Handmade Festival: ” L’idea di festa è e deve rimanere un principio fondamentale.”

In attesa della settima edizione in programma per il primo giugno abbiamo incontrato Alessio Artoni, uno degli organizzatori dell’Handmade Festival di Guastalla, una realtà che con gli anni si è sempre più confermata essere fuori dal coro, portando qualità e un’idea di musica diversa e più fatta in casa.


L’Handmade è alla settima edizione e, da piccola esperienza di un gruppo di amici, è diventata una realtà non più soltanto emiliana, ma che coinvolge persone e band di ogni parte d’Italia e non solo. Qual è la storia dietro questo festival? Da dove siete partiti ma, soprattutto, negli anni la necessità (quella di coinvolgere il pubblico e promuovere la musica di qualità) è cambiata?

La prima edizione di Handmade Festival risale al 2007 da un’idea mia e degli amici Jonathan Clancy (A Classic Education/His Clancyness)e Danilo Incerti (Welcome Back Sailors). La prima, ormai mitica location il The Cleb, era allora la nostra sala prove e talvolta location per feste e piccoli intimi concerti. Una sera del 2006 tutti e tre al bancone del bar si fantasticava su di un mini festival da proporre proprio in quella location e da condividere perlopiù con amici e amici di amici. Da allora, ogni edizione successiva, il mini festival si è fatto via via più importante e sostanzioso fino al 2013, anno di cambio location per motivi di spazio e sicurezza.L’idea di base è la stessa di sette anni fa con solo la consapevolezza in più di essere cresciuti come festival dal punto di vista organizzativo e di presenze, ma lo spirito e la necessità di coinvolgere il pubblico e promuovere musica di qualità è rimasta immutata da allora.

Dietro ogni cosa si nasconde sempre un obiettivo o una filosofia. Con quali l’Handamade è partito e continua ad andare avanti?

Il nostro obiettivo è sempre stato quello di proporre musica di qualità in un contesto rurale, come le nostre campagne, lontano da ogni meccanismo cittadino e consolidato, fuori dagli schemi. Il solo fatto che il festival si chiami Handmade la dice lunga sulla filosofia che vogliamo perseguire e questo, crediamo, sia il nostro valore aggiunto.

Chi viene all’Handmade si accorge subito che quel “fatto in casa” è sinonimo di naturalezza, non solo della location, ma per il particolare senso di complicità che sorge fra le band e il pubblico. Questa caratteristica incide sulla scelta delle band?

In realtà penso che proprio questo senso di naturalezza e di complicità tra le band sia in un certo modo il vero ‘successo’ del festival. A nessuna delle band coinvolte nei vari anni di festival si è dovuto spiegare cosa fosse per noi l’Handmade, ognuno di loro ha partecipato con lo spirito giusto fin dalla prima edizione in modo del tutto spontaneo e naturale. Questo mi porta a pensare che ci siano una serie di fattori legati al nostro modo di concepire il festival che siano già presenti nel momento della scelta delle band ma che poi tutto il resto venga di conseguenza in modo del tutto naturale e non scontato. L’unica caratteristica nella scelta delle band è che ci devono piacere tantissimo. Il resto vien da sé.

Questa sarà l’edizione con più band in assoluto, i nomi stranieri sono aumentati, lo vedete come un punto di arrivo o come un passo di un percorso in continuo divenire?

Il nostro obiettivo è senz’altro quello di crescere dal punto di vista delle proposte musicali perciò il fatto che quest’anno ci siano un maggior numero di band straniere è sicuramente da intendere come un buon passo di un percorso in continuo divenire. Questo non determina però il fatto che sarà un’ edizione migliore delle altre solo per il fatto che ci siano più band ‘da fuori’, ma solo un piccolo passo in avanti per la crescita del festival.

Il concetto di handmade e musica di qualità sono due strade che si incrociano ma che a volte si perdono di vista, soprattutto negli ultimi tempi in cui, spesso, si pensa prima alle major che ai concerti davanti a poche persone. Vuole essere un memorandum per altre realtà, o un mezzo per ricordare che la musica non è solo sold out ma è fatta anche (o soprattutto) dal rapporto diretto fra musicisti e persone senza troppi fronzoli?

La musica come la intendiamo noi è soprattutto rapporto umano, sudore, chilometri, scambi di opinioni, collaborazioni, concerti, sorrisi, pacche sulle spalle e molto altro. Il festival vuole essere proprio questo, eliminare quella linea di confine che, in altre realtà ben più grandi della nostra, si viene a creare tra la band ed il pubblico. Non esistono aree riservate o cose del genere, non è nostra filosofia suddividere musicisti e pubblico, anzi! E la cosa che ci rende maggiormente orgogliosi è che questo tipo di atteggiamento da noi nasce assolutamente spontaneo da parte di tutti.

Non ci saranno solo più band ma anche un palco interamente gestito da Musica nelle Valli, un festival che condivide con voi alcuni aspetti fondamentali. Da dove nasce questo rapporto e perché inserirli nella vostra realtà?

Uno dei motivi principali, come dici giustamente tu, è il fatto che Musica nelle Valli condivida con noi molti aspetti fondamentali, anzi Tizio, aka Bob Corn e Fooltribe sono stati tra i primi a concepire un festival dallo spirito libero che ci ha ispirato profondamente nella voglia di fare una proposta come l’Handmade. Siamo molto contenti di questa collaborazione.


L’idea generale è che i veri festival ci siano soltanto all’estero, quando in Italia iniziamo a difenderci bene. L’Handmade in questo senso è una dimostrazione del fatto che se si ha la voglia si può arrivare dappertutto. Quali consigli dareste a chi ha sempre pensato di mettere su qualcosa di piccolo nella propria Gustalla personale ma che si è sempre trovato davanti ostacoli prima ancora di partire?

Suonerà un po’ banale ma credo che la passione, quella con la P maiuscola sia già un gran punto di partenza, la genuinità è un’altra bella cosa e bisogna crederci fino in fondo e l’arma vincente rimane e rimarrà sempre quella del divertimento. Divertirsi è fondamentale! L’idea di festa è e deve rimanere un principio fondamentale.

Grazie ragazzi, ci vediamo all’Handmade!

Grazie a voi! A presto!



LINE UP:

– Massimo Volume
– Dirty Beaches
– Pow!
– La Femme
– His Electro Blue Voice
– My Awesome Mixtape
– Did
– Green Like July
– Tara Jane O’Neil
– Machweo
– His Clancyness
– Joyce In Pola
– Chow
– Own Boo
– Memory Boys
– Bob Corn
– Al Doum and The Faryds
– For Food
– Ali Muhareb

 

1 Giugno 2014

Guastalla – Reggio Emilia
Via Bonazza 55, località Tagliata, Guastalla (RE)

INGRESSO A OFFERTA LIBERA

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http://www.facebook.com/handmadefestival

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