I Big Thief presentano il nuovo album dal vivo a Londra, noi ve lo raccontiamo

La Bush Hall di Londra è una vecchia sala da ballo incastonata nel tempo, dove sembrano aleggiare i fantasmi di un’epoca passata. È un setting inusuale, perfetto per accogliere i non convenzionali Big Thief.  A pochi mesi dalla pubblicazione di U.F.O.F. (di cui vi avevamo parlato con entusiasmo qui) Adrianne Lenker, Buck Meek, Max Oleartchik e James Krivchenia tornano, inaspettatamente, con il nuovo LP Two Hands (in uscita per 4AD il prossimo 11 Ottobre).

In mano ai Big Thief, le emozioni, i sogni, la natura e persino le chitarre acustiche diventano artefatti dal potere immenso” scriveva Pitchfork a proposito della band. È proprio questa forza primordiale ad avvolgere il live alla Bush Hall, dall’apertura con Rock and Sing fino all’epilogo di Mary. Il preludio è affidato a Buck Meek che propone alcuni brani dal suo omonimo album solista. Buck ricorda nel look i leggendari componenti di The Band, ma il suo sound non è riconducibile a qualcosa di già esistente. Una caratteristica che contraddistingue anche la musica dei Big Thief.

Foto di Martina Ciani

Quando arriva il momento della band al completo, ci rendiamo conto di come i Big Thief siano guidati da una democrazia sonora: Adrianne non occupa il posto al centro del palco riservato normalmente al leader, ma si posiziona di lato, formando una sorta di cerchio insieme ai compagni. Questa disposizione rende il gruppo un unico organismo pulsante, in cui nessun musicista prevale sull’altro. Piuttosto, Adrianne, James, Buck e Max sembrano esistere solo se insieme.

La band sorprende immediatamente il suo pubblico: “Suoneremo il nuovo album per intero” annuncia Adrianne. L’emozione dei quattro è palpabile; proporre dei brani così personali per la prima volta di fronte ad un’audience, è qualcosa di emotivamente sconvolgente. Nel concludere ogni canzone i musicisti si guardano, cercando di rassicurarsi a vicenda. Con i loro occhi sembrano dire: Al pubblico sarà piaciuta?

Foto di Martina Ciani

Su questo non c’è alcun dubbio. I tanti accorsi al live, segreto fino a qualche giorno fa, acclamano i pezzi da Two Hands come se li conoscessero da sempre. Con l’esecuzione di Not, il primo singolo estratto dall’album, diventa quasi difficile sostenere il momento, tanta è la forza che i Big Thief impiegano nel suonare. Two Hands alterna composizioni folk rock a brani acustici, fatti solo della voce e chitarra di Adrianne: ad un primo ascolto, il lavoro appare come un perfetto amalgama dei migliori Big Thief.

Una volta conclusa Cut My Hair, i quattro si fermano chiudendo gli occhi, immobili per qualche secondo. Poi Adrianne rompe il silenzio: “Condividere questi pezzi è qualcosa di molto vulnerabile, grazie per averci ascoltati”. Per i Big Thief la serata segna un rito di passaggio importante, quel momento fatidico in cui un gruppo si espropria delle proprie canzoni per donarle agli ascoltatori. In un certo senso è come se ci regalassero qualcosa della propria anima e il pubblico lo percepisce.

Nella seconda parte del concerto c’è spazio per un ulteriore nuovo brano, Sparrow e per la celebrata Cattails, che la platea accoglie con clamore. Il live dei Big Thief è intimo, non per il genere di musica suonata, ma per il modo in cui la band si presenta sul palco, privo di spettacolarità e per questo autentico. Adrianne, Max, Buck e James appaiono come degli amici che non sapevamo di avere, ma di cui nutrivamo un forte bisogno.

Foto di Martina Ciani

Non è il solito set in cui ogni dettaglio è minuziosamente calcolato, dall’interazione con il pubblico fino al saluto finale. I Big Thief sono genuini quando interrompono una canzone per trovare un feedback migliore; è proprio questa spontaneità a rendere il concerto immensamente vivo.

Quando vedo gruppi che ho amato in passato realizzare musica spazzatura per il mero fine di raggiungere la vetta delle classifiche, mi chiedo perché un musicista non possa semplicemente aspirare ad una carriera come quella dei Big Thief: l’unico aspetto importante per il gruppo di Brooklyn, sembra essere quello di dar sfogo alle proprie emozioni attraverso una canzone. Questo è quello che la musica dovrebbe essere. E almeno stasera, l’autenticità di questa band è tutto ciò che il pubblico vuole.

Foto di Martina Ciani


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