I sette personaggi più tormentati della storia della letteratura

Essere tormentati non è mai cosa fortunata, se poi ti va pure male il caos è completo. Questa non vuole essere una lista esauriente della storia della letteratura, in qualche modo, però, vuole dirvi che se state male qualcuno c’è stato peggio di voi e che leggere è un buon modo per passare il tempo. Il rischio spoiler è altissimo e i romanzi qui riportati sono da considerarsi, senza ombra di dubbio o di sarcasmo, dei capolavori.

 

#1 Werther, I dolori del giovane Werther, J. W. Goethe. Werther è la figura principe di ogni melodramma romantico. Protagonista del  romanzo cardine dello Sturm und Drang, conosce Lotte ad un ballo in balera, mentre il suo promesso sposo è fuori città, se ne innamora perdutamente e cerca di sedurla con l’arte del non dichiararsi. Butta male perché al ritorno di Albert, che astutamente si fa amico, Lotte continua ad illuderlo, ma di gnagna neanche l’ombra. Preso dallo sconforto si ammazza, forse spinto dall’amico Guglielmo, a cui le lettere del romanzo sono indirizzate, stanco di ricevere le news tormentate dell’amico Werther. Masterpiece.

Mi strazierei il petto, sbatterei la testa, a pensare che uno può essere così poco per un altro. Ah che l’amore, la gioia, l’ardore, e ogni delizia, s’io non li porto in me, un altro non me li potrà dare, e anche se ho il cuore pieno di beatitudine non potrò far felice un altro che sia freddo e inerte innanzi a me. (I dolori del giovane Werther – J. W. Goethe)

 

#2 Benjamin Button, Il curioso caso di Benjamin Button, F.S. Fitzgerald. Già nascere vecchio è una sfiga notevole, morire giovani una cosa maledettissima, ma farsi interpretare da Brad Pitt, in uno dei film più soporiferi della storia, carica la vita di un tormento non indifferente. Nato vecchio viene nascosto fino ai vent’anni perché troppo vintage per un’epoca in cui il vintage era il contemporaneo. Ad una festa per veterani, che per lui è l’andare in discoteca dei nostri ventenni, incontra Hildegarde di cui si innamora e che sposa. Ma mentre lei, chiusa in casa a invecchiare, diventa brutta lui, dirigente di successo, diventa sempre più figo e si dedica all’estasi giovanile. Benji si iscrive all’università, ha un figlio, diventa eroe di guerra ma la sua età si riduce sempre di più. Rifiutato dalla leva perché diventato gracilino cade in uno stato di depressione e rinuncia. Il lento ringiovanirsi del suo corpo lo porta a dimenticare tutto. Grazie a dio il Welfare State ancora non c’era.

Capita a tutti di sentirsi diversi in un modo o nell’altro, ma andiamo tutti nello stesso posto, solo che per arrivarci prendiamo strade diverse (Il curioso caso di Benjamin Button – F.S. Fitzgerald)

 

#3 Charles Bovary, Madame bovary, G. Flaubert. Charles Bovary è, probabilmente, il personaggio più buono e più maltrattato di uno tra i primi best seller sentimentali della storia. Nessuno pensa, infatti, al fatto che toccava a questo povero medico di provincia, rimasto già vedovo, sorbirsi la complessata Emma. Noioso e tranquillo, Charles sposa in prime nozze una vecchia che lo lascia vedovo, decide così di fare spesa in città e trova Emma davanti ad una vetrina della Fnac che sbava davanti ai poster degli One Direction dell’epoca, da cui avrà una figlia. Ma Emma gli rinfaccia tutto e lo considera una fallito, nonostante lui la adori in maniera spropositata, tanto da trasferirsi in un’altra città per renderla felice. Basta poco però per farsi cornificare con Léon, un gaudente studente di giurisprudenza fuori corso. Intanto, oltre a pagarle “lezioni di piano”, le spese spropositate di Emma da Tezenis lo mandano sul lastrico. Quando finisce il credito sulla MasterCard di Charles per Emma è davvero la fine, e si ingoia del cianuro. Il povero Charles, distrutto dall’essere povero e di nuovo senza una moglie, scopre i tradimenti e ci rimane così male da morirci. Una storia d’amore post moderna, quando l’inesistenza di Facebook permetteva ancora i tradimenti.

Ma un infinito di passioni può concentrarsi in un attimo come una folla in un piccolo spazio. (Madame Bovary – G. Flaubert)

#4 Patroclo, Iliade, Omero. Il giovane Patroclo, figlio di re Menezio, e caro amico di Achille, è una delle figure più tormentate dell’Iliade, aggraziato, sempre dolce e amato dai cavalli, vive in un mondo di rudi uomini sudati e che non lo capisce. Dopo una vita passata ad ammirare le gesta del Pèlide ne indossa l’armatura, quasi credendosi un G.I.Joe, e per vendicare l’offesa fatta al compagno da parte di Agamennone scende in guerra. Sabotato dal dio Apollo che tinteggiava le mura di Troia viene ferito da Euforbo e ucciso, poi, da Ettore. Dopo Elena è la seconda donna che costringe gli Achei a combattere i Troiani.

Patroclo nella tenda, e ragionando| il ricreava, e sull’acerba piaga|dell’amico, a placarne ogni

dolore,|obblivïosi farmaci spargea. (Iliade – Omero)

 

#5 Dino, La noia, A. Moravia. Dino è tra quei borghesotti capaci di vivere senza fare nulla nella vita anche dopo la seconda guerra mondiale. Abita nel centro di Roma, dipinge (male) e si strugge tra la noia e le offese alla vecchia madre che vuole farne un capo d’azienda. Quando conosce Cecilia, l’amante del vicino, donna della borgata e che per hobby seduce i ricchi artisti per bene, la sua vita passa dalla noia allo stalking feroce. Essendo troppo dandy per potersi innamorare normalmente, cerca di farsi lasciare donando soldi e gioielli a Cecilia che, invece, li accetta senza problemi. L’indifferenza della donna altro non fa che alimentare il suo amour fou e i suoi complessi. Decide quindi di provare l’ebbrezza della morte e si schianta volontariamente contro un albero. Anche questo non risulta efficace e quindi decide di aspettare il ritorno di Cecilia che, intanto, se n’era andata a Ponza con un altro tizio. Si è beccato pure un film con Bette Davis.

Soprattutto quando ero bambino, la noia assumeva forme del tutto oscure a me stesso e agli altri, che io ero incapace di spiegare e che gli altri, nel caso di mia madre, attribuivano a disturbi della salute o altri simili cause. (La noia – A. Moravia)

 

#6 L’Ingénu, L’ingenuo, F-M. Voltaire. Il protagonista della novella satirica di Voltaire è così coinvolto dal caos da non meritarsi nemmeno un nome proprio. L’Ingenuo è un nord canadese che arriva in Bassa Bretagna. Lì, incontra gli zii che lo convincono a battezzarsi. Non contenti scelgono Mlle de St Yves come sua madrina. L’Ingenuo, inevitabilmente, se ne innamora ma la legge proibisce queste unioni. Intanto gli inglesi sbarcano in Bassa Bretagna e l’impavido Ingenuo respinge l’attacco e, fomentato dalla fame di gloria dei suoi parenti, va a Versailles per reclamare dei premi e viene rinchiuso alla Bastiglia. St Yves, allora, decide di andare a riprenderselo ma è costretta ad avere un rapporto carnale con un funzionario per ottenerne la libertà. L’Ingenuo liberato si ricongiunge a St Yves che, però, è depressa e, poco dopo, muore per la vergogna di averla data ad un altro, seppur per un buon motivo. Un’opera capace di anticipare tutti gli scandali italiani degli ultimi anni.

 

 

#7 Pablo, Il Compagno, C. Pavese. Nella serie dei “mi innamoro, metto la testa a posto, inizio a lavorare per prenderti un tetto, ma poi mi lasci perché sei una stronza” Pablo è uno fra i migliori. Innamoratosi della ragazza del suo migliore amico, rimasto paralizzato dopo un incidente in macchina, e per cui soffre tantissimo inizia a frequentarla, offrendole sigarette e Big Babol della tabaccheria dei suoi. Alla sera suona la chitarra ma lei sembra prenderlo soltanto in giro e appena conosce il Lubrani e i suoi soldi scompare, lasciandolo a guidare camioncini per la frutta. Pablo allora cambia Torino con Roma, Linda con Gina e la chitarra con Il Manifesto di Marx. Sono gli anni del fascismo e aver ospitato l’esule Gino Scarpa lo fa incarcerare. Ma, poi, una volta uscito. finisce con Gina la biciclettaia, forse. Ma erano altri tempi.

Cara donna, vuoi che mettiamo il letto in negozio? Sono Pablo, e lavoro a giornata. (Il Compagno – C. Pavese)

 

 

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