DIIV – Oshin

Voto: 7/10

La storia inizia con un tizio, Zachary Cole Smith, chitarrista, sebbene non membro del nucleo originale, della non indispensabile riverbero/surf-pop band Beach Fossil. Il ragazzo comincia ad assemblare pezzi per un progetto solista, trova dei compari per le esibizioni e, dalla diffusione online di un video live del pezzo Sometime in un club a Brooklin lo scorso Ottobre, si innesca un non indifferente buzz online, prontamente sorretto da periodiche release di singoli e anticipazioni. La copertura è massima e, dopo l’incidente di percorso relativo al cambio di nome da Dive (già legato ad una band Belga) a DIIV, al momento giusto, come da copione, esce l’acclamato debutto per Captured Tracks.

Il ragazzo non ha mai proposto molto di più di un, pur interessante, guitar-pop nostalgico che si snoda in un raggio sonoro dal dream allo psichedelico e nessuno si aspettava qualcosa di più, insomma era un disco a cui potersi approcciare anche con un minimo di scetticismo. Il fatto è che già a pochi minuti dall’inizio, Oshin di segnali di vita ne da eccome, le distanze dal dream pop da spiaggia più pigro e paraculo cominciano a manifestarsi, niente è troppo gratuito in termini di derivatività, nessun pezzo è troppo cantato (ovviamente non il focus del progetto), i tempi mai affrettati, c’è anzi un continuo dilatarsi delle strutture che lascia tutto il tempo per code, ripetizioni ipnotiche e immersioni shoegaze con chiare radici nell’improvvisazione.

Il centro della melodia è tutto nei fraseggi di chitarra che, squillante e in primissimo piano, regala episodi veramente brillanti, circondata da riverberi ambientali in cui è immersa la voce, il tutto sorretto da linee di basso strettamente post punk, a dare l’atmosfera tipicamente C86, sospesa tra indie pop americano e appeal nord britannico fine anni ’80, un naturale flusso riccamente evocativo con influenze dal post punk statunitense al krautrock, dai Cure ai Nirvana. Il tutto è più cupo e psichedelico dell’aspettativa media, i pezzi sono buoni, il disco stra-godibile e il one man project più hip dell’anno si conferma anche tra i più validi.

Tracklist

  1. (Druun)
  2. Past Lives
  3. Human
  4. Air Conditioning
  5. How Long Have You Known
  6. Wait
  7. Earthboy
  8. (Druun Pt. II)
  9. Follow
  10. Sometime
  11. Oshin (Subsume)
  12. Doused
  13. Home
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