor di un pc che sia: c’è la stessa differenza che fare sesso con un’altra persona o masturbarsi…magari il momento te lo godi comunque, ma il piacere non è lo stesso.

La deriva casalinga del Cinema ha portato molti film a divenire alla stregua di fiction televisive, ma soprattutto ha disabituato le persone ad andare nelle sale e magari rischiare di vedere qualche opera di cui sa poco, di qualche regista esordiente o non tanto famoso; la colpa dell’allontanamento dai cinema è stata  addossata alla rete, alla possibilità di scambiarsi film su internet, di accedere spesso alle opere appena uscite in sala, ma secondo me è un falso problema perché la realtà parla di un’inaccessibilità economica delle sale cinematografiche che a prescindere dalla crisi hanno visto aumentare il prezzo del biglietto di oltre un 10% all’anno…e spesso i film ricercati in rete risultano comunque quelli che vincono al botteghino; la gente si scarica i blockbuster non certo i film indipendenti.  Spesso capita che chi voglia vedere un film al cinema e non lo trovi in programma in una delle sale della propria città, sia costretto ad attendere l’arrivo dello stesso sui canali a pagamento, a volte che se lo vada a ricercare su internet spesso inutilmente , e nella maggior parte dei casi che attenda ansiosamente l’uscita in dvd…ma il più delle volte è uno spettatore sottratto alla sala perché non gli è stata data scelta.

Molti addetti ai lavori, tra i quali tanti autori e registi promuovono la distribuzione multipla e contemporanea che porterebbe le opere nello stesso momento disponibili nelle sale, on line, in dvd, e nei canali televisivi a pagamento: credo possa essere una buona risposta alla crisi cinematografica e potrebbe essere una scelta utile soprattutto per le produzioni indipendenti ma sempre che la distribuzione in sala avvenisse in maniera concorrenziale e variegata e non con i soliti metodi ricattatori del “se non te lo distribuisce tizio il film in sala non ci arriva nemmeno”.

In tal modo anche lo spettatore avrebbe possibilità di scegliere…a seconda che preferisca fare sesso con un’altra persona o masturbarsi.

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