Appunti libertari in un paese senza hardcore

Mentre in Egitto si scende in piazza contro Mubarak, in Tunisia si protesta contro la famiglia reale, in Algeria contro la fame, in Libano si celebra “la giornata della rabbia“, e in Albania si muore inseguendo la libertà, l’italiano sta guardando la televisione, s’interroga su chi abbia profanato la tomba di Mike Bongiorno e su quale sia la vera puttana pupilla del premier – interrogativi di merda, considerando che potremmo piuttosto sprecare il tempo a cercare un’idea geniale per il ventunesimo, del genere aprire uno e-shop di caffè brasiliano su internet. Come dice il titolo del nuovo disco dei Mogwai Hardcore will never die, but you will, ricordati che devi morire, e quello che resterà sarà l’hardcore mica la tua faccia! Resterà quest’Italia piena di macerie su cui farai camminare i tuoi figli deviati dai salotti mediocri della televisione, resteranno le facce peggiori di questo inizio di secolo, gli eroi nazionali che ci meritiamo, retrospettive intere sui leghisti, i cultori dell’anima da vendere al mercato per pochi spicci, si prenderanno pure De Andrè e Pasolini, li sventreranno, gli metteranno in bocca le parole che gli servono, faranno partecipare ai reality i loro nipoti, li prenderanno per la gola e ti diranno “anche tu faresti lo stesso, anche tu farai lo stesso, non fare l’ipocrita siamo tutti uguali, siamo tutti aspiranti Silvio Berlusconi, aspiranti stipendiati di Silvio Berlusconi”. Del resto come si fa a pensare che non sia così?

In Egitto Mubarak lo sa che non è amato, la famiglia reale tunisina è scappata perché gliel’hanno fatto capire, in Italia non c’è traccia di schifo per come viene ridotto il paese, per come viene ammazzato quotidianamente, dalle strisce verdi inneggianti al Carroccio nei paesi peggiori del Nord, dalla morte lenta di un paese che ha paura persino di parlare di un qualunque libro di camorra, e s’interessa di più di scoprire dove cazzo vanno a finire le ragazzette, queste temibili ragazzette che scompaiono nel nulla improvvisamente, piuttosto che capire perché è morto veramente Paolo Borsellino (c’è gente che è morta per regalarvi un paese diverso e ha trovato solo indifferenza in cambio). Amiamo sopportare, tirare a campare, amiamo il masochismo, e l’hardcore peggiore, quello che stona le orecchie e i sensi.

Resteranno immagini di altrove, le nostre risparmiamocele.

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