Il cocktail letterario di Antonio Orejudo

Antonio Orejudo (Madrid, 1963) è scrittore e Dottore in filologia ispanica

In un torrido sabato di metà maggio, in occasione del Salone del Libro di Torino, Antonio Orejudo fa il suo ingresso nella Sala Internazionale per presentare il suo libro Vantaggi di viaggiare in treno. La presentazione, a dire il vero, lo stranisce per due motivi: anzitutto, come lui stesso afferma, fare una presentazione alle 10.30 del mattino anziché dopo pranzo (o meglio, dopo la siesta) in Spagna sarebbe impensabile; ma soprattutto perché il libro, in realtà, è uscito vent’anni fa. Colpevolmente ignorato dall’editoria italiana (nonostante, peraltro, la Spagna ne abbia tratto un film. E con altre cose, tipo La casa di carta, non è che siamo stati proprio così selettivi…) l’opera viene ora finalmente tradotta e resa disponibile nei patri lidi dalla Polidoro editore, a cui va riconosciuto il merito di sapere andare a scovare autori di lingua spagnola – vedasi quanto successo pochi anni fa con Big Banana – fino ad allora dimenticati.

Vantaggi di viaggiare in treno racconta del fortuito incontro, avvenuto appunto durante un viaggio in treno, tra il (presunto) psichiatra Angel Santagustìn e l’editrice Helga Pato. Lascito di questo incontro sarà una cartellina di pelle, dimenticata dal dottore sul suo sedile e contenente gli scritti dei pazienti da lui trattati. Tornano dunque, come si vede fin da subito, alcuni motivi ricorrenti della letteratura di tutti i tempi e spagnola in primis, tra cui la finzione narrativa del ritrovamento del manoscritto. E proprio da questa tradizione parte il confronto con Orejudo.

Antonio Orejudo (Madrid, 1963) è scrittore e Dottore in filologia ispanica

Cosa lega lei, e quasi tutti gli altri autori spagnoli, a Cervantes?

Cervantes è il padre di tutti gli scrittori moderni e contemporanei spagnoli, dice Orejudo, e come tale prima o poi andrà ucciso. Ci tengo comunque a fare subito una precisazione: Vantaggi di viaggiare in treno è un plagio. L’ispirazione stessa della vicenda viene da un altro racconto di Cervantes che stavo leggendo per lavoro [Orejudo, oltre che scrittore, è docente universitario di Filologia e Letteratura spagnola, nda], in cui due amanti si corteggiano ingannandosi tra di loro. La stessa cosa fanno i protagonisti del mio libro.

Però da questo spunto di partenza ha creato qualcosa di nuovo.

Sì. Forse più che di plagio si dovrebbe allora parlare, in generale, della letteratura come di un cocktail, in cui lo scrittore mischia tra di loro elementi già noti per creare qualcosa di nuovo. Aggiungi un pizzico di tabasco, un pizzico di lime, e vedi se la formula funziona. Questo però ci conferma anche un’altra cosa, ossia che gli autori “classici”, anche quelli di quattrocento anni fa, sono estremamente contemporanei. E per questo a mia volta non mi definisco uno scrittore moderno, bensì antico.

Un fotogramma del film tratto da “Vantaggi di viaggiare in treno”

Lo spunto di partenza per la scrittura del libro è stata quindi una storia d’amore con inganno. Come mai?

Perché mi sembrava una metafora efficace della letteratura stessa. Se ci pensiamo lo scrittore fa proprio questo: inganna il lettore. Anzitutto, com’è ovvio, perché gli fa credere che la storia di fantasia sia vera. Ma anche perché dello scrittore, che pure ha scritto quel libro, al lettore non arriva nulla di vero. Ad esempio, da Vantaggi di viaggiare in treno sembra che io sia un esperto conoscitore di psicologia e psicanalisi. In realtà non ne so nulla. Ho nuovamente plagiato, nello specifico ispirandomi ad un manualetto di trena pagine sulle possibili cure per i tossicodipendenti che ho trovato nella libreria dei miei suoceri, la cui casa è piena di libri di argomenti interessantissimi e disparati.

A proposito del titolo, quali sono appunto i vantaggi del viaggiare in treno?

Nuovamente il viaggio in treno è una metafora, questa volta non per la scrittura ma per la lettura. Quando leggiamo un libro è come se facessimo un viaggio in treno: ci sediamo comodi su una poltrona e ci lasciamo trasportare da un punto A ad un punto B.

Nel corso della presentazione del libro, esso è descritto come “surreale”. Non pensa invece che sia tragicamente reale e realistico?

Assolutamente reale. Anzi, definirei questo libro un’opera di letteratura sociale, perché rappresenta in maniera molto fedele e molto critica la società contemporanea.

Una società le cui deformazioni rientrano, ormai, abbastanza nella norma.

Purtroppo sì. Devo però dire una cosa. Rileggendo questo libro a vent’anni di distanza, un po’ mi pento di avervi inserito solo gli aspetti brutti della realtà e della vita. Oggi aggiungerei decisamente anche il bello che la vita ha da offrire.

Questo è strano. Con il passare del tempo non si tende a diventare più pessimisti?

Non nel mio caso. Vent’anni fa ero molto più pessimista e negativo di quello che sono oggi. Forse, l’ingrossarsi della prostata porta l’uomo a vedere tutti i problemi in una luce più relativa.

La copertina di “Vantaggi di viaggiare in treno” edito da Alessandro Polidoro editore

Tra gli aspetti della realtà affrontati nel libro c’è anche quello legato all’editoria. La protagonista Helga Pato ha un’idea abbastanza sconvolgente da applicare ai libri da lei editi: riempie gli spazi bianchi con la pubblicità. Voleva criticare, con questo, l’estrema commercializzazione che oggigiorno investe tutta la società, incluso il mercato librario?

In parte ovviamente sì, ma non sono di base contrario alla commercializzazione dell’editoria. Se essa fa sì che più persone leggano, ben venga. Certo che bisogna però fare una distinzione, al giorno d’oggi, tra libri commerciali e libri letterari. Spesso molti autori si sentono dire: “Questo libro è troppo letterario”. Ma come? Cosa deve essere letterario se non un libro? Ecco, di questo dobbiamo tenere conto. I libri commerciali verranno stampati e dimenticati. Quelli letterari resteranno ai posteri perché hanno un valore. Ma questi libri sono sempre meno.

Ecco, e quindi per concludere: secondo lei, della letteratura spagnola contemporanea, chi è destinato a rimanere come riferimento tra i posteri per come ha raccontato la nostra contemporaneità?

Oltre a Orejudo [ride]? Non ho dubbi: Sara Mesa.

 

Dai vantaggi di viaggiare in treno si passa così ai vantaggi del Salone del Libro. Autori che fanno da ponte ad altri autori.

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