MONEY – Suicide Songs

Ho questa crisi di personalità, perché mi vedo più come scrittore che musicista, e la maggior parte dei miei sforzi vanno in questa direzione”, così si è raccontato recentemente Jamie Lee in un’intervista al Guardian. L’argomento lo abbiamo già toccato: i poeti si stanno rifugiando nella musica? Jamie ama Bob Dylan, voleva essere Bob Dylan, voleva dire qualcosa con la musica, e chissà in quanti hanno desiderato di ripercorrere le orme del leggendario Zimmerman. Facendo i conti con le sue aspirazioni e i suoi tentativi, la domanda da un milioni di dollari ora è: ci è riuscito con questo nuovo album dei MONEY?

Suicide Songs non è un disco sul suicidio come potrebbe sembrare dal titolo e dall’equivoca copertina, che ci mostra un Jamie alle prese con un coltello che colpisce diritto alla testa, senza ferire. La tristezza sembra comunque essere il sentimento dominante del disco, pezzi come You Look Like a Sad Painting on Both Sides of the Sky confermano questa vena malinconica tutta inglese. La band di Manchester, che non ha mai saputo e voluto scegliere tra Joy Division e Smiths, ci racconta una perdizione intensa, di quelle da assaporare lentamente, come sigarette troppo corte da non consumare subito.

Il Cocaine Christmas and an Alcoholic’s New Year che chiude il disco è significativo dei tormenti interiori di Lee, che ci tiene a raccontarci i suoi demoni alcolici e le sue inquietudini profonde. Tutta la scapigliatezza dei MONEY viene fuori già dalla prima traccia, I Am The Lord, in cui i travagli di Lee si dipanano in un’atmosfera indian-pop, a tratti ripresa in Night Came, vero mostro grigio da affrontare a muso duro. Il disco è complesso, si divide tra vecchi richiami dell’era brit-pop inglese, e un cantautorato à la Morrissey. Ma la ricerca di espressione di Lee sembra ancora non compiuta del tutto: come dire le cose perfettamente dentro la musica sarà la sua prossima sfida.

Chitarre, mostri, sogni, visioni, inquietudini: Suicide Songs dei MONEY scava profondamente nella voglia di lasciare il segno di Jamie Lee. Il talento c’è tutto.

Exit mobile version