I corti di Giovanni Meola: il talento di un autore teatrale al servizio del Cinema breve

La forma cortometraggio negli ultimi anni ha assunto il ruolo di oasi indipendente dell’arte cinematografica, e ha permesso non solo ad autori affermati di svincolarsi da alcune convenzioni del mercato, imprigionato da produzione e distribuzione malata, dando vita a sperimentazioni e idee originali, ma sopratutto concede ai registi emergenti di fare esperienza e di cominciare il lavoro sul campo, con cast e set veri e propri avendo a disposizione budget limitatissimi se non inesistenti; in molti casi creando opere di ottimo livello sia tecnico che narrativo. La visibilità non è tanta e spesso si limita ai circuiti festivalieri e a qualche cineforum con impavidi organizzatori o gestori di locali cinefili;  anche se la diffusione dei corti sta aumentando grazie a internet, ai social network, alla condivisione di video che fa conoscere portali creati apposta per fare da vetrina alle opere dei videomaker.

In tale ambito vengono fuori piacevoli rivelazioni come Giovanni Meola: autore teatrale, direttore artistico della compagnia Virus Teatrali, comincia il suo percorso cinematografico nel 2006 quando gira il primo cortometraggio.

Il Pinocchio Carognone è un viaggio crudo nell’universo dei killer della camorra, mostrato attraverso la prospettiva di due ragazzi fieri e orgogliosi di quello che fanno al punto da non ammettere concorrenza come esecutori degli ordini del boss; la loro onnipotenza si specchia nella parabola discendente di un “collega” che invece di farli rinsavire li renderà ancora più schiavi della smania di ricchezza e potere. Il corto, selezionato per 33 concorsi nazionali ed internazionali nel solo 2007 vincendo 11 premi, mette in parallelo i personaggi con i protagonisti del Pinocchio di Collodi rendendolo paradossale e metaforico metro di paragone.

Nel 2010 Giovanni Meola gira Bando di Concorso ancora sul tema della malavita ma cambiando completamente registro narrativo: stavolta i toni sono leggeri, parodistici e in alcuni casi esilaranti tanto che si racconta di un bando indetto da un boss per scegliere quale tra i suoi killer fidati dovrà uccidere il camorrista rivale, ma la prova da superare non prevede l’uso di armi; gli aspiranti assassini devono dimostrare di saper leggere/recitare ‘A Livella di Totò…e questo diverrà emblema morale per la fine della storia.

Tra i due lavori incentrati sulla criminalità Meola nel 2008 ha diretto In Apnea, un cortometraggio che intreccia più storie prendendo spunto dalle diversità sociali e rendendo l’opera un racconto corale che giunge a mettere simbolicamente l’accento sull’inevitabile connessione tra le esistenze, con qualche vaga similitudine con La Vita come Viene di Stefano Incerti.

Il 2011 è l’anno de Il Sospetto, un piccolo grande gioiello del Cinema Corto: un’intrigante e geniale sceneggiatura rende i circa 13 minuti di visione intensi ed emozionanti perché l’uomo vestito di jeans, interpretato da Massimo Dapporto, scandisce l’evoluzione della storia con i suoi sguardi e la sua presenza partendo dall’esterno di una chiesa, entrandovi per poi confessarsi e, provando a fuggire, incappando in una signora, madre di una giovane uccisa perché testimone di un fatto di camorra; con lei il figlio maschio che inquieto ha bisogno di confessarsi per ammettere il suo desiderio di vendetta nei confronti di quell’individuo che ha assassinato la sorella, ma non sa chi sia, sa solo che era completamente vestito di jeans. ..eppure non sempre le cose sono come sembrano e spesso restare in silenzio con gli occhi chiusi non può far altro che alimentare “il sospetto”. Questo è il migliore lavoro in assoluto di Giovanni Meola, quello più significativo e intenso narrativamente, con una bravura nella definizione dell’atmosfera e della fotografia suddivisa tra l’esterno e l’interno della chiesa. Oltre all’esperto Massimo Dapporto e a Daniela Marazita, interpreti de Il Sospetto sono Luigi Credendino ed Enrico Ottaviano, due bravissimi attori fedeli al percorso del regista e presenti in tutte le sue opere.

L’ultimo corto prodotto e girato da Giovanni Meola è Una Breve Vacanza, del 2012, un lavoro particolare, più classico come stile anche se intimista per il racconto di una vita di coppia complicata da un angosciante sentimento di gelosia che trova il culmine in un weekend che svelerà l’anomala situazione dei protagonisti.

La diversificazione stilistica e di argomenti di Meola è uno dei suoi punti di forza unita all’esperienza di autore teatrale che lo mette in condizione di sottolineare in fase di sceneggiatura così come nella ripresa di ogni scena i dettagli di una storia breve; anche per questo la sfida del lungometraggio per un autore/regista/sceneggiatore come lui potrebbe divenire tanto impervia quanto allettante…ma per ora gli applausi ai suoi corti non vanno lesinati.

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