John Canoe, distorcere la realtà con il divertimento

Avete presente quando d’estate siete in macchina sulla Colombo (per i non romani, una delle strade che portano ad Ostia, e quindi al mare), fanno 40 gradi, il volante scotta tanto che non riuscite a tenerci le mani sopra, state sudando come mai abbracciati dal caldo abbraccio di stoffa del sedile e l’unica cosa che desiderate è essere teletrasportati su una strada costeggiante il mare in California, su una decappottabile rossa fiammante e perché no, con accanto una giovane surfista ammiccante?

Ecco, se in quella miserabile situazione di cui sopra, inserite nello stereo l’ultimo disco dei John Canoe, Wave Traps, e lasciate andare l’acceleratore, facendovi pizzicare dal vento il gomito appoggiato fuori dal finestrino, vi avvicinerete di molto a quella visione da sogno. No, il trio romano in forza nella scuderia Bomba Dischi non possiede poteri magici, semplicemente suona dannatamente bene un genere fatto apposta per farvi divertire, staccare dalla noiosa e grigia quotidianità della metropoli, sostituendo i pensieri del classico cittadino indaffarato del ventunesimo secolo con quelli che poteva avere un Brian Wilson qualunque nei sixties. Ho quindi raggiunto telefonicamente Jesse, voce e chitarra del trio romano con base a Testaccio, per farmi raccontare qualcosa di Wave Traps e del gruppo in generale.

Prima di tutto, se ancora non si fosse capito i tre suonano un garage/surf rock dai forti ammiccamenti pop che si lascia ascoltare molto molto bene. Suonano sotto questo nome dal 2014, anno in cui Jesse Gemano (voce e chitarra), Stefano Padoan (voce e batteria) e  Mario Bruni (voce e basso)rilasciano il primo ep Actor Boy per Bomba Dischi, trainato dal singolo Nervous Breakdown, lavoro che gli permette di girare parecchio e partecipare anche a festival degni di nota tipo lo Sziget festival , il Magneet festival  o l’Home festival.

“Dalle situazioni più piccole a quelle più grandi abbiamo trovato persone fantastiche, bei gruppi, dai Santa Muerte con cui abbiamo legato molto ai Fast Animals And Slow Kids. Forse la cosa più figa però è stata l’apertura agli Editors in un festival in cui suonavano anche I Cani”.

Alla fine di Aprile, sempre per Bomba Dischi, è invece uscito il loro primo album Wave Traps che non abbandona le sonorità  sporche e lo-fi del suo predecessore ma le porta ad una più completa maturazione, aggiungendo anche ulteriori sfumature pop che fanno sì che si abbiano almeno due o tre vere e proprie potenziali hit come ad esempio Young Fall e Hold My Hand, e che mostrano quanto i riferimenti musicali del gruppo siano variegati ed eterogenei.

“L’idea era di cercare questa sonorità lo-fi e garage stile anni’60, tutto ciò che parte da queste raccolte di garage tipo le “Nuggets” o “Back From The Grave”, fino a declinazioni del genere più moderne come Ty Segall. Questo disco si aveva comunque l’intenzione di farlo molto “sporco”, però allo stesso tempo senza prescindere da un po’ di pop: i nostri  ascolti spaziano molto quindi ad esempio si possono mettere all’interno delle influenze anche Mac Demarco ed il jangle pop.”

Insomma una musica che ha come scopo quello di far divertire, sia nell’ascolto su disco che soprattutto dal vivo, ma che non per questo prescinde una certa sensibilità e profondità, come confermato anche dal significato che si nasconde dietro al nome del gruppo.

“John Canoe è una festività che ricorre il 26 Dicembre, il nostro Santo Stefano che per gli inglesi è il Boxing Day. Era l’unico giorno di libertà che veniva concesso agli schiavi nei paesi caraibici, ad esempio in Jamaica, dai colonizzatori britannici. Un giorno all’anno quindi gli schiavi avevano la possibilità di fare questa festa dove tutti si riunivano e seguivano degli stregoni, festeggiando questa piccola libertà concessa prendendo per il culo i britannici, ad esempio travestendosi come loro. L’idea quindi è di mettere a confronto quello spirito con quello di un gruppo di persone che festeggia la libertà suonando, anche prendendo un po’ per il culo chi gli ha concesso questa libertà. Un concetto rappresentativo anche proprio del progetto che è un po’ scanzonato, non facciamo canzoni depresse, non vogliamo far riflettere nessuno, vogliamo distorcere e far divertire.”

Anche il nome dell’album Wave traps ha un significato molto ben preciso: “Diciamo che l’ep ‘Astro Boy’ era un po’ una raccolta di tutto ciò che stavamo sperimentando, che comunque per assurdo ci ha permesso di fare oltre sessanta date fuori e dentro l’Italia. Con l’album invece, che è stato scritto quasi tutto in tour, volevamo affermare ‘questa è la nostra sonorità specifica in questo momento, noi siamo questo’. Quindi wave traps ha il significato letterale di intrappolare il suono, quello che è stato quest’ultimo anno, oltre ad essere anche un macchinario che si usa nelle trasmissioni radio per bloccare le interferenze esterne, quindi concettualmente dire questa è la trappola di suono dei John Canoe.”

Una costante sia di Astro Boy che di Wave Traps sono gli art work e le grafiche coloratissime e molto curate, che vanno perfettamente a braccetto con la musica che accompagnano ed è un piacere guardare ed osservare attentamente mentre si ascoltano i brani.

La persona che cura gli art work è Jimmy Lazer, un tatuatore di Boston che ora si è spostato più sulle illustrazioni. Lo conoscemmo a Roma ad un concerto mentre era qui in vacanza, gli piacque quello che facevamo e quindi siamo rimasti in contatto ed è nata una bella amicizia. Abbiamo dunque deciso che lui poteva rappresentare a livello artistico ciò che facciamo. Ha una bella visione, delle belle idee e una grande mano, anche perché penso che per la copertina di un disco ti devi affidare ad una persona che abbia ben chiaro ciò che sta facendo a livello artistico. Ad esempio i primi gruppi indipendenti del passato le copertine se le disegnavano da soli, come per dire questo è il nostro lavoro, questo è il concetto che c’è dietro, quindi affidarsi ad un grafico qualunque che magari ti fa pure una bella copertina non è la stessa cosa di uno che capisce cosa c’è veramente dentro il disco, di quello che stai sentendo. Secondo noi infatti lui ha sempre azzeccato quello che c’era “dentro” alla musica, speriamo sempre di lavorare con lui anche in futuro.

Insomma il percorso dei John Canoe è ancora in piena fase di sviluppo e crescita ma viste le ottime premesse, fornite in  particolare del ben suonante ultimo album Wave Traps, e dalla partership con Bomba Dischi, è lecito aspettarsi grandi cose per il resto della loro, speriamo lunga, carriera musicale. Il tutto sempre sotto il segno del divertimento, del lo-fi, del pop e di tutto quello che è dissacrante e leggero, nell’accezione più nobile possibile di questo termine.

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