Il festival ai piedi del Castello | Intervista al Ferrara sotto le stelle 2017

Alt-J, Fleet Foxes, White Lies, Agnes Obel e Thegiornalisti. Sono questi i primi nomi del Ferrara sotto le stelle 2017, giunto alla ventiduesima edizione della sua storia, confermandosi ancora una volta tra i festival più importanti del nostro paese. Arricchito come sempre dalla cornice del castello e dalla cordialità emiliana. Ne abbiamo parlato con Elisa Giusti che ha raccolto questo gennaio il testimone da Roberto Roversi nella conduzione del festival dopo sedici anni. Ci siamo fatti raccontare retroscena e progetti futuri di quella che si annuncia una delle edizioni più interessanti della sua storia.

Intervista a cura di Francesco Pattacini

L’immagine di copertina è di Luca Gavagna©

 

Ventidue anni di storia sono davvero tanti. Ma com’è nato tutto? Quale edizione vi è rimasta più nel cuore?

La passione per la musica di un gruppo di ragazzi, la voglia di ampliare l’offerta culturale in città e l’appoggio di Arci e del Comune di Ferrara hanno dato origine al festival. I ferraresi sanno essere ambiziosi e i fondatori della manifestazione sono oggi vicesindaco, assessore e presidenti di associazioni culturali. Negli anni la rassegna è molto mutata, specialmente dagli inizi ai primi anni 2000, ma non si è mai snaturata.
L’edizione che più mi è rimasta nel cuore è quella del 2011: è stato l’anno in cui ho iniziato a lavorare per il festival, vedendo il mio sogno realizzarsi. Il concerto di Sufjan Stevens al Teatro Comunale è uno dei più emozionati a cui abbia mai assistito e credo che chi era presente lo ricordi con entusiasmo. Nella stessa edizione abbiamo ospitato PJ Harvey, The National con il tour di High Violet e Beirut, per la prima volta in Italia… insuperabile.

La cornice dei concerti è surreale, la piazza con il suo castello è il simbolo della città di Ferrara, e vediamo come sempre più spesso le rassegne si spostano dal centro. Quanto è importante per voi questo contatto con la vostra realtà?

Abbiamo sempre goduto del supporto degli organismi comunali e delle istituzioni che hanno incoraggiato e sostenuto il festival sin dalla sua nascita. Siamo estremamente grati per l’accoglienza che ci hanno dimostrato i cittadini ferraresi nel corso degli anni e speriamo di riuscire a restituire con la nostra offerta almeno in parte quanto ci hanno dato. Portare artisti internazionali nel cuore pulsante di una città come Ferrara è un valore inestimabile e la Piazza che fa da cornice ai concerti è davvero unica. Anche gli artisti lo riconoscono, appena scesi dal tour bus in Largo Castello rimangono ammaliati dalla bellezza di questi luoghi. Ferrara è speciale ed è importante poter contribuire a far risaltare una città che non sempre ha l’attenzione che si merita.

La nostra guida ai festival italiani dell’estate 2017

Nel corso degli anni avete ospitato grandissimi artisti da ogni parte del mondo e di ogni genere musicale. Nella line up nomi importantissimi e storici (Bob Dylan, Lou Reed, Radiohead.. ) sono sempre stati accompagnati da novità e prime assolute nel nostro paese. Come lavorate a livello di produzione? Quali sono le caratteristiche che cercate nei musicisti?

Cerchiamo di calibrare il programma coniugando nomi di riconosciuto prestigio e giovani autori di talento, tenendo sempre in considerazione gli spazi che abbiamo a disposizione. Non è sempre facile costruire una line-up d’eccezione adeguata alla capienza delle venue. La parola d’ordine è sempre qualità: non metterei mai sul palco un artista che non mi convince. Personalmente sono coinvolta dalla musica contemporanea e mi piace essere aggiornata e al passo con i tempi. Vorrei però che il festival fosse di tutti e non per pochi, per cui vado oltre il mio gusto personale e tengo le orecchie e la mente aperte per cercare di incontrare i desideri del pubblico.

 

Arctic Monkeys // Francesco Pattacini @Ferrara sotto le stelle 2013

 

Ospitare l’unica data degli Alt-J nel nostro paese e, soprattutto, vicinissima all’uscita del loro terzo album, rende questo evento ancora più atteso, ma non è l’unica. Anche Fleet Foxes e Agnes Obel saranno a Ferrara per l’unica data dell’estate, accanto a Thegiornalisti e White Lies. Band degli ultimi anni che, tendenzialmente, vanno contro alla gran parte dei festival che preferiscono puntare su nomi con più ‘storia’, è sintomo di qualcosa sta cambiando?

Credo che la tendenza dei festival, soprattutto a livello europeo, sia quella di coinvolgere sempre di più artisti contemporanei che auspicano a diventare storici negli anni a venire. Basta dare una veloce occhiata alla line-up del Primavera Sound di Barcellona per accorgersi che solo una piccolissima parte degli artisti coinvolti è sulla scena da prima degli anni 2000. In fondo è giusto così: quando riguarderemo il programma di Coachella, Glastonbury, Roskilde sarà come rivedere un’istantanea dei tempi che furono e tireremo le somme su chi ce l’ha fatta e chi no. È anche vero che le nuove leve hanno più voglia e necessità di imbarcarsi in lunghe tournèe rispetto ai mostri sacri dell’ambiente, rendendosi più appetibili sotto diversi punti di vista.

Quando i festival hanno così tanti anni, si forma una specie di affetto con il pubblico, anche da fuori Ferrara ed Emilia Romagna. Quanto è importante per voi coltivare questo rapporto?

È un aspetto che mi sta particolarmente a cuore proprio perché io stessa provo questa forma di affetto per manifestazioni e club dislocati in tutta Italia. Mi piace pensare che molte persone si interessino al nostro festival, come ad altre realtà nostrane, per rimanere aggiornate sulle tendenze musicali e che si possano presentare ai concerti anche senza conoscere l’artista, fiduciose della qualità che da sempre vogliamo garantire. È bello ricevere mail e contatti sui social e facciamo il possibile per rispondere alla maggior parte delle segnalazioni, anche se non sempre è fattibile. Mi immedesimo molto nel pubblico, facendone io stessa parte in svariati contesti, e tendo a comportarmi di conseguenza.

Qualche esperienza del backastage passata alla storia?

Il backstage di un concerto è nell’immaginario collettivo quanto di più glamour esista nell’ambiente rock ‘n’ roll, anche se non sempre questa visione rispecchia la realtà. Ci sono tanti aneddoti e come tali a volte vengono romanzati e mistificati. Si vocifera di artisti ubriachi fradici nel backstage, di musicisti che si aggirano nudi di notte per Piazza della Repubblica, di feste danzanti improvvisate nei camerini o di cantanti che offrono l’aperitivo ai fan in Piazza Castello. Il mio ricordo preferito però riguarda i Sigur Ròs e quella volta che ci hanno insigniti della loro medaglia d’onore (con tanto di effige di una pecora islandese!) come una delle migliori produzioni del tour; è stato un grandissimo riconoscimento per il meraviglioso lavoro della squadra.

Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro?

Ho ereditato il festival da Roberto Roversi, che ha guidato la manifestazione per 15 anni e l’ha resa quella che è oggi. Il suo percorso è stato impeccabile e vorrei continuare sulla strada già battuta per garantire continuità e il livello di eccellenza al quale ci ha abituati. Se le condizioni lo permetteranno mi piacerebbe in futuro ampliare la programmazione del festival al di fuori del periodo estivo sfruttando spazi più piccoli della città per realizzare qualche concerto indoor.

Per saperne di più:

Ferrarasottolestelle.it

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