La percezione dell’economia, l’austerity e la lettera per l’IMU

 

Mi sono ritrovato sempre più spesso a dover prendere la metropolitana in orari abbastanza inusuali per me, diciamo poco prima dell’ora di pranzo, e ho notato una quantità considerevole di persone con buste della spesa in mano. A quel punto mi sono chiesto se i supermercati si stessero decimando o se facessero delle offerte tali da rendere conveniente un viaggio (e un biglietto) in metro per poter fare la spesa lontani da casa. In verità non era niente di tutto questo, ma una via di mezzo.

Se si consultano i dati Istat, possiamo notare come la percezione della situazione economica che le famiglie italiane hanno di sé stesse sia crollata dal passaggio dal 2011 al 2012, ovvero nel periodo in cui abbiamo avuto il governo tecnocrate e “bocconiano”, il think tank neoliberista fatto cadere sulla poltrona del parlamento italiano: si è passati da un 9,6% ad un 15% in cui le persone credono che l’economia sia “molto peggiorata”; da un 34,1% ad un 40,8% in cui la situazione è “un poco peggiorata”. I dati si riferiscono alla percezione di peggioramento che hanno le famiglie di sé stesse di anno in anno e se li confrontiamo con quelli degli anni prima, il tasso di crescita percentuale subisce un impennata considerevole.

Una delle conseguenze di queste “percezioni” sembra essere questo tipo di viaggi siderali che vengono intrapresi dai consumatori per poter risparmiare 30 cent di qua e 40 cent di là. Insomma, per poter mettere un piatto a tavola e pur di risparmiare anche poco, le famiglie sono disposte a perdere una giornata sui mezzi pubblici, con le buste in mano, al fine di mettere da parte qualcosina. Non è disagio questo, è schizofrenia pura alimentata da un reale aumento della povertà e da una costante diminuzione del potere d’acquisto. Eppure, secondo praticamente tutti, salvo aree più radicali, staremmo tutti uscendo bene dalla crisi. Ma tutti chi?

Monti a questo proposito, neanche un mese fa, precisamente il 16 gennaio, ha detto alle telecamere di Sky: «Credo di poter dire che [la crisi] sia finita, non però quella produttiva e sociale». Quindi in sostanza la crisi sarebbe terminata per quanto riguarda i mercati finanziari, mercati che non sembrano toccare direttamente noi nella “vita reale”. Il Cavaliere invece ben più di un anno fa, precisamente nel novembre del 2011, una decina di giorni prima dell’insediamento di Monti, disse che «Siamo un Paese benestante, è tutta colpa del cambio lira-euro» e che  «i ristoranti sono pieni», mentre le persone viaggiano con la spesa in mano di zona in zona, di supermercato in supermercato.

Un’altra indicazione su quella che è la percezione potrebbe essere la coda che si è formata alle poste: molte persone con la lettera di Berlusconi in mano sono andate a chiedere la restituzione dell’IMU (qui). C’è chi ci ha visto un motivo per ridere ma a me sembra più che altro una tragedia, un fanalino di allarme per lo stato attuale delle cose. Immaginatevi anche a dover lavorare alle poste e dover spiegare a centinaia di persone che Berlusconi li ha presi in giro, oppure che non hanno capito che si tratta solo di propaganda, e che non vedranno il becco di un quattrino nonostante le ore perse in coda. Un disastro.

Come ha scritto Fabio Chiusi sull’Espresso (Qui), in questa campagna elettorale (dalla quale stiamo finalmente uscendo) il grande tema assente sembrerebbe proprio lo stipendio: nessuno schieramento ne ha parlato con una qualche serietà, ma solo con battute e frasi propagandistiche. Eppure abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa. Il nostro potere d’acquisto ci costringe a prendere mezzi per spostarci di fruttivendolo in fruttivendolo per cercare melanzane e zucchine che costano meno e a farci ingannare da un magnate che ci ha governato per vent’anni facendoci fare denigranti file alle poste per nulla.

Tutto questo accade proprio mentre gli Stati Uniti tentano di respirare con una qualche ventata di riforma in direzione Keynesiana: di qualche giorno fa è il discorso di Obama sull’equità sociale che l’ “Economist” (il quale non è certo un covo di bolscevichi) ha ben salutato addirittura come “Rawlsiano”. L’euro-zona invece si chiude nell’austerity nel tentativo di salvare chi la crisi, nei fatti, l’ha creata. E proprio mentre il Presidente USA denuncia le agenzie di rating (non a chiacchiere, ma nei  tribunali), noi crediamo ancora ad un Berlusconi che ci promette un po’ di elemosina in cambio del voto.

Non posso far altro che augurarmi che tutto venga presto superato e che non dovremo più prendere mezzi pubblici per spostarci di quartiere in quartiere per risparmiare sulla spesa mentre i «ristoranti sono pieni», alla faccia nostra magari.

P.S.: Badiamo bene, le persone che hanno fatto la fila alla posta non sono creduloni, ma vittime di tutto questo.

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SOUNDTRACK: Quintorigo –  “Egonomia”
“Shut up, work!
Gli dei ci salveranno
realtà biblica
agli uomini doneranno
dignità
indennità
[…]
Alleluja, EGONOMIA!
Alleluja!”

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