Fyre Festival, il festival del disastro a prezzo extralusso

Ora è stato annullato. Ma sulla carta il Fyre Festival doveva essere il grande festival extralusso per ricchi americani immerso nel meraviglioso set di un’isola privata delle Bahamas, che apparteneva nientedimeno che a Pablo Escobar – o almeno così diceva la grande campagna di marketing che aveva accompagnato il lancio del festival. Pare invece si sia trasformato in un disastro. Biglietti in vendita dai 4.000 ai 12.000 dollari, pacchetti aerei con alloggio incluso extra-lusso, modelle sugli yacht, grandi party all’aperto, concerti esclusivi: il festival organizzato dal rapper Ja Rule prometteva tutto questo. Peccato che poi il tutto si sia trasformato in uno dei twist of fate e live tweet più divertenti della storia.

Tutto il casino è cominciato il giorno d’apertura del festival, giovedì scorso, quando sono arrivati sull’isola i primi esclusivi fortunati, e il sogno della spiaggia paradisiaca privata si è scontrato con la dura realtà. Dove sono le modelle e il cibo sopraffino promesso? Dove sono i nostri comodi alloggi? I primi arrivati cominciano a lamentarsi su twitter, reddit, e tutta la sacra corona dei social riunita. Il campo di tende che trovano ad accoglierli sull’esclusiva isola che fu di Escobar fa venire in mente ai paganti un campo di rifugiati. [che esagerati questi kids, eh?]

E così l’evento più glamour dell’anno si è trasformato in un’esperienza terrificante, con un’escalation di racconti che continuavano a testimoniare la realtà contro le grandi aspettative promesse da Ja Rule (al ritmo di expectations vs. reality). A un certo punto appare la foto di un sandwich che diventa il simbolo dell’intero Fyre Festival: ecco cosa ci servono qui al grande evento di lusso dentro una confezione in polistirolo, dopo che nei depliant veniva promessa un’esperienza unica e sopraffina della cucina tipica locale (c’era anche il tipico sushi delle Bahamas, per dire). [Naturalmente gli americani a casa, che non sono riusciti ad accedere all’esclusivo evento, hanno cominciato a rispondere coi loro sandwich altrettanto esclusivi costati un po’ meno di 12.000 dollari]

La grande campagna di attrazione al Fyre Festival era diventata di tendenza anche grazie ad alcune modelle americane che sponsorizzavano l’esperienza del Fyre (oltre a un team – pare – di 500 instagram influencer). Parliamo di nomi conosciuti a una certa America come Emily Ratajkowski e Bella Hadid che via Instagram avevano alzato l’asticella delle aspettative. Qui sotto trovate il promo dell’immersive music festival on a remote and private island, the best in food, art, music and adventure feat. Pablo Escobar.

Il caso ha voluto che in tutto questo caos fosse coinvolta come promoter anche la povera Kendall Jenner, già reduce quest’anno dal grande successo della pubblicità della Pepsi. È decisamente il suo anno magico. Probabilmente la Jenner è una sopraffina boicottatrice del sistema.

Kendall Jenner offre una pepsi in segno di pace a tutti quelli che chiedono il rimborso per il festival

Ma torniamo al racconto del festival, ovvero quel grande live report in diretta che è riuscito a incantare più del Coachella.

Tra valigie perdute (o sequestrate), aerei privati che scortavano da Miami alle Bahamas il pubblico al buio, mancanza di personale e di birra (!) una volta arrivati sull’isola delle meraviglie, i paganti hanno cominciato a presentire puzza di truffa e chiedere a gran voce il rimborso agli organizzatori. Pare che però il Fyre Festival non preveda il rimborso dei biglietti e dei pacchetti che ha organizzato per il festival (“All sales are final. There are no refunds“). Ja Rule ha pensato proprio a tutto insomma.

Ma andiamo alla musica. Qual era – nelle intenzioni – la line up del festival esclusivo delle Bahamas che avrebbe dato filo da torcere al Coachella? Il più grande attrattore tra i nomi del festival era quello dei Blink-182, diciamo pure l’headliner. A corollario anche Skepta, Rae Sremmurd, Disclosure (dj-set, non live) e altri nomi. Ma i Blink-182 annullano il live a poche ore dall’inizio del festival, perché non potevano dare nessuna certezza sulla qualità della loro performance ai loro fan. Eppure il Wall Street Journal qualcosa sembrava aver presentito già lo scorso marzo, quando aveva anticipato che alcuni artisti nel cartellone del festival non erano ancora stati pagati.

Così è cominciato il tentativo di fuga degli avventori dall’isola. Peccato che anche fuggire, a bordo dell’aereo privato per Miami, sembrasse difficile. Ne sono nati appelli alle compagnie americane e alle ambasciate.

Il ministro del turismo delle Bahamas ha addirittura chiesto scusa, “we offer a heartfelt apology to all who traveled to our country for this event“. Ja Rule pure, scrivendo che non è colpa sua ma si prende la responsabilità. L’altro organizzatore del festival, Billy McFarland, ha dichiarato a Rolling Stone: “siamo stati un po’ ingenui, l’anno prossimo ci organizzeremo meglio prima“. Viva l’ottimismo di McFarland.

Il festival è stato stranamente annullato. Ma c’è chi ha creato un comunicato fake di Ja Rule.

Ce la farà McFarland il prossimo anno a organizzare la seconda edizione del Fyre Festival?

Exit mobile version