Grillo tuona: «Legge elettorale, golpe contro di me!»

La legge elettorale in via di elaborazione alzerebbe il tetto del premio di maggioranza dal 40% al 42,5%. Per questo dato si è praticamente scatenato un putiferio sollevato da Grillo che si sente come la vittima di questa decisione. In pratica, sostiene il comico, la mossa sarebbe un attacco al suo partito che ha addirittura definito come un “golpe premeditato” l’innalzamento della soglia.

Bersani però non ci sta, anzi, e dichiara l’ingovernabilità del paese nel caso in cui una legge del genere passasse in parlamento (la proposta arriva da PDL, UDC e Lega) e ribadisce il suo favore per il maggioritario con doppio turno o per un (generico) premio di governabilità per chi raggiunge la percentuale più alta.

L’elemento che ha realmente scatenato il problema è stato un intervento di Schifani che, recatosi in visita ad una comunità creata da Fiorello (la casa di Andrea e tutti i fiorellini del mondo) per supportare bambini e famiglie sottoposte a cicli di cure negli ospedali romani, ha dichiarato: “è indispensabile fare la riforma della legge elettorale se no Grillo altro che al 30% ce lo troviamo all’80%”. Schifani conferma ciò che Grillo sostiene regalandogli un assist preciso (oltre a fare la figura di chi crea una legge per i propri fini, ma a questo Berlusconi ci ha ben abituato).

Questa dichiarazione, infatti, ha permesso ancora una volta al comico genovese di urlare al complotto dichiarando dal suo blog: “Di fronte al colpo di Stato del cambiamento della legge elettorale in corsa e al tetto del 42,5% per il premio di maggioranza per impedire a tavolino la possibile vittoria del M5S e replicare il Monti bis, la Ue tace”. Grillo vittimizza ancora (inveendo contro premio Nobel per la pace), ribadendo il proprio essere personaggio-macchietta in una retorica che sta ben funzionando. Tanto per dare un esempio “se siete vittime voi [elettori] allora anche io lo sono” in un tentativo vincente di creare empatia webbarola con i suoi sostenitori.

La piddina Finocchiario sostanzialmente ricalca le parole di Bersani affermando che l’innalzamento della soglia al 42,5% serve a far vincere nuovamente il PDL e a far perdere il PD, una riforma elettorale che non potrebbe garantire una corretta governabilità del paese. Tutti a piangersi addosso sperando che questa riforma elettorale non passi.

In pratica PD e Grillo una volta tanto sembrano andare d’accordo contro uno Schifani golpista che attenta alla legittimità del M5S e al lavoro mediatico del PD che si sta affannando tra marketing e contraddizioni in quelle che sono delle primarie rivelatrici di spaccature e antagonismi che sembrano essere insormontabili. Da un Renzi che non ha mai letto Marx a un Bersani che si riscopre improvvisamente socialista passando per un Vendola che dice poco o niente, sembra che Grillo con le sue tecniche comunicative abbia messo un altro punto a proprio favore grazie alla dichiarazione di Schifani.

Infine vorrei sottolineare un punto. Il post di Beppe Grillo di oggi si conclude con un “ci vediamo in parlamento, sarà un piacere.” Vuol dire forse che alla fine sta decidendo di candidarsi? Alla fine forse il leader di un movimento che si dichiara “impersonale” (anche se la proprietà del logo e del partito sono ufficialmente del comico) si sta sbilanciando? E intanto Di Pietro toglie il nome dal proprio simbolo. Il berlusconismo personalistico è morto. Che Grillo sia un tentativo di rianimarlo?

P.S.: Lettura consigliata: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=10112
P.P.S.: Ferrero tace.

(Foto dalla Rete)

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