Dj-set internazionale su Mario Monti

Ma Monti, ci piace o non ci piace? Non che in questo momento il parere del popolo italiano abbia un particolare peso, anzi. Ma sui giornali se ne parla molto, in tv se ne sproloquia a non finire. In politica, c’è già chi è entrato in pieno nel clima da campagna elettorale, come il vecchio B., che prima appoggia entusiasta il nuovo governo e un momento dopo sbraita vagheggiando sulle nuove elezioni. Ancor più interessata a far proseliti che a salvare la dolce in vita sull’orlo del baratro la Lega Nord, che torna carica di entusiasmo a inveire contro tutti dai banchi dell’opposizione. Vogliamo portare una ventata di chiarezza e obiettività? Allora per sicurezza andiamola a cercare da qualche altra parte.

Un po’ più in là, in Germania ad esempio. Il quotidiano tedesco Die Tageszeitung in 40 righe riassume con sconcertante freddezza nordica la situazione. L’articolo, tradotto da Internazionale, che dopo Bye Bye Berlusconi dedica il suo ultimo numero al nuovo premier: “L’ora dei tecnocrati. La politica ha fallito. L’Europa si affida a Mario Monti e a Lucas Papademos per uscire dalla crisi”.

Ai tedeschi si sa piacciono i numeri e l’articolo di Michael Braun inizia così: “Un governo italiano forte come quello di Monti si è visto raramente. Il nuovo presidente del consiglio dei  ministri ha l’appoggio di oltre 500 dei 630 deputati, e sembra molto deciso a far pesare questa sua forza. Ha già annunciato che non intende presiedere un governo a tempo, bensì restare in carica fino alla primavera del 2013, cioè fino alla fine naturale della legislatura”.

Ok, questo è già un bel punto fermo. Per avere un’idea anche un filo più chiara, per non rimanere senza parole al bar e per sapere se il vostro vicino di casa vi sta prendendo in giro, vi invito calorosamente a dare una bella ripassatina all’elenco dei nuovi ministri qui (giusto per ricordare che interno, giustizia e welfare, per la prima volta nei secoli dei secoli, sono stati affidati alle donne) e poi un ancor più caloroso invito a leggere, per davvero (magari saltando la parte dove ringrazia tutti quanti, ma sono giusto le prime righe) il programma del neo premier. Anche solo per abituarsi in vista delle elezioni, che prima o poi, ci saranno.

Continua il Der Tageszeitung  “Un governo di tecnocrati senza politici, un parlamento senza opposizione: siamo lontani mille miglia dalla normalità democratica, normalità a cui l’Italia deve tornare non appena superata la fase acuta della crisi”.

E ancora “Se questo non avviene, sarà stato prematuro festeggiare l’uscita di scena del governo Berlusconi. Perché i professori vicini alle banche e al Vaticano che compongono il nuovo governo guidato da Mario Monti sembrano fatti apposta per offrire pretesti alla propaganda populista anche se faranno la cosa giusta, per esempio tassare i grandi patrimoni”.

Attenzione dunque, facciamo attenzione. Molta attenzione. E già che si parla di elezioni, meglio anche dare una bella ripassata alla tanto discussa questione della legge elettorale.

Ma forse bisogna permettersi di sprecare almeno altre cinque righe, giusto per riflettere un altro po’. Gideon Rachman sul Financial Times invita a considerare un altro aspetto, questa volta a favore del nostro nuovo governo “di impegno nazionale”. Dopo aver constatato che l’arrivo dei tecnocrati non da tutti è salutato con entusiasmo, Rachman gli riconosce almeno un vantaggio “nel corso di una crisi finanziaria si sentono a proprio agio con le oscillazioni degli interessi sui titoli di stato. E dato che non mirano a una lunga carriera politica, forse riescono a prendere decisioni difficili”.

M&M ha già più volte dichiarato di non volersi candidare alle prossime elezioni. Per le decisioni difficili, non resta che attendere le prossime puntate.

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