Zen Circus – Nati per subire

Voto: 7,5/10

Se si potesse descrivere i dischi con un colore, senza sprecare inchiostro e parole vane, il nuovo disco degli Zen sarebbe il nero. Ci avevano già provato a raccontare il nostro paese con il loro primo album completamente in italiano, quell'”Andate tutti affanculo”, che, due anni fa, fece gridare al miracolo e girò il paese in lungo in largo con un tour infinito. E se allora a farla da padrone era un’ironia sottile, a tratti cattiva, ricca di umorismo nero, beh adesso quell’ironia è diventata un sarcasmo nero, profondo, da cui è difficile risalire. Ogni accenno di sorriso che si forma sui volti di chi ascolta è pronto a trasformarsi in ghigno, perchè “I qualunquisti” che abitano il nostro paese hanno la bocca solo per sparare cazzate, per mischiare concetti e attribuire citazioni famose al primo che passa, solo per il gusto di parlare (“come diceva Gandhi, ‘Vincere e vinceremo’“). E allora basterebbe fermarsi ai sei minuti scarsi della prima canzone: un cazzotto in faccia per descrivere l’immobilità dei nostri giorni, secca, lapidaria, con un crescendo musicale che rapisce. FolkPunkRock d’autore, di rabbia, che cita gli amati Pixies di “Doolittle” nel primo singolo estratto “L’amorale”, che ospita le incursioni di Giorgio Canali, la sua armonica e la sua filosofia del fatti fottere. Si parla della nostra generazione, quella senza futuro, quella nata per subire appunto, che si sveglia con i postumi della sbronza della notte precedente, perchè “Il mattino ha l’oro in bocca” (“la tua libertà è tirare a far mattino / come partigiani nascosti sopra i monti / ma i nostri fucili son casse di moretti“), del “Ragazzo Eroe” che cerca di sfuggire alla prigione della sua realtà, della democrazia che semplicemente non funziona (uno dei pezzi più duri di sempre). Non resta che uno sparo a mettere fine a tanta rabbia nera, quello che interrompe la finissima ghost track strumentale, mentre con la mente ancora ripensi a quel “chissà che cos’è che non ha funzionato / il futuro te l’han pignorato, è andata così“. Amen.

Tracklist:

  1. Nel paese che sembra una scarpa
  2. L’amorale
  3. Nati per subire
  4. Atto secondo
  5. I qualunquisti
  6. La democrazia semplicemente non funziona
  7. Il mattino ha l’oro in bocca
  8. Franco
  9. Milanesi al mare
  10. Ragazzo eroe
  11. Cattivo pagatore

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