In Italia dobbiamo recuperare la passione per l’Italia

In Tunisia un uomo si è dato fuoco per accendere la primavera, è la passione che l’ha bruciato vivo (non che valga la pena morire per le idee, ormai lo sappiamo che al massimo accadrà che daremo il nome ad una piazza di periferia, piena di passanti indifferenti). Tuttavia questo resta un uomo passionale.

In Italia la passione è andata morendo a mano a mano che emergevano i mostri, saliva al cielo Milano 2, si sprecavano bombe e tangenti, i chierici ci dicevano ciò che era meglio fare, gli ipocriti leccavano il culo ai chierici, i ragazzini sognavano sulle fictions della tv, imparando mano mano a comprendere che il mondo si divide in fighi imprenditori arrapati e idealisti del cazzo che sprecano il tempo a leggere Baudelaire; imparando che la politica fa schifo, che è solo un magna-magna, sognando di entrare in politica per avere l’auto blu, un po’ di potere e una mignotta; imparando che l’Italia è un porcile pieno di lordura, e che per sopravvivere bisogna adeguarsi, fare i conformisti, e che chi non lo fa è un coglione, e peggio per lui. Andasse all’estero.

Ma c’è un’altra Italia che ci state nascondendo, e prima o poi verrà fuori. E’ l’Italia che ha passato il tempo a continuare a credere che fosse meglio un Peppino Impastato di un Totò Cuffaro, che fosse meglio un Paolo Benvegnù di un festival di sanremo falsato dai vostri sponsor a gogo, che la ricerca non fosse inutile, che Il Giornale fosse un organo di stampa parastatale, e che internet fosse una terra selvaggia dove ritrovare quello che vorreste seppellire.

Non è necessario bruciare vivi, basterebbe ardere di libertà.

Foto: thekirbster, Flickr CC

Exit mobile version