Ritrovarsi al MI AMI Festival

tutte le foto sono di Enrica Falco

Siamo sulla “East Coast” dell’idroscalo di Milano, presso il Circolo Magnolia, nella tradizionale location estiva (l’estate pare essere scoppiata all’improvviso proprio in questi giorni, anche se non mancano improvvisi temporali, per fortuna di pochi minuti che non fermeranno di certo la festa) e suggestiva. I giorni sono tre – 26, 27, 28 maggio – il Festival è uno solo: il MI AMI Festival, organizzato da Rockit e Better Days, arrivato alla sua diciassettesima edizione, è pronto a far scatenare tutti, sopra e sotto il palco, anzi i palchi. Sì, i palchi della nuova edizione del “Festival della Musica Bella e dei BACI” sono ben 6, vivono in contemporanea (saremo in grado di fare delle scelte o finiremo per correre da un palco all’altro per non perderci nessuno dei nostri artisti preferiti?) e ospitano una line up strepitosa, unica e innovativa, che alterna a una varietà di nuovi ed emergenti artisti, i nomi più rilevanti e interessanti del panorama musicale italiano.

Foto di Enrica Falco

Il claim di questa edizione è: “Chi cerca trova, chi non cerca viene trovato”. Si tratta di una speciale caccia al tesoro, iniziata qualche mese fa online e sui social per svelare il programma e che prosegue anche durante i tre i giorni del Festival, alla scoperta delle tante sorprese che si susseguiranno in questo favoloso weekend. Il pubblico? Sempre più numeroso. Sono davvero migliaia le persone di tutte le età e provenienze geografiche che si riversano nella location di un Festival che non ha eguali in Italia, basti pensare al sold out (totalmente inutile il tentativo di presentarsi in cassa sperando in un biglietto last minute), al traffico assurdo che troviamo, sia se siamo in auto sia se usufruiamo del servizio navette, e ai vari parcheggi tutti al completo. Ci immergiamo in una selva (oscura?!) e siamo pronti per ritrovare noi stessi (o forse no?!). L’hype è altissimo e non viene di certo disatteso. Il meglio della scena musicale contemporanea è qui davanti a noi, non possiamo fare altro che godercelo a pieno.

Foto Enrica Falco

La 17esima edizione del MI AMI apre le porte il venerdì con Bluem, Bnkr44, Caro Wow, Corinna, Egreen, Ele A, Giuse The Lizia, Iside, Lil Kvneki & The American Boyfriends, Lovegang126, L’officina della camomilla, Mont Baud, Montag, Naska, Pop X, Rares, Real Timpani, Rosolo roso, Shocca (Unlimited Struggle 2023), So Beast, Spz, Studio Murena, Tripolare, Villabanks (live band), Vipra, Wism, Yasmina e… gli headliner Verdena che, a distanza di 12 anni dalla loro prima e unica volta al MI AMI, ci fanno subito sognare con il loro nuovo disco “Volevo magia”!

Sabato è il turno di Angelica, Anna Carol, Barkee Bay, Bee Bee Sea, Brucherò Nei Pascoli, Colla Zio, Coma Cose, Dada’, Dargen D’Amico, Denoise, Dente, Emma Nolde Exhibit, Fulminacci, Giovanni Ti Amo, Mecna, Miglio, Milanosport, Nayt, Popa, Queen Of Saba, Rondodasosa.

Partiamo da Angelica, che porta al MI AMI il suo nuovo singolo interamente dedicato a Milano e il cui titolo è quasi un ossimoro, “Milano Mediterranee”. La leader dei Santa Margaret lo presenta in un Festival che per lei rappresenta una medaglietta d’onore per la città di Milano. Con un susseguirsi di basso, chitarra e tastiera, emerge il suo sguardo distaccato sulla città dopo averci vissuto per diverso tempo. Ma ecco la prima sorpresa del Festival, Angelica porta con sé sul palco Matteo Mobrici e Miles Kane. Sì sì, proprio lui, l’artista di Liverpool dal rock dirompente, che duetta con la cantautrice in una speciale e super intensa performance di “Amarsi un po’”.

Foto Enrica Falco

A proposito di nuovi progetti ecco Dente, accompagnato alla sua amata e inseparabile chitarra, con “Hotel Souvenir”, nuovo disco che arriva tre anni dopo l’omonimo “Dente”, prodotto da Federico Nardelli. Intenso e poetico con sonorità da una parte riconoscibili, dall’altro inedite – Dente è in grado di stupire anche il suo più attento e fedele fan.

Foto Enrica Falco

È il momento di una bella (davvero bella!) penna: Filippo Uttinacci, aka Fulminacci, nella sua unica data estiva, arriva al Magnolia con il suo cantautorato romantico e la sua ironia pungente. I suoi due nuovi singoli “Ragù” e “Simile” ci trasportano subito in lidi lontani. Il cantautore romano, grazie alla sua forza interpretativa e versatilità, ci fa da un lato sognare, dall’altro spalancare gli occhi sulla molteplicità delle sfaccettature che caratterizzano l’umanità.

Foto Enrica Falco

Sono le 23.25, il palco (grande) Dr. Martens è inaccessibile. C’è chi tenta di avanzare dal lato destro che separa l’interno del Magnolia dall’esterno, ma resta intrappolato senza neanche riuscire a varcare la soglia; c’è chi, trovandosi già all’esterno, si destreggia in uno slalom quasi malsano tra un flusso di persone in continuo aumento; e chi, al centro, di fronte al palco, sgomita e riesce a malapena a respirare ma, per Fausto e California, questo e altro. Gli attesissimi Coma Cose ci “promettono che potranno sempre ritornare al… MI AMI”! Un super ritorno il loro, sul palco del Magnolia, dopo ben quattro anni dal loro esordio al Festival con il primo disco “Hype Aura”! Beh che dire, siamo tutti pronti a cantare a squarciagola i loro pezzi, dai meno recenti “Beach Boys distorti” e “Anima Lattina” ai nuovi “Fiamme negli occhi” e “L’Addio”. L’emozione è tanta, troppa, le scintille divampano negli occhi e nei cuori di un pubblico che partecipa attivamente alle performance immaginando anche la storia personale del duo, dalla rottura alla riappacificazione fino al loro prossimo convolare a nozze. È un vero e proprio incendio quello a cui assistiamo a quasi fine giornata, la seconda di un Festival che non ci fa andare a casa tristi solo perché sappiamo che domani ci saremo ancora.

Foto Enrica Falco

Siamo alla terza e ultima giornata della rassegna (che peccato!), e la festa non può che continuare con Abe, Ada Oda (Be), Addict Ameba, Arssalendo, Bud Spencer Blues Explosion, Colombre, Cosmo (unica data estiva), Deki Alem (Se), Delicatoni, Federico Dragogna, Ginevra (Diamanti Live Experience), Il Mago Del Gelato, Jfs Wet Orchestra, Jockstrap (Uk), Le Luci Della Centrale Elettrica (Vasco Brondi – Performing Canzoni Da Spiaggia Deturpata), Levante, Placard Wind Quintet (Plays Plantasia Unplugged), Tony Scorpioni.

A cinque anni dall’ultimo disco, ecco i Bud Spencer Blues Explosion: Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio con un doppio singolo, sul palco Sephora, sono pronti a condurci in una dimensione altra con il loro flusso continuo di chitarre e batterie che pulsano. Suoni a tratti riconoscibili a tratti innovativi, tecnica iper precisa, energia esplosiva si combinano perfettamente facendoci vivere un trip pazzesco, quasi ipnotico.

Foto Enrica Falco

Sono le 21.15 ed ecco un altro artista super atteso: a cinque anni dall’ultimo live e a ben quindici anni dal suo disco d’esordio, Le luci della centrale elettrica, Vasco Brondi, è pronto a riproporre per intero “Canzoni da spiaggia deturpata”, accompagnato da un ospite d’eccezione, Giorgio Canali.

Foto Enrica Falco

Nonostante gli anni passati, il disco continua a dilaniarci dentro: pura poesia urbana, rabbiosa dolcezza che è capace di sconvolgerci e al tempo stesso scuoterci, ieri come oggi. Spietato come solo un ragazzo di provincia può essere, vero solo come Vasco da Ferrara è in grado di essere, capace di urlare e di urlarci in faccia i tempi duri che viviamo. Cos’altro aggiungere? Abbiamo perso la voce urlando in loop “Che ci fregano sempre” di “Cara Catastrofe” e abbiamo pianto un sacco, lacrime non prive di speranza, con “Ci sono i dettagli per l’estate in Tibet, c’è la morte di tuo padre un’esplosione interstellare, c’è il cielo azzurro immenso dopo il temporale, dopo il temporale“ di “Chakra”.

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Ma cosa ci facciamo ancora in fila per la birretta delle quasi 23? Corriamo al palco grande, sono le 22.45 e – super surprise – fa la loro apparizione sul palco del MI AMI un’accoppiata inedita, i Baustelle e Tommaso Paradiso; insieme, sì sì, due assoluti e indiscussi talenti della musica pop presentano, in set acustico, il nuovo brano “Amore indiano”, un inno da urlare tutti uniti sotto il cielo di Milano. Romanticismo struggente e melanconica disperazione, propria di due mondi musicali per alcuni aspetti molto diversi tra loro ma non senza tratti in comune, come la passione e la nostalgia, si incontrano e danno vita a una magia unica che ci arriva dritta al cuore, strappandocelo. Ma prima ancora del nuovo brano, voce e chitarra si combinano sapientemente ed elegantemente con una versione inedita, intensa e poetica di “Charlie fa surf” a cui segue “Non avere paura” per passare poi a “La guerra è finita” e “Completamente”: Bianconi e Tommaso si passano la palla con una spontaneità tale da non capire quasi più chi canta i pezzi di chi. Tanta, tantissima, troppa roba.

Foto Enrica Falco

Le emozioni non sono ancora finite, sono le 23.15, non abbiamo il tempo di riprenderci che arriva “Marco, sono tutte cazzate”, come canta Marco Jacopo Bianchi, aka Cosmo, in uno dei suoi pezzi cult “Cazzate”. Chiusa migliore non poteva esserci. Più di un’ora e mezza, senza interruzioni, di live, braccia che si sollevano verso il cielo, corpi che ballano senza sosta, con tanto di “e toglieteli sti cellulari, basta, godetevi il momento, vivetevelo” – queste su per giù le parole di Cosmo. Il suo è un inno a lasciarsi andare, a perdersi letteralmente. La vera connessione non deve avvenire tra gli smartphone, ma tra corpi e sudori. Synth, bassi, voce, suoni, luci, colori, il suo show è tutto questo e sprigiona un’energia tale da inebriarci, il sangue ci ribolle in corpo e il momento che viviamo è una vera e propria catarsi in cui espiamo i nostri peccati più reconditi. Dall’elettronica pura che ci fa dimenare passiamo a momenti più intimistici e di raccoglimento con brani come “Quando ho incontrato te” e “Sei la mia città”. Ma su “La musica illegale” non possiamo che scatenarci di nuovo in un crescendo di stati d’animo intrisi solo di good vibes! Siamo davvero all’atto finale: Cosmo, nella sua unica data estiva, strikes again: ci invita a salire sul palco e canta con il suo pubblico “L’ultima festa” e “La verità” per chiudere divinamente la festa.

Foto Enrica Falco

È tempo di lasciare il mare di Milano e di tornare a casa ma, mentre ci avviamo verso i cancelli, l’Istituto italiano di cumbia, al palco MI FAI, con “Bella Ciao”, dà ufficialmente fine al Festival. L’adrenalina ci resta nel corpo, lo stupore negli occhi; all’uscita leggiamo “Al Prossimo bacio” e pensiamo, se c’è stato, wow, se non c’è stato, ci sarà di sicuro e sarà super intenso da lasciarci senza fiato, proprio come il MI AMI Festival.

 

 

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