Morire per una scatola di sigari, il fuoco a Ferguson

Ferguson, periferia di Saint Louis, Missouri. È la notte del 9 agosto, Micheal Brown, 18 anni appena diplomatosi nella sua high school, sta andando verso casa della nonna quando Darren Wilson, per questioni ancora poco chiare, lo fredda con alcuni colpi di pistola. Micheal era disarmato e la sua fedina penale pulita, ma era nero e, in alcune zone, è già indice di sospetto. Esplodono le proteste che, da pacifiche, si tramutano in vere e proprie guerriglie suburbane, la miccia di risentimento che aspettava solo la scintilla esplode. La polizia rilascia un video di una telecamera a circuito chiuso di un piccolo drugstore dove, poco chiaramente, appare un ragazzo nero, indicato essere Micheal Bwon, rubare una scatola di sigari da 49,99$. Nessuno crede a questa storia, le proteste non si calmano, i negozi vengono saccheggiati, la polizia ricorre alle armi e alla forza. 16 agosto, il governatore Nixon dichiara stato di emergenza e applica il coprifuoco. Per Micheal Brown, come per Eric Garner o Trayvon Martin, la verità difficilmente verrà a galla, mentre Ferguson va a fuoco.

Le foto sono di autori vari, tutti i diritti appartengono agli stessi.

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