I “magnifici sette” dell’Archivio Sonoro di marzo

I “magnifici sette” di questo mese ci trasportano in un viaggio molto eclettico che passa dalla delicatezza della musica di William Doyle e Bell Orchestre ai territori jazz di Damon Locks fino ad arrivare alla visione di avanguardia di artisti come Lea Bertucci, Lost Girls e ZULI.


Bell Orchestre

Partiamo con il grande ritorno del collettivo canadese Bell Orchestre che coinvolge sei musicisti di altissimo livello come Richard Parry, Sarah Neufeld, Pietro Amato, Kaveh Nabatian, Stefan Schneider e Mike Feuerstack. “House Music” è il nuovo album che uscirà il 19 marzo per Erased Tapes e arriva a undici anni dall’ultimo lavoro “As Seen Through Windows”. “IV: What You’re Thinking” è il nuovo singolo che è la perfetta sintesi delle diverse anime della band: armonia neoclassica, esplorazioni ritmiche sperimentali e anima ruvida dall’estetica post-rock.


Lea Bertucci

Lea Bertucci è fra le più talentuose compositrici e musiciste moderne, un’artigiana dello strumento che riesce a superare l’idea tradizionale di musica per imporre la propria visione surreale di costruzione e destrutturazione. “A Visible Lenght of Light” è il nuovo album che uscirà il 16 aprile per Cibachrome Editions. Sette composizioni per sassofono, clarinetto basso, organo, flauto e field recordings registrati fra Rio De Janeiro, la costa della Californiana e la Dead Horse Bay. “On Opposite Sides of Sleep” è il primo brano condiviso.


Lost Girls

Jenny Hval è sicuramente fra le artiste contemporanee più influenti, soprattutto grazie alla forte identità del suo stile vocale, subito riconoscibile ed estremamente avvolgente. Il suo ultimo progetto si chiama Lost Girls ed è una collaborazione con uno dei musicisti della sua live band Håvard Volden. “Menneskekollektivet” è il nuovo album che uscirà per Smalltown Supersound. La title-track è il primo estratto che parte con uno spoken word su uno strato ambient che lentamente accelera i ritmi per fondersi col canto ipnotico dell’artista norvegese.


Chad VanGaalen

Un altro importante ritorno è quello del musicista e cantautore canadese Chad VanGaalen che ultimamente si è dedicato anche alla regia di videoclip musicali per artisti come Peter Broderick e Father John Misty. “World’s Most Stressed Out Gardener” è il nuovo album che uscirà il 19 marzo per Sub Pop e Flemish Eyes. “Samurai Sword” è il brano che presenta l’album e che sottolinea le caratteristiche del suo approccio al cantautorato: stile volutamente “sgraziato” e sbavato, ironico e malinconico allo stesso tempo e con imprevedibilità e melodia che si fondono perfettamente.


Black Monument Ensemble

Black Moument Ensemble è il progetto di Chicago che ruota intorno alla figura del musicista e compositore Damon Locks. Un progetto multidimensionale che coinvolge artisti come Angel Bat Dawid, Ben LaMar Gay, Dana Hall, Arif Smith, Phillip Armstrong, Monique Golding, Rayna Golding. “NOW” è il nuovo album che uscirà il 9 Aprile per International Anthem. “NOW (Forever Momentary Space)” è un brano ispirato da un racconto dello scrittore Cadwell Trumbull.


ZULI

L’avanguardia elettronica, da molti anni, sta trovando casa anche in spazi diversi da quelli vicini alla cultura occidentale. È il caso dell’Egitto che è una terra molto prolifica per una definita e progressista idea di musica elettronica e da club. Basti pensare a nomi come ABADIR, 3phaz, Maurice Louca e ZULI. Quest’ultimo, a due anni dall’album di debutto, ha annunciato un nuovo EP intitolato “All Caps” che uscirà per UIQ, l’etichetta di Lee Gamble. “Keen Demag” è il primo singolo estratto che mette in evidenza i ritmi frenetici e frammentati del tessuto idm.

ZULI — Keen Demag by UIQ


William Doyle

William Doyle è un cantautore britannico conosciuti soprattutto per il progetto East India Youth. “Great Spans of Muddy” è il suo secondo album a suo nome e uscirà il 19 marzo per Tough Love. E’ un album che catapulta Doyle verso un suono meno “perfetto”, più sporco e contaminato. Questi spunti si possono notare nel singolo “And Everything Changed (But I Feel Alright) che ha un equilibrio mobile e indefinito che fluttua fra la delicatezza e la melodia vocale, le piccole pressioni elettroniche e la fragilità delle strutture folk.

 

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