Gorilla, amore mio: raccontare con ironia la comunità afroamericana a New York

Sur edizioni, per la collana BigSur, pubblica Gorilla, amore mio, raccolta di quindici racconti della scrittrice afroamericana Toni Cade Bambara, scritti tra gli anni Cinquanta e l’inizio dei Settanta. Protagonista del racconto che dà il titolo al libro – e ad altri – è Hazel Parker, una bambina di colore con un temperamento esplosivo. Invisa a ragazzette smorfiose e temuta dai maschi prepotenti, Hazel si fa largo in società a denti stretti, con le idee chiare sulla giustizia sociale, la cattiveria, la sopravvivenza quotidiana.

Questo libro rappresenta, tra ironia e presa di coscienza, una testimonianza sui modi di vivere delle famiglie afroamericane più povere nella Grande Mela. I personaggi di Toni Cade Bambara sono quasi tutti giovani donne insolenti ma simpatiche, con uno spiccato senso dell’osservazione e un’innata voglia di rispetto ed uguglianza. Qualcuno ha chiesto all’autrice se Hazel, in particolare, possa considerarsi un suo alter ego: lei ha risposto che no, che Hazel è tratteggiata sull’immagine di quanti resistono per non soccombere. Di Hazel, particolarmente amata dai lettori, racconta lei stessa in un’intervista pubblicata sul blog della casa editrice:

La ragazzina di Gorilla, amore mio (il racconto, ma lo stesso vale per tutte le ragazzine del libro) è il tipo di persona che finisce per sopravvivere, e la sua sopravvivenza è un trionfo. Soprattutto perché è estremamente umana, si sente coinvolta, e questo sentimento è sentito. Di certo non è un personaggio autobiografico, anche se naturalmente alcuni aspetti della mia personalità che mi piacciono molto sono simili ai suoi. Assomiglia parecchio a persone che mi piacciono. Tuttavia mi troverei in difficoltà a individuare nella vita reale la fonte da cui è scaturita”.

Toni Cade Bambara si tiene lontana dalla non fiction, sebbene attinga a piene mani dalla sua esperienza. Mette in scena una visione delle cose peculiare, stando ben attenta a non sconfinare nel personale. Non fa segreto della sua propensione verso gli idealisti e i combattenti, ricordandoci in qualche modo Grace Paley, altro genio della narrativa americana impegnata nella tutela dei diritti sociali e politici. Le situazioni di Gorilla, amore mio sono quotidiane, hanno a che fare con la strada, le scuole, i parchi. Le stagioni mutano come la vita, e cambiano insieme ai personaggi dei racconti. Oltre la voce di Hazel, resta impresa l’adolescente voce narrante del racconto Dolce città. Gli occhi scivolano su parole leggiadre e nostalgiche, intrise di giovinezza e speranze nel futuro. Ci sono passaggi di una tale bellezza, tipo questo:

È difficile credere che ci sia stata una sola primavera e una sola estate quell’anno, il quindicesimo della mia vita. Difficile credere che io abbia sperperato così in fretta la giovinezza nel parco giochi della dolce città assolata, teatro scatenato della mia età verdacerba. Eppure, è andata così”.

Toni Cade Bambara ha iniziato a scrivere da piccola. L’approccio con le parole è stato divinatorio e salvifico. Leggerla è divertente, ma non banale. Le sue osservazioni restano, perdurano, maturano nel lettore e lo arricchiscono. La leggerezza è un pregio, e questa autrice ce lo ricorda bene.

 

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