King Gizzard & the Lizard Wizard – Fishing for Fishies

Durante il 2018 e i primi mesi di quest’anno abbiamo assistito – e partecipato – all’esplosione dei movimenti ambientalisti in tutto il mondo. Milioni di giovani, e non, sono scesi in piazza a rivendicare il futuro nostro e del pianeta contro il cieco e sempre più progressivo sfruttamento delle risorse, e il conseguente inquinamento che sta già mettendo in pericolo la vita sulla Terra.

Al coro globale si aggiunge anche la voce del gruppo australiano, che aveva già anticipato qualche settimana fa col singolo Planet B quale fosse la posizione di Stu Mackenzie e compagni, e che con l’uscita del nuovo disco Fishing for Fishies (tredicesimo della band per la Flightless Records, e sesto negli ultimi due anni) ribadisce il concetto e continua la lotta.

“Fishing for fishies/Don’t make them feel happy/Or me neither/I feel so sorry for fishies”

L’album si configura come un viaggio di formazione, o meglio di deformazione dell’uomo, in cui le nove tracce formano i vari stadi della metamorfosi verso la trasformazione digitale di Cyboogie. Con l’invito a non pescare della prima canzone, che dà il titolo al disco, e con la denuncia della scomparsa delle Honeybees in Acarine in un mondo in cui la morte verrà dalla plastica, come quello di Plastic Boogie i King Gizzard ci ricordano quali problemi stia portando questo tipo di progresso.

Nel farlo i prolificissimi ragazzi di Melbourne ci calano in un’atmosfera country-blues nella più profonda campagna australiana, sempre accompagnati dall’armonica di Kenny-Smith. Lo sperimentalismo psichedelico, marchio di fabbrica del gruppo, si inserisce sulle ballate boogie delle prime sette tracce con risultati discreti: si balla, ma su ritmi che a volte sono più ripetitivi del dovuto. Se da una parte questa scelta può deludere i fan di album più movimentati come Nonagon Infinity, o Flying Microtonal Banana, dall’altra mostra l’eterogeità nelle opere del numeroso gruppo, in cui i sette componenti contribuiscono alla creazione dandole più voci Iobit Driver Booster Pro Crack.

Nella seconda parte il focus si sposta ad analizzare l’interiorità dell’uomo, ossia come vive ciò che sta avvenendo alla natura e a se stesso: The Cruel Millenial è il lamento di un ventisettenne che, pur giovane, non riesce a tenere il ritmo di un mondo troppo veloce e teme l’obsolescenza come quella dei suoi devices. “I was born in the echo boom/Yet I rust as the cruel millennial”. Real’s not Real è un attacco alla mentalità menefreghista mascherata da facile edonismo: un’ombra si getta su quelle belle foto dove si confina la nostra felicità, in quei sorrisi ormai perenni.
A questo punto il gruppo imbraccia vocoder e sintetizzatori e con Cyboogie l’alienazione è arrivata al culmine: la natura umana non sopporta più questa discrasia, e un ibrido uomo-meccanico si ritrova a ballare depresso e confuso sui suoni elettronici del futuro distopico che si è creato.

Fishing for Fishies è un album che non colpisce particolarmente a differenza di altri lavori precedenti, forse perché i vari spunti che offre si perdono nella confusione entusiastica dei sette australiani, forse perché con una quantità tale di uscite hanno voluto concentrarsi solo sulla tematica, anche se è da riconoscere il merito di aver dato attenzione, come da poco hanno fatto anche i Foals, alla questione ambientale. D’altronde la musica ha sempre avuto il compito di smuovere le coscienze.


Exit mobile version