Breviario: rassegna di nuovi album per la primavera

Ormai siamo in piena primavera, e cosa c’è di meglio per accompagnarla se non una selezione di dischi freschi a cui vale la pena dare un ascolto. Questa rassegna di album, usciti a cavallo tra la fine di Marzo e l’inizio di Maggio, ci aiuta a tenere il passo della frenesia musicale di questi anni. In questo numero il synth pop di Soulwax e Goldfrapp, il secondo album di Karen Elson, l’elettronica sperimentale di Clark, la certezza Guided by Voices, i Torturatori italiani e il folk da combattimento di Bonnie “Prince” Billy. Ce n’è per tutte le orecchie, buon ascolto.

SOULWAX – FROM DEEWEE

Play It Again Sam, 24 Marzo

synth pop / electro-rock

Uno dei dischi più attesi usciti in queste ultime settimane: dopo averci già fatto assaggiare qualcosa con i due singoli Missing Wires e Conditions Of A Shared Beliefs, il duo belga di musica elettronica ha rilasciato il proprio settimo lavoro a distanza di un anno dall’uscita della soundtrack di Belgica, l’ultimo film di Felix Van Groeningen. From Deewee rappresenta l’ennesima svolta nella carriera dei Soulwax, stavolta verso un’elettronica meno ruvida ma più leggera e delicata rispetto ai i lavori precedenti. In realtà l’album si apre con una prima parte di brani che sembrano confermare un sound ancora molto improntato sul rock, in modo particolare per quanto riguarda la bellissima seconda traccia Masterplanned; ma dal sesto pezzo Do You Want To Get In Trouble all’ultimo Goodnight Transmission l’elettro-rock viene sostituito da un synth-pop molto gradevole e per nulla banale. DELICATO / Mattia Fumarola

ESSENTIAL TRACK: Masterplanned


GOLDFRAPP – SILVER EYE

Mute Records, 31 Marzo

synth pop

Sono passati dodici (!) anni da Supernature e da quella Oh La La che è diventata più una tortura per Alison e Will. Sono i successi improvvisi che gettano poi un po’ di oscurità sulle altre composizioni, soprattutto quando non riescono a raggiungere la stessa visibilità. In realtà il duo londinese non si è mai fermato, e questo Silver Eye è, probabilmente, la produzione più interessante della loro intera carriera. Supernature entrava in un determinato periodo in cui il synth pop andava a cristallizzarsi e divenire ciò che ora, pionieri se non altro in grado di imporsi fra quel ristretto gruppo che ne ha accelerato la scoperta. Nei brani di questo loro ultimo album c’è qualcosa di più, una sorta di liberazione interiore, un diario intimo in cui scavare, per riprendersi la scena. Da questo punto di vista Tigerman è una piccola opera d’arte conclusiva, che con decisione si riprende da quel buio in cui, a tratti, si sono ritrovati. KNOW YOUR SKILLS / Francesco Pattacini

Essential Track: Tigerman


KAREN ELSON – DOUBLE ROSES

H.O.T. Records, 7 Aprile

cantautorato pop

Secondo disco a sette anni dall’esordio per la rossa modella e cantautrice britannica ma di stanza a Nashville nota ai più per essere stata la moglie di Jack White (che ne aveva prodotto l’esordio), Double Roses prende il nome da una poesia di Sam Shepard raggiunto grazie alla mediazione del figlio di Patti Smith che suona nella sua band. La produzione di Jonathan Wilson (dietro i due album di Father John Misty) veste con la consueta straordinaria accuratezza dieci canzoni che scavano dentro la sofferenza della separazione dal chitarrista di Detroit fino alla conclusiva Distant Shore che segna, finalmente, la serenità del distacco. Atmosfere anni sessanta e settanta, echi di accordi folk e improvvise fiammate prog, organi Hammond e ondate di archi, un clavicembalo nella canzone che dà il titolo all’album e un sassofono a impreziosire il finale della brumosa Wolf accompagnano la voce suadente di Karen Elson mentre accarezza i suoi pensieri tra dolcezza e rassegnazione, derive adolescenziali e improvvisi sbalzi di maturità vocale che sembrano guardare all’ultima P.J. Harvey (Raven). Quarantacinque minuti che scorrono con estrema piacevolezza grazie a una grazia che illumina tutte le canzoni che si avvalgono anche d’importanti collaborazioni (Patrick Carney, Laura Marling, lo stesso Father John Misty). ELEGIACO / Fabio Mastroserio

ESSENTIAL TRACK: Distant Shore


CLARK – DEATH PICK

Warp Records, 7 Aprile

elettronica sperimentale

Quello che possiamo scrivere su Clark assume le sembianze di un’equazione numerica piuttosto che i caratteri di un paragrafo. Questo perché il producer inglese continua nel suo lungo viaggio nella sperimentazione, mutando costantemente fino a una totale integrazione con le macchine. Questo è Death Pick, settima passaggio che spazia dal drone, la deep house e la techno più cruda. Poi ci sono pezzi come Aftermath, o i cut sull’introduzione di Un U.K., per cui è davvero difficile trovare un’appartenenza, quasi classica e umana, in questo panorama su più strati, ma sotto la pelle non sai mai se ci saranno i muscoli e le vene, o soltanto un groviglio di cavi che pulsano costantemente beat senza fermarsi mai. ANDROIDE / Francesco Pattacini

Essential Track: Aftermath


GUIDED BY VOICES – AUGUST BY CAKE

GBV Inc, 7 Aprile

indie-rock

In trent’anni di carriera i Guided by Voices hanno portato alla luce la bellezza di ventiquattro album, piazzandosi direttamente tra le band più prolifiche della storia. Il segreto di questa fertilità creativa si nasconde dietro al nome di Robert Pollard che, tra cambi di formazione, pause e reunion, non ha mai dato segni di cedimento. L’ultima fatica della band di Dayton, August by Cake (nonché il centesimo disco dell’instancabile Pollard) è una doppia raccolta composta da trentadue canzoni magiche e senza tempo che sembrano scritte e musicate per diventare classici. Potete scegliere se viaggiare con i piedi o con la fantasia e sorvolare il deserto sulle dissonanti chitarre di Chew the Sand, correre con il groppo in gola in mezzo alla giungla urbana di Amusement Park Is Over e tuffarvi da una scogliera ascoltando Dr. Feelgood Falls off the Ocean. Avete un’ora per provare l’ebrezza di sentirvi immortali. Premete play e spegnete il cervello. CLASSICO CONTEMPORANEO / Ilaria Del Boca

ESSENTIAL TRACK: Amusement Park Is Over


PAUL BEAUCHAMP & PAOLO SPACCAMONTI – TORTURATORI

Escape From Today

strumentale

Torturatori è la sintesi artistica di due personalità molto diverse, Paul Beauchamp, sperimentatore elettronico che si diverte con rumori e strumenti poco convenzionali, e Paolo Spaccamonti, esploratore anche lui, ma legato al lato più oscuro della sei corde, come egregiamente dimostrato con il suo ultimo lavoro solista del 2015, Rumors. Due percorsi creativi che si fondono in questo lavoro strumentale massiccio, uscito nel solo formato in vinile ed in edizione limitata, composto da due lati: due tracce della durata di circa un quarto d’ora l’una, molto diverse tra loro. Si apre con il Whithe Side e le sue suggestioni che esplorano ambienti sonori folk e blues, per addentrarsi in territori più disturbanti, fatti di ripetizioni ossesive e suoni dilatati, per arrivare al Black Side, oscuro rovescio della medaglia, in cui si sente molto molto l’influenza dei lavori solisti di Spaccamonti. Un viaggio, che rapisce con sonorità avvolgenti e crepuscolari, effetti e distorsioni. Torturatori è un disco che si apprezza appieno solo lasciandosi trasportare altrove senza remore, ascoltandolo ad occhi chiusi, avvolti nel buio di una stanza, a lasciarsi dolcemente torturare. CREPUSCOLARE / Monica Bogliolo

Essential track: Black Side


THURSTON MOORE – ROCK N ROLL CONSCIOUSNESS

Ecstatic Peace!, 28 Aprile

noise rock

Tra i tanti ritorni dello scorso 28 aprile troviamo anche l’ex frontman dei Sonic Youth, che stavolta ci ha spiazzato con un disco davvero particolare contenente soltanto cinque tracce, ma con una durata media non poco sorprendente: Rock N Roll Cosciousness si apre con gli undici minuti di Exalted, brano totalmente strumentale che parte piano ma diventa progressivamente sempre più hard e addirittura con evidenti influenze grunge, e ci introduce nel clima adatto per poter gradire al meglio l’album. La seconda traccia, Cusp, non è invece solo strumentale e dura cinque minuti in meno rispetto alla precedente, ma soprattutto ci permettere di apprezzare la voce di Moore in un inedito dopo così tanto tempo. La vivacità però lascia subito il posto alla noia con la terza traccia Turn On (anch’essa strumentale e lunga più di dieci minuti), probabilmente la meno valida delle cinque che poteva essere tranquillamente sostituita da due pezzi più brevi e vivaci. Tuttavia il disco si chiude molto bene con Smoke Of Dreams (già uscito come singolo qualche settimana fa) e Aphrodite, in cui Moore si concede qualche piccolo virtuosismo e qualche distorsione di più. SPERIMENTALE / Mattia Fumarola

ESSENTIAL TRACK: Smoke of Dreams


BONNIE “PRINCE” BILLY – BEST TROUBADOR

Drag City, 5 Maggio

country-folk

Caro vecchio folk, un giorno dovremo renderti grazie. Con il nuovo album di Bonnie “Prince” Billy andiamo alla scoperta del cantautorato country di Merle Haggard. Best Troubador è un atto di devozione di Will Oldham a un cantautore che ha amato, scomparso lo scorso anno. Sedici canzoni alla chitarra, in pieno stile Oldham, in cui proviamo irrequieta nostalgia per questa vecchia terra americana capace di trasudare folk acustico dalle chitarre. Sappiamo che Oldham viene da laggiù, ci ha abituati ad amare quelle sconfinate distese, così questo album tributo suona come una sincera e appassionata resa dei conti con un vecchio amico. E i duetti di Oldham con voce femminile sono perle a cui non sappiamo rinunciare (I always get lucky with you per esempio). Purtroppo è un dischetto abbastanza introvabile, ma potete ordinarlo – come da consueto per la Drag City, non troppo avezza a distribuire i suoi dischi in streaming – su BandcampDA VIAGGIO / Giovanna Taverni

ESSENTIAL TRACK: Haggard (Like I’ve Never Been Before) 


THE AFGHAN WHIGS – IN SPADES

Sub Pop Records, 5 Maggio

alt-rock

Greg Dulli non ha perso il suo stile, e gli Afghan Whigs continuano ad affinare le loro chitarre per farci del bene. Basti sentire il singolo, Demon in Profile, per rianimare la nostra nostalgia di rock all’istante. O ballate raffinate come Birdland e Oriole, due piccole chicche che surriscaldano la stagione primaverile. I suoni sono decisi, calarsi in questo disco è come fare benzina al self service con la sigaretta accesa in mano. Copernicus è un pezzo violento che sugella quello stile riconoscibile della band americana, e traccia ancora una volta quella direzione che non viene mai tradita da un gruppo che sa come essere garanzia. A dire il vero ci è venuta voglia di vederli suonare dal vivo. Sappiamo che certi suoni hanno bisogno della cerimonia violenta del live per essere compresi. Con tanta pace per chi, al Guardian, scrive che i giorni del pogo stanno finendo. DISSACRANTE / Giovanna Taverni

ESSENTIAL TRACK: Oriole

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