Milano Parla Piano: la prima volta in italiano di Wrongonyou

A distanza di poco più di un anno da Rebirth, pubblicato nel 2018, è uscito il 18 ottobre il nuovo album di Wrongonyou, Milano Parla Piano, il primo interamente cantato in italiano.

Wrongonyou è lo pseudonimo di Marco Zitelli, musicista romano nato nel 1990: artista che fino a oggi ci ha abituati alla sua perfetta pronuncia inglese e che ora ha deciso di mettersi ulteriormente in discussione passando dall’inglese all’italiano. Un modo, come ha raccontato lui, per mettersi a nudo davanti al suo pubblico e comunicare le sue storie e le sue emozioni senza più filtri.

Ad anticipare l’album ci hanno pensato due canzoni, che hanno dato inizio a questo viaggio verso il nuovo mondo, tutto italiano, di Marco: prima Mi sbaglio da un po’, poi l’ultimissimo singolo, Solo noi due.

È così forte il vento stanotte
Ma noi siamo montagne stanche, indivisibili e selvagge
Se fossi qui non te lo direi che mi fa ancora male
Vederti salutare quando vai via
E io che mi chiedo ancora come stai

 

Ironicamente l’album inizia però proprio in inglese: la prima traccia, Atlante, si apre con la voce di Marco che ripete “This is Wrongonyou”, quasi a voler rassicurare i suoi fan che si tratta ancora di lui, solo… in una veste diversa, in una lingua diversa che semplicemente è la sua.

Ma è chiaro sin da subito che il sound di Wrongonyou non è cambiato: è cambiata la lingua, non il messaggio e non la musica, se non con l’aggiunta di nuovi strumenti come batterie programmate, corni francesi e loop di voci pitchate che ne hanno modernizzato le melodie.

Questi apparentemente piccoli passi che Marco ha mosso verso musicalità più attuali, lo hanno parzialmente ma non totalmente allontanato dalle sue radici indie-folk stile Bon Iver, immergendolo in un pop acustico ben riuscito, sia in fase di scrittura che di arrangiamento.

Se il singolo Mi sbaglio da un po’ è un vero e proprio inno al farsi forza anche in quelle situazioni in cui si ha paura della malinconia, rafforzato in alcuni punti da trascinanti cori dall’eco gospel, l’altro singolo invece,  Solo noi due,  ha un sound fresco completato da un canto intenso e sincero: protagonista è la quotidianità di due innamorati e la loro costante voglia di stare insieme.

Siamo d’accordo
La sveglia l’ho appena spostata
La doccia in due per fare prima
Poi cercarsi appena girata la strada
Mi mancherai questa mattina

 

In ogni brano del disco uscito per Carosello Records, Marco trattiene la cifra stilistica della sua timbrica e dei suoi suoni vicini al panorama americano e nordeuropeo, tratti che ha potuto mantenere anche grazie al lavoro con alcuni dei più affermati autori e produttori italiani (Dardust, Zibba, Katoo e altri).

La settima traccia Perso ormai è una ballata che arriva tra una dichiarazione d’amore e l’altra, una canzone che racconta degli errori, delle porte in faccia, delle delusioni e di quello con cui dobbiamo spesso confrontarci, senza per forza uscirne vincitori. La sensazione è quella di una nostalgia agrodolce con cui ormai è tempo di imparare a convivere.

A chiudere l’album invece Ora e la sua coda di 48 secondi OutrOra. Un flusso di pensieri e di domande retoriche, di quelle che risuonano nella testa di notte o sotto la doccia, e che si fa fatica a trasformare in voce. Marco però ci riesce, anche attraverso una cantilena stanca, ed arriva ad una consapevolezza “faccio quello che posso con quello che ho, o con quello che vorrei”.

L’album Milano Parla Piano è un album ben fatto, piacevole da ascoltare in casa a tutto volume ma anche nelle cuffie durante un viaggio in autobus, così come decisamente lo sarà dal vivo. Wrongonyou è riuscito a mantenere intatte le sue sonorità e la sua vocalità, nonostante il passaggio dalla lingua inglese all’italiano e anzi ci ha permesso di apprezzarne ancora di più il talento nella scrittura, in una lingua familiare.

Musicalmente si tratta di un disco diretto, un lavoro che rappresenta appieno la proposta musicale di Marco e la sua capacità di trasmettere un senso di calma già dal primo ascolto, una sensazione che oggi si fa fatica a trovare altrove.

Exit mobile version