Charlotte Gainsbourg – Stage Whispers

Voto: 9/10

Un anno da gestante per la talentuosa Charlotte Lucy Gainsbourg. Due le creature messe alla luce in questo 2011. Il primo è il terzo figlio, Joe, che in un certo senso è stato anche spettatore di un altro frutto artistico della non-più-giovane promessa: il capolavoro di Lars Von Trier, Melancholia, che tale non sarebbe stato senza la sua incredibile interpretazione. Ma veniamo al pargolo musicale: infatti quando Charlotte prende in mano il microfono il silenzio si frantuma in mille pezzi. Una voce così robotica e insieme sensuale, l’idillio delle ninne nanne: il piccolo Joe sarà sicuramente l’invidia di tutti i suoi coetanei. Non c’è mamma migliore che possa cullare i sonni, le lunghe notti tra pianti e lamenti, magari con qualche accenno del nuovissimo album Stage Whisper. Diciannove tracce divise in due cd. Il primo è la versione studio, con gli inediti. Aprifila è “Terrible Angels”, uscito sottoforma di Ep ai primi di settembre. Il video della canzone appariva già peculiare: una Charlotte direttamente from Ghetto, inseguimenti nei parcheggi sotterranei e coreografie in giaccone di pelle. Bye-bye campanellini fatati alla “Tel que tu es”. Si respira un’atmosfera più elettronica, cori dell’oltretomba, chitarre e synth fusi tra loro. D’impatto i richiami biblici nel testo, angeli e demoni si manifestano come giustizieri della forza divina superiore: il contesto visivo serve a sdrammatizzare anche questo clima dalle tinte scure e macabre. “Seraphim, please don’t pull me down. It’s just a drowning man, reaching for me now. I want release from absolution, an addiction, good intentions, blue black flowers, poison wine, blood ecstatic annihilate the sense of things. I am born into these breaking hours out of change, change, change.” Dal 13 dicembre sono usciti in tutta Europa anche gli altri pezzi. Primo fra tutti “Paradisco”: il vocino tenue di Charlotte si mescola ad una batteria sintetizzata, a bassi sanguinari e potenti, ad un eco di canti frastornati. Dietro questi suoni si riconosce il genio di Beck che dopo aver prodotto già il precedente album “IRM” fa il bis. Non ne sbaglia una! La coppia Gainsbourg-Beck non si cambia. Ma le collaborazioni in questo disco non finiscono qui: la sesta traccia in studio “Go to let go” è cantata insieme a Charlie Fink, chitarra e voce del gruppo rock/ folk londinese, Noah & the Whale. Due timbri che si sposano perfettamente insieme. E ancora: Connor O’Brien dei Villagers aggiunge un pizzico irish all’album, per poi essere catapultati dall’altra parte del globo, in Nuova Zelanda con Connan Mockasin degli omonini Connan and the Mockasins. Oltre ad essere una cantante di tutto rispetto, Charlotte sa a chi affidarsi, bisogna dirlo.

Un ritorno ai sospiri, una canzone che sa distinguersi dalle altre è, invece, “Anna”, meno elettronica e più affine al suo primo repertorio. Un soffio di miele, dolce come i ricordi dell’infanzia, assaporabile come una madeleine appena sfornata. Lo è ancora di più “White telephone”, un piccolo tuffo in “5:55”, la sensazione è quella. Violini e pensieri di liuto si sollevano in un’altisonante ballata romantica. Di tutt’altro impasto è “All the rain” : abissi e profondità dell’anima, una ricerca interiore, accompagnata da un rullo insistente ed incessante sui tamburi. Pioggia di bassi e di fili elettrici scoperti, scintille nell’aria a smorzare i contorni soffocati dal buio. E così tra lacrime e incanti ghiacciati da un inverno riscaldato dal tepore sonoro si arriva alle ultime due tracce di questa prima raccolta. L’una è “Out of touch” e l’altra “Memoir”. Difficili da classificare. Hanno tratti che possono sembrare dolci e lieti, ed altri gravidi e tristi. La bellezza di queste canzoni sta anche nell’accarezzare morbidamente l’anima e nel farsi assorbire completamente dall’armonia. Non è nata dal nulla Charlotte, è la creazione dell’amore tra Jane Birkin e Serge Gainsbourg non per altro. Un apparato di idee e sentimenti sempre azzeccatissimi sono i capisaldi di ogni album dell’intrigante figlia d’arte. E questo è un signor Lp! Anzi un signor doppio Lp! Ecco, perchè adesso arriva la parte ancora più interessante. Il secondo cd è composto da undici brani vecchi, rinterpretati e in veste live. La voce qui è più rilassata e pluricorde. Tutta la bravura si svela, gioca con le parole e coi suoni, è controllata naturalmente, senza dover incorrere nello sforzo del canto impostato. Tra tutte spicca la cover di Bob Dylan “Just like a woman”, una melodia del Minnesota che con grande maestria fa suo, portandola ad una dimensione onirica e nostalgica.
Come avrebbe detto Monsieur Serge Gainsbourg, citando “Qui est IN, qui est OUT” : “Jusqu’à neuf c’est O.K. tu es IN. Après quoi tu es OUT. C’est idem pour la boxe, le cinéma, la mode et le cash-box” La nostra Charlotte è più che IN, ma chi lo può dire. C’è chi crede alle mode e chi no. Noi crediamo al talento, al coraggio di andare avanti anche dopo i traumi della vita, e la Gainsbourg non ha avuto sempre un’esistenza serena. Si è, però, sempre messa in discussione, senza temere il tanto temuto confronto coi genitori, e quest’album, più di tutti gli altri è una raccolta degli ostacoli superati e dei successi brillantemente conseguiti. In attesa di un tour che lambisca anche le nostre coste e i capoluoghi italici, tuffiamoci in Stage Whisper!

Tracklist:

Disc 1

  1. Terrible Angels
  2. Paradisco
  3. All The Rain
  4. White Telephone
  5. Anna
  6. Got To Let Go ( feat.Charlie Fink of Noah & the Whale )
  7. Out Of Touch
  8. Memoir    

Disc 2 (live)

  1. Irm
  2. Set Yourself On Fire
  3. Jamais
  4. Heaven Can Wait
  5. In The End
  6. Af607105
  7. Just Like A Woman
  8. The Operation
  9. The Songs That We Sing
  10. Voyage
  11. Trick Pony
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