Karen O – Crush Songs

“When I was 27 I crushed a lot. I wasn’t sure I’d ever fall in love again. These songs were written and recorded in private around this time. They are the soundtrack to what was an ever continuing love crusade”.

(Karen O, 2014)

 

Basterebbero queste poche parole per cogliere in pieno lo spirito con cui è stato scritto questo disco.

 Reduce da un disco non esattamente memorabile con i suoi Yeah Yeah Yeahs (Mosquito, uscito nell’aprile del 2013) e da svariate collaborazioni per le colonne sonore di alcuni dei migliori film usciti negli ultimi anni (Her, The Girl With The Dragon Tattoo e Nel Paese delle Creature Selvagge) Karen O ritorna con un disco intimo e molto lo-fi.

 Il 9 Settembre, è uscito per la Cult Records (etichetta fondata 5 anni fa da Julian Casablancas) Crush Songs, lavoro che comprende demo casalinghi registrati dalla bella Karen tra il 2006 e il 2010.

Il disco, a ben vedere, non è da intendersi come un album tout court: le 15 canzoni, la cui durata oscilla tra i 50 secondi e i 3 minuti, sono registrate con mezzi di fortuna in maniera molto minimalista e con tale urgenza da far pensare che Karen O abbia avuto il timore di perdere l’ispirazione da un momento all’altro.

Per circa 25 minuti, un’angelica voce distante e una chitarra strimpellata ridanno vita a quegli stessi sentimenti che vi arrossavano le guance e vi facevano sentire maledettamente stupidi/e, perché, in fin dei conti, il tema centrale del disco è quello: gli innamoramenti; nulla di trascendentale, badate bene, piuttosto si parla di piccole storie d’amore durate, nella migliore delle ipotesi, il tempo di un paio di fermate di metropolitana oppure quello di un fugace sguardo per strada.

Il disco, in ultima analisi, pur non essendo pretenzioso, non può che risultare piatto, velleitario e a tratti tedioso; tuttavia, presenta un’intima bellezza recondita in grado di farci tornare quel sorriso sciocco che ci illuminava il volto quel giorno di tanti (o qualche, dipende da quanti inverni avete alle spalle) anni fa, in quei giorni in cui bastava poco per innamorarsi e tanto per dimenticare.

Questo, a Karen, dobbiamo concederglielo.

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