Nottetempo si sta occupando da qualche anno della pubblicazione delle opere di Mario Benedetti, romanziere, poeta, saggista uruguaiano di origine italiana. Il successo de La tregua, romanzo esistenziale che racconta la vita vista dagli occhi di un impiegato prossimo alla pensione ha spinto i tipi della casa editrice a lavorare per la riscoperta dell’autore.
Ogni vita ha i suoi alti e bassi, ossia le sue piccolezze. Il tempo è come il vento, spinge avanti e porta cambiamenti. Di colpo ci sentiamo prigionieri di una circostanza che non abbiamo cercato, è stata lei a cercare noi. E per liberarci da questa gabbia è necessario pensare e sentire dall’interno, con una sorta di trapano detto meditazione. Di piccolezza in piccolezza scopriamo l’esterno e l’intimità, potremmo dire il millimetro di universo che ci è toccato in sorte. E solo allora, quando incontriamo il ragazzo o il vecchio bacucco che porta il nostro nome, solo allora le piccolezze diventano grandezze.
Le passioni, i sentimenti sono le lenti per guardare al circostante. Le rivelazioni dell’anima sono sentieri verso l’allegria, lo stato emotivo che tranquillizza il cuore e lo esalta al contempo. “Abbiamo diritto all’allegria. A volte è fumo, nebbia o un cielo velato. Ma dietro questi contrattempi c’è lei, in attesa. Nell’anima c’è sempre una fessura a cui l’allegria si affaccia con le pupille vispe. E allora il cuore si fa più vivace, abbandona la quiete ed è quasi uccello”.
Mario Benedetti è un luminare della letteratura latinoamericana. Le sue parole, calibratissime, sono foriere di verità. Dei suoi libri, Nottetempo ha pubblicato anche Chi di noi, romanzo del 1953 e incentrato sulla relazione tra Miguel, Alicia e Lucas (Miguel vuole Alicia che vuole Miguel che pensa che Alicia stia meglio con Lucas).
Forse Il diritto all’allegria non è il testo giusto per iniziare a conoscere questo intellettuale che ha mixato impegno politico (nel 1973, col golpe dei militari, è costretto a lasciare l’Uruguay per la sua militanza nel partito marxista), divulgazione culturale e creazione letteraria. È, invece, una conferma per chi lo conosce e lo apprezza. Un testo definitivo, che ricorda per autorevolezza Il malpensante del nostro Gesualdo Bufalino.