Mark Lanegan & Duke Garwood – With Animals

Siamo vecchi estimatori di questa coppia di musicisti: che si tratti dei loro progetti solisti o della collaborazione che portano avanti negli ultimi anni come veri e propri soul brothers ( – così si sono definiti, a turno, sulle nostre pagine), sappiamo che Mark Lanegan e Duke Garwood non tradiscono le attese. E così, questi fratelli d’anima e di spirito, al secondo appuntamento con un disco in collaborazione, ci regalano un sophomore album di classe, che forse rappresenta il culmine ideale della simbiosi musicale che hanno instaurato in questi anni. With Animals – dice Garwood – è un album analogico, che evoca la polvere: ci troverete ovviamente chitarra e sudore, la voce in eterna forma di Mark Lanegan, e una certa ricerca di atmosfere rarefatte: sospese. Lanegan ha sempre cercato di creare questa tensione nella sua musica: dopo la serie di album in cui duettava insieme alla voce – altrettanto magica – di Isobell Campbell, stavolta è il turno di Garwood, che di suo ci mette un virtuoso genio minimale alla chitarra, e che sembra aver composto la maggior parte del disco sull’onda emotiva del flusso creativo. Già Black Pudding (2013), primo disco in collaborazione del duo, era stata una dolce stilettata al cuore: With Animals conferma che facciamo bene a fidarci di questi due musicisti vecchia scuola.

La nostra musica è istinto, non c’è molto da dire, solo creare.
— Duke Garwood

Il processo creativo che lega Lanegan e Garwood è istintivo, non è un caso che il titolo dell’album evochi gli animali – quegli animali di cui Garwood si dice esser stato circondato durante le sessioni di composizioni del disco. Così si apre l’apocalisse sonora dell’album con una Save Me perfetto manifesto di stile della coppia: atmosfere oscure, torsioni vocali, per un pezzo dal sapore sciamanico che ci riporta diritti a casa — dove per casa intendiamo ballate anti-futuriste per spiriti contemporanei. La musica viene fuori diritta dall’anima, come quando recupera i dolci rifugi del blues in Spaceman, o si apre in vere e proprie confessioni nella title-track With Animals, circondata da un evocativa bambagia elettronica. My Shadow Life è una letale coltellata che si costruisce intorno al minimalismo di pochi arpeggi di chitarra elettrica, e la voce arrugginita di Lanegan che canta versi d’amore come un’invocazione. La tensione – di cui parlavamo prima – c’è ancora, perché il pezzo finisce per diventare ultra-terrestre quando si apre un sassofono che pare venire da un altro mondo, e per un attimo restiamo sospesi in un iperuranio che ci possiede come vittime di un’antica stregoneria. Ma la vera chicca del disco la troviamo alla fine: Desert Song ci riporta per due minuti in acustico a galleggiare in certe vecchie ballate à la Led Zeppelin; un pezzo notturno che nel canto nasconde l’eterno grido dell’uomo: “Please let me continue this dream / even though it can’t be believed”.

Con Lanegan abbiamo sempre avuto una certezza: sarebbe capace di contaminare qualsiasi canzone, sventrarla e farla diventare una sua composizione, grazie a quella voce rauca e naturale. Basti ascoltare le cover che ha registrato in questi anni – come la magnifica esecuzione di Carry Home dei Gun Club, o il disco Imitations in cui il nostro eroe si esercita reinterpretando grandi classici come Mack The Knife — e lo fa da dio. With Animals rischia di essere un nuovo caso di contaminazione, laddove Garwood è perfettamente consapevole di come quella voce sia pure portatrice naturale di un plusvalore per la composizione artistica. Ma Duke Garwood è un musicista troppo talentuoso per essere un semplice metronomo che tiene tempo e ritmo a Lanegan: semmai strumenti (ovvero: voci, chitarre), sentimenti, visioni e mostri finiscono per incastrarsi in modo del tutto spontaneo. E così il disco è un bellissimo viaggio analogico alle porte dell’oscurità. Su Lanegan e Garwood avremmo messo la mano sul fuoco, finendo per scottarci piacevolmente come ogni volta che ci regalano una nuova magia. With Animals va ascoltato dall’inizio alla fine — un bellissimo rifugio per celebrare la dissolvenza della stagione estiva.

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