His Clancyness – Vicious

Di Jonathan Clancy se ne sentirà parlare, e non è un caso se l’occhio lungo della britannica FatCat Records (gente che ha lavorato con Sigur Ròs e Animal Collective, per intenderci) è caduto sul giovane canadese trapiantato a Bologna, volto già piuttosto noto al pubblico indie italico. His Clancyness è infatti la seconda anima del frontman degli A Classic Education, oggi al suo primo lavoro full-length, uscito proprio con la prestigiosa etichetta d’oltremanica.

Lavoro registrato a Detroit, presso gli studi della High Bias Recordings, Vicious ha tutto il fascino delle migliori produzioni internazionali, ricco com’è di sfumature che rimandano ora al glam, ora alla psichedelia, passando per il più ammiccante indie-rock, con un tratto compositivo che tuttavia non perde mai la sua personalità.

A metà strada tra il nostalgico e lo scazzato, Clancy mette in fila dodici tracce che, pur nella loro eterogeneità, finiscono per comporre un mosaico privo di sbavature, laddove l’attitudine alle coinvolgenti ritmiche in stile The Strokes (“Safe around the edges”, “Run wild”) incontra senza timore i tappeti di synth di “Miss out these days” e “Hunting men” o le atmosfere trascinate di “Slash the night”.

Sentori di America emergono nelle melodie country di “Gold diggers”, mentre più evidente diventa la varietà dei suoni in brani come “Machines” e “Crystal clear” in cui, muovendosi in ambientazioni vicine al pop più psichedelico, Clancy & co. mettono a segno due tra i momenti più riusciti dell’album.

Non manca poi la parentesi intimista, affidata ad “Avenue”, una ballata dedicata alla città di Bologna e costruita per lo più sull’immancabile binomio voce-chitarra, solo sul finale arricchito da leggeri inserimenti di batteria e tastiere, in netto contrasto con lo sporco rock’n’roll di “Zenith diamond”.

Si chiude così con le sfumature psych-rock della strumentale “Castle sand ambient” e con “Progress”, pezzo che sembra riavvolgere il filo conduttore dell’intero lavoro collocandosi sulla scia di quanto fino a quel momento ascoltato, per sciogliersi infine in una lunga ed avvolgente coda dalle traiettorie circolari.

Non sembra azzardato affermare che la scommessa His Clancyness abbia dato i suoi frutti, con un lavoro godibile che riesce a reggere livelli più che buoni per tutta la sua durata: a Brighton ci hanno visto giusto e non è difficile immaginare che Vicious diventerà un’ottima compagnia di questi mesi autunnali.

Tracklist:

  1. Safe around the edges
  2. Miss out these days
  3. Gold diggers
  4. Hunting men
  5. Slash the night
  6. Run wild
  7. Machines
  8. Avenue
  9. Crystal clear
  10. Zenith diamond
  11. Castle sand ambient
  12. Progress
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