Atlante delle rivolte


  SPAGNA. Mentre la Spagna si prepara alle elezioni il movimento Indignados torna a mobilitarsi con un appello all’astensione delle urne. A Madrid Puerta del Sol è dinuovo occupata dall’ormai celeberrima sigla M-15; concentrazioni di persone anche a Barcellona, Malaga, Santander, e altre città spagnole. Mentre si attende la svolta a destra del paese, intanto Zapatero si trasferisce in un trilocale di 56 metri quadri. L’appello degli indignados all’astensione è trasversale, nè socialisti nè popolari.


  USA. Dagli scontri della giornata di mobilitazione del 17 novembre si ricava il bilancio di 250 arresti e 17 feriti tra manifestanti e polizia solo nella città di New York. A Portland usato il famigerato spray al peperoncino. Mentre il sindaco di Ny lancia un appello alla calma, è atteso in giornata (ndr- 19 ottobre) un intervento di Saviano su come anche la mafia abbia inquinato le finanze e contribuito alla crisi. In tutte le città americane intanto ci sono ordini di sgombero, in particolare per la notte, e minacce di arresti.


  HONG KONG / CINA. Per chi se lo chiedesse anche in Asia il movimento Occupy è vivo, a Hong Kong la protesta si è accampata negli edifici della holding HSBC. La Cina pare abbastanza allarmata dal diffondersi delle proteste anche tra i vicini di casa, tanto che è impossibile cercare sulla rete internet cinese parole come ”Occupy Pechino / Shanghai / Lhasa”, i twitter sono sotto controllo, in alcuni casi bloccati.

  ITALIA. Mentre nasce il partito pirata con proteste davanti alla Borsa di Milano, a Palermo è iniziata un’occupazione con tende (la sigla è Occupy Massimo). Le proteste contro il nuovo governo firmato Monti si diffondono, dai lanci delle uova a Napoli, alle marce studentesche, e i tentativi di accampamento in tutta Italia. Anche a Trieste accampamenti di una 50ina di tende, qualcuna si vede anche a Firenze e Genova.

Exit mobile version