Il suono rock della Romagna | Intervista ad Acieloaperto

Il prossimo 23 giugno il concerto degli Eels inaugurerà la sesta edizione del festival Acieloaperto, una rassegna che si è fatta apprezzare e seguire per la sua capacità di rinnovarsi e di dare spazio ai classici della musica contemporanea. Quest’anno nel cast, oltre ai già citati Eels, Black Rebel Motorcycle Club, Public Image Limited, Cosmo, Fidlar e Francesco De Gregori, accompagnati da altre band pronte a farsi scoprire e tracciare le linee della musica che verrà. Abbiamo scambiato qualche parola insieme a Piero, Ilaria e Jonas di Retro Pop Live, l’associazione che da anni è il cuore pulsante del festival.

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D: Acieloaperto è giunto alla sua sesta edizione, un numero che comincia a essere impegnativo e che vi proietta di diritto nei festival con una storia importante nel nostro paese. Ma com’è iniziato tutto? Qual è stato il punto di partenza e come si è sviluppato negli anni?

Tutto è iniziato nel 2013 da quattro amici che già da anni organizzavano concerti e party nella nostra zona. Abbiamo pensato di utilizzare la nostra esperienza nel settore organizzativo per creare una rassegna estiva che avesse un sapore unico, immaginandola in un contenitore che fosse difficile da incontrare in Italia. Siamo di Cesena, quindi individuammo nella Rocca Malatestiana della nostra città queste caratteristiche, e successivamente dal 2015 si è aggiunta anche Villa Torlonia Parco Poesia Pascoli di San Mauro Pascoli, la villa nella quale ebbe luogo la maturazione dolorosa della poetica di Giovanni Pascoli.

Consapevoli che la rassegna in pochi anni è cresciuta nel modo in cui l’avevamo pensata, sentiamo tuttavia da tempo una responsabilità nei confronti del territorio e del pubblico che da tempo ci segue; cerchiamo di offrire sempre una proposta coerente con il momento storico della musica che stiamo vivendo, tentando di non inibire i nostri gusti e non seguendo ciecamente le mode del momento.

 

Guardando la proposta musicale è evidente come all’Acieloaperto ci sia una sorta di continuum e di cambio della guardia, in cui a grandi e affermati nomi internazionali (Morrisey, Gil, Lanegan) si accostano le nuove voci della musica contemporanea (Daughter, Gold Panda, Sohn..). È così? E quale linea guida ha accompagnato le scelte di quest’anno?

Giustamente come dici tu portiamo molto rispetto per i grandi nomi della musica internazionale e siamo felicissimi quando possiamo presentarli soprattutto in esclusiva nazionale. Allo stesso modo, crediamo che una rassegna abbia il dovere di offrire quando possibile anche nomi nuovi, che possano avere un profilo artistico interessante per noi. La linea che ha accompagnato quest’anno è la solita: facciamo questa rassegna con molta passione e tutto quello che ci emoziona lo riteniamo meritevole di far entrare in programmazione.

 

Daughter, Acieloaperto 2017 – Foto di Alise Blandini

 

I Fidlar sono una band con un background potente e una storia estremamente chiara alle spalle. Hanno suonato solo una volta in Italia, (a Milano nel 2013) e torneranno in esclusiva quest’estate da voi. Come vi avvicinate a questo evento?

Il nostro passato viene dai party, quando attualmente penso ad una party band non posso fare a meno di immaginarmi loro. Siamo consapevoli che possa essere una scommessa questa proposta, ma speriamo di poterla vincere.

 

Accanto ai Fidlar ci saranno i PiL, la storia e il contemporaneo che si accostano ancora una volta, un altro dei pezzi di storia sulla linea dei Primal Scream, Wailers, Morrisey. Quanto trovate importante ripercorrere le tracce di chi ha fatto la storia della musica? C’è un fine in qualche modo pedagogico in ciò che volete proporre?

Come detto sopra, bisogna trovare una sorta di equilibrio tra le cose del passato e le cose nuove e avere anche fortuna che questo mix che noi riteniamo fondamentale sia in tour in estate.

 

Questa edizione non è ancora arrivata, ma siamo curiosi di sapere cosa ci dovremo aspettare dal futuro. Continuerete su questa linea o dovremo aspettarci clamorosi cambi?

Ora come ora siamo concentrati su questa sesta edizione, la stiamo curando nei minimi particolari: pensare al futuro potrebbe distrarci. Quello che posso dire è che abbiamo idee che stiamo sviluppando, desideri e sogni che dobbiamo ancora capire se siano realizzabili. In ogni caso, stravolgimenti artistici non sono previsti.

 

Trentemøller – acieloaperto 2017 – Foto di Alise Blandini

 

Ogni band porta con sé una particolare storia, quasi leggendaria, a quale siete rimasti più affezionati? Ci raccontate una storia di backstage che vi ha particolarmente colpito?

In effetti quasi ogni band oltre a portarsi dietro una storia leggendaria ci dà modo di ricordarci di un aneddoto che si verifica durante il giorno dell’evento. Ce ne vengono in mente tanti ed elencarne solo un paio ci fa quasi sentire in colpa nei confronti delle altre band. In ogni caso, eccoli. Un ricordo bellissimo riguarda i Calexico, con Burns e Convertino carinissimi che ci aiutarono sul palco in un’afosa giornata di agosto a posizionare gazebo per fare un po’ d’ombra, e rendere possibile il soundcheck. Con lo stesso affetto ricordiamo un simpatico aneddoto dal backstage degli Eagles of Death Metal: nell’aftershow, un nostro amico del Senegal si impossessò dello stereo personale di Jessie Hughes per fare selecta reggae. Si creò un dancefloor mica da ridere in quel camerino; naturalmente gli Eagles of Death Metal erano i ballerini più scatenati.

Per ogni festival il rapporto col pubblico è fondamentale, come si è evoluto il vostro nel corso degli anni? Come vi interfacciate con loro e cosa vi aspettate?

Abbiamo un bel rapporto con il nostro pubblico, che nel corso degli anni si è andato man mano intensificando e avvertiamo in loro una fiducia nei nostri confronti che ci appaga molto, e ci stimola a fare sempre qualcosa in più- Lo consideriamo un pubblico educato e sognatore come noi.

 

Uno degli aspetti che contraddistingue il festival è sicuramente dettato dalle sue location. Da Villa Torlonia alla Rocca Malatestiana, quanto è importante per voi far rivivere luoghi immersi nella storia come questi e dargli un aspetto ‘alternativo’ come la cornice di un concerto?

Per noi è la condizione fondamentale, il marchio acieloaperto è stato pensato per concerti in venue belle e uniche come la Rocca Malatestiana di Cesena e la Villa Torlonia di San Mauro Pascoli; in inverno siamo attivi anche presso la Chiesa del Suffragio di Savignano sul Rubicone, un luogo di culto ancora consacrato, suggestivo e unico che e in preparazione della nostra rassegna estiva ci permette di fare qualche spettacolo acustico, acielocoperto.

 

Info, ospitalità e biglietti, sul sito.

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