Crowdfunding, nuovo album e cene vegane: qualche domanda agli EPO

A tre anni dal loro ultimo disco, Ogni cosa è al suo posto, gli EPO hanno lanciato una campagna di crowdfunding via Musicraiser per sostenere la pubblicazione di un Ep (l’uscita è prevista il prossimo Dicembre) e del nuovo quarto album, che sarà registrato in studio la prossima primavera e uscirà per l’etichetta romana La Narcisse. La partecipazione è stata subito così ampia che dopo appena una settimana i tre (Ciro Truzzi, Michele De Finis e Jonathan Maurano) hanno raggiunto la metà del budget richiesto di 4000 euro. Abbiamo intervistato Michele De Finis, chitarrista del gruppo, per toglierci qualche curiosità sul progetto di crowdfunding e su come suonerà il nuovo disco.

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1) Gli EPO sono una realtà longeva e affermata, come mai stavolta avete scelto la strada del crowdfunding? 

In sostanza mi piace pensare che sia un percorso che lega “idee” e “persone”, i due fondamenti del nostro lavoro. Ci siamo arrivati in modo “fantasioso”, da un lato era un modo per scandire il tempo promozionale che separa i due lavori in uscita, dall’altro abbiamo sentito così vicine le persone che vogliono bene al progetto che ci sembrava il modo più concreto di creare un’ interazione.

2) La campagna ha due obiettivi, la pubblicazione di un EP e del quarto album della band. Potete già rivelarci qualche piccola anticipazione sui nuovi pezzi? Come suonano?

Li trovo due dischi abbastanza in stile EPO, con l’ovvia “variabile crescita” dei singoli musicisti e uomini in causa.
L’aspirazione, spero non suoni presuntuoso, è sempre quella a un suono più “internazionale” – o almeno i dischi che abbiamo ascoltato nella stesura del disco lo sono.
Mi sembrano due lavori maturi, o comunque una buona foto di quello che siamo musicalmente e umanamente ora.


3) Nel giro di pochi giorni siete già oltre la metà dell’obiettivo minimo di raccolta fondi, insomma si può dire che la campagna di Musicraiser si sta rivelando un piccolo successo? Ve l’aspettavate?

Ci andiamo coi piedi di piombo, la strada è ancora lunga, ma siamo veramente frastornati da tanto affetto.

L’operazione crowdfunding è un vero è proprio lavoro nel lavoro, con tutto quello che comporta in termini di stress e impegno, ma è davvero sorprendente e inaspettato vedere gente anche dall’estero che ci sostiene e ci sta dietro nelle nostre piccole assurdità.

4) Il premio che sta attirando di più l’attenzione di raisers e curiosi è probabilmente la cena con gli Epo, con doppio menu: vegano e onnivoro. Ci fate qualche piccolo spoiler sul menu? E chi è il cuoco?

Anche questa è una cosa nata in autoironia e che invece sembra stare divertendo molto i raisers.

Io sono vegano da poco più di un anno e mi diverte cucinare, mi piace la dimensione conviviale del cucinare e della cena. Abbiamo quindi pensato “perché non invitare i raiser, Ciro suona e Michele cucina”. Poi si è scoperto che anche Ciro e Jo non se la cavano male ai fornelli, essendo però loro per una cucina onnivora e decisamente più “robusta” della mia. Insomma a quel punto ce n’è per tutti..

5) Il lancio della campagna è stato sostenuto anche con video teaser simpatici e cazzoni, in cui tutti e tre vi siete divertiti a creare un po’ di hype intorno al progetto. A chi è venuta l’idea, e avete qualche piccolo aneddoto dal backstage?

Guarda gli EPO sono così, consci delle loro incapacità su certi fronti e perennemente in bilico sul cercare di essere presi seriamente e non provarci neanche.

I teaser che vedi, ad esempio, avrebbero dovuto essere video in cui provavamo a dire davvero cose di senso compiuto sulla campagna. Ma il risultato era un disastro, e il tutto avveniva in un contesto in cui si va a 1000 su tutti i fronti, non c’è mai tempo di pensare “bene” le cose.

Per intenderci la location era il nostro studietto ed il girato era durante una pausa di una session di 4 ore di allestimento. Giorgio Lopez, che suonava quello show con noi, è anche un bravo maker. Morale della favola il solito pirla a caso tra i tre deve aver detto “Immaginate come sarebbe se fosse una cosa alla Ciprì e Maresco (che adoriamo) montata alla cazzo con tutti gli errori e gli imbarazzi in primo piano”…et voilà.

Sappiamo di dover migliorare questo aspetto ma d’altro canto non vogliamo neanche risultare troppo diversi da quelli che siamo.

6) Una dimensione essenziale negli EPO è sicuramente l’importanza che date alla musica dal vivo, aspetto che in un’epoca di talent si sta forse un po’ perdendo di vista. Che consiglio date a un qualsiasi ragazzo che vuol fare musica oggi senza cadere nella scorciatoia degli show televisivi?

Di fuggire a gambe levate!

Scherzi a parte non so se siamo in posizione di dare consigli; il mio maestro di chitarra dice sempre che “la musica è ossessione”. Lo trovo un riassunto efficace, ci piace molto la cura per i particolari, per il suono, per il suono d’insieme della band. Troviamo gratificazione nel lavorarci. il resto viene in modo naturale.

Non posso che augurare a chiunque lo stesso, perché è lì che trovo il senso del fare musica.

7) Avete qualche data in programma per i prossimi mesi? Dobbiamo aspettarci di ascoltare qualche pezzo dal vivo tratto dai due nuovi lavori?

Siamo fermi, stiamo ancora lavorando a tante cose. Da Dicembre si parte con la promo dell’EP, faremo degli showcase mirati, il tutto è ancora work in progress, adoro questa fase caotica pre organizzativa.

8) Un altro aspetto tipico della vostra musica è la cura dei testi insieme a quella degli arrangiamenti. Come nasce una canzone degli Epo? Lavorate prima sulle parole, sulla musica, o tutti insieme alla nascita di un pezzo?

Ciro è incredibile, canta, scrive, suona bene la chitarra, se la cava anche col programming. Viene spesso naturale seguirlo.

Va detto però che questo disco è assolutamente il disco di una band, nasce da delle impro che abbiamo poi rivisto e corretto assieme, ci sento distintamente la personalità di ognuno.

9) Siete partenopei, e Napoli con la sua viva scena musicale da un lato prescinde dalla solita rappresentazione che si fa della città, dall’altro conserva tradizioni musicali di indubbio fascino. Da questo punto di vista com’è il rapporto che avete con la città, alle porte del quarto lavoro?

Ottima domanda. “controverso” direi.

È indiscutibile il legame con la città e col dialetto – Ciro esordiva una ventina d’anni fa nei Core, prima band grunge in Napoletano, per dire.

Altro è il rapporto invece col “pulcinellismo”, col luogo comune napulegno sempre in agguato. In quello non tanto ci ritroviamo.

10) Vi lasciamo con un in bocca al lupo per il crowdfunding. Voi diteci tre ottime ragioni per sostenervi! 

Viva il lupo!

Direi:

  1. Stiamo, noi e voi, facendo la storia della cretineria su Musicraiser, quindi facciamola fino in fondo.
  2. Secondo me sono due bei dischi, vi piacerà averli.
  3. Ce le abbiamo tutte con noi, maledettamente belli, spigliati in video, grandissimi cuochi.

 

a cura di Giovanna Taverni

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