Nazionale Italiana Band/Artisti per Regione

Uno studio americano a cura di Paul Lamere della piattaforma musicale The Echo Nest ha provato a calcolare quali sono i musicisti più seguiti per ogni stato americano a partire dal numero di stream: per esempio nella California in cui convivono surfisti e nerd trionfa Bonobo, mentre dall’altro lato della costa il Maine è tutto dei REM (particolare significativo che l’Illinois se lo aggiudichi Sufjan Stevens, autore di un album dal titolo Illinois, che a questo punto pare vada forte in quella zona). Qui sotto non troverete il calcolo degli stream per regione, ma più banalmente una suddivisione di band e musicisti della ”scena indie” per provenienza. Sfogliate pure la nostra slide qui sotto o andate a prendervi l’elenco integrale. Ovviamente, se abbiamo dimenticato qualcuno, segnalatelo pure nei commenti. P.S. non prendeteci troppo sul serio, mi raccomando…

VALLE D’AOSTA

La scelta era povera, però abbiamo cercato bene e alla fine hanno trionfato gli emo dARI, un po’ per mancanza di alternative, un po’ perché l’unico contraltare della sfida era il canto partigiano di Bella Ciao che, a quanto si narra, è stato inventato sui monti valdostani in lotta.

PIEMONTE

Okay, negli ultimi tempi il Piemonte ci regala belle ebbrezze di sound, basta pensare a quei Did che ci fanno ballare, e seguono visceralmente l’ondata danzereccia di gruppi come i Drink To Me (da cui poi si è smembrato il progetto parallelo di Cosmo, con la stessa attitudine). Del resto questa è la terra di Motel Connection e luci sparate negli occhi ai concerti dei Subsonica. Terra che ci ricorda Sanremo per tanti motivi: è qui che è nato Luigi Tenco, è qui che si sono formati i Perturbazione. In sintesi? Tolto Tenco, che diserta con un colpo di pistola, puntiamo sui Marlene Kuntz.

LOMBARDIA

Basterebbe dire Verdena, Scisma (e quindi Paolo Benvegnù) e Cristina Donà per fare un po’ di storia. Se aggiungi poi gli Aucan, gli Amor Fou di Alessandro Raina e Giuliano Dottori, i neo-benvenuti Iori’s Eyes e Fine before you came, la Fuzz Orchestra e persino L’officina della camomilla, ti accorgi che la Lombardia ha una sua tradizione di musica alternativa con picchi di diversità e un bel ricambio generazionale. C’è però chi resiste, e parliamo di una band sempreverde che mai muore, gli Afterhours di Manuel Agnelli.

TRENTINO ALTO ADIGE

In questo momento (cfr. 2014) i due prodotti più importanti del Trentino sono lo speck e Giorgio Moroder. Giorgio Moroder che collabora all’ultimo album dei Daft Punk, con quel pezzo named track che è diventato già memorabile. A sfidare il giorgione nazional-trentino c’era l’elettronica de La Casa Del Mirto: troppo facile scegliere.

FRIULI VENEZIA GIULIA

Chi lo penserebbe che la patria di Renga ed Elisa poi ti sforni anche un Theo Theardo da Pordenone? Che la patria dei Prozac+ ti tiri fuori una tradizione indie che va dagli Amari ai Tre Allegri Ragazzi Morti? Hanno vinto loro, i Tre Allegri, e non solo perché abbiano un fumettista da battaglia come front-man, ma perché sono gli apripista dello scenario indie friuliano. E perché The Sleeping Tree è ancora troppo poco conosciuto.

VENETO

Pier Paolo Capovilla sta sul cazzo a tutti e a nessuno, ma vince in Veneto con Il Teatro Degli Orrori anche se la sfida era tosta: ha dovuto sbaragliare i Non voglio che Clara e gli stra-acclamati Bloody Beetroots. Veneto terra che sforna anche progetti solisti di sensibilità diverse come quello di Alessandro Grazian, della padovana Tying Tiffany e di Nicola Manzan con Bologna Violenta. Per chi non si accontentasse tiriamo fuori il nome dei Frigidaire Tango.

LIGURIA

La terra del cantautorato di De Andrè, Fossati, Bindi, della scuola genovese, del festival della musica italiana, in questo momento non ha più una vera e propria tradizione in questo senso. C’è quel cantautore emergente, Corrado Meraviglia, o band indie come i Numero 6. Ma stavolta e per ora, vincono gli Ex Otago.

EMILIA ROMAGNA

Sulla musica indipendente e non in Emilia Romagna si potrebbe scrivere un trattato, che parte dal punk dei CCCP e arriva ai giorni nostri coi vari progetti di Jonathan Clancy, tanto per dirne uno (Settlefish, A Classic Education, His Clancyness). Si potrebbe virtualmente tirare una linea ideale tra che cos’è l’Emilia di Giorgio Canali e che cos’è la Romagna di Casadei; raccontare come Bologna diventi un centro dove nascono e si incrociano gruppi come i Massimo Volume, fino a spostarsi alla provincia alternativa dei Giardini di Mirò, Le luci della centrale elettrica, Offlaga Disco Pax. E ancora quelli che sono così indie come Lo stato sociale e Gazebo Penguins, la dance degli M+A, l’attitudine dei Cosmetic, la raffinatezza dei Julie’s Haircut, l’urlo de La Quiete. E persino roba come i Modà. Insomma, l’Emilia Romagna forse vince la sfida per quantità e qualità, ma abbiamo scelto Dente, Peveri Giuseppe, come volto indie dell’Emilia e della Romagna, ultimamente lanciatissimo. Forse abbiamo fatto una cazzata.

TOSCANA

La terra che fu patria della new wave italiana con Diaframma e Litfiba, è oggi la terra di Appino, ovvero degli Zen Circus, ma anche del pop meno disturbato (e quindi più mainstream) dei Negrita. In mezzo il cantautorato di Alessandro Fiori, e di quei Virginiana Miller che restano una delle belle faccende indipendenti italiane, progetti alternativi come quelli dei Blue Willa e degli Appaloosa. Intanto si affaccia la nuova guardia del made in Tuscany, dai King of the Opera a Unepassante (che però è siciliana d’origine). Chiaramente la copertina va alla band più influente dell’ultimo decennio in Italia: i Baustelle.

UMBRIA

La gara umbra non era dura: da un lato avevamo Rafael Gualazzi e Amalia Gré (roba per palati sopraffini), dall’altra band emergenti come gli Tiger! Shit! Tiger! Tiger!. Alla fine abbiamo optato per il gruppo più indie della zona, quello che ha prodotto Appino e ha collaborato con Bologna Violenta: Fast Animals and Slow Kids.

MARCHE

Le Marche, e in particolare Pesaro, hanno avuto negli ultimi anni un’improvvisa escalation di fiorenti band marchigiane, in particolare per la scena shoegaze. Se facciamo eccezione per il progetto hardcore di Alessandro Baronciani, gli Altro, e per quella Maria Antonietta che si dà piuttosto al cantautorato urlato femminile, restano tre fiori all’occhiello dall’attitudine post punk / new wave: Be Forest, Brothers in Law e Soviet Soviet. In copertina ci vanno gli ultimi, a rappresentanza.

ABRUZZO

In alcune cartine italiane l’Abruzzo non ha un vero e proprio confine con il Molise: la regione si chiama semplicemente Abruzzi e Molise (presto capirete la premessa). In Abruzzo è nato Ivan Graziani, ma c’è poco da raccontare intanto, e così la palma della copertina va a Il santo niente di Umberto Palazzo, anche se impazza la mania dei Management del dolore post-operatorio. Ma l’ironia vuole che:

MOLISE

Perché il Molise è diventato la barzelletta dell’Italia, con narrazioni del tipo: ma che cos’è il Molise? Semplice: perché quando vai a fare questi giochi poi vince Tony Dallara.

LAZIO

Roma è passata da Antonello Venditti a I Cani quasi per via diretta, quindi Niccolò Contessa diventa rappresentante della romanità laziale, del Circolo degli Artisti e di tutto lo sciamo glamour-indie abbastanza in fretta. Dalla Roma proto-felliniana-ferrilliana, che apre le piste a Sorrentino, fino a quella dello scenario indie e sotterraneo, che poi si chiama dietro progetti come I Quartieri e i Testaintasca. Intanto Mannarino manda avanti i suoi canti a memoria, con un The Niro in sottofondo, e un Porcelain Raft romano che emigra negli Stati Uniti per far fortuna. Si dirà che anche i Tiromancino sono nati a Roma, dall’altro lato della carreggiata, verso l’underground, gli Zu e i Bud Spencer Blues Explosion.

CAMPANIA

La Campania pone insani drammi esistenziali, come quelli della musica neomelodica asso-pigliatutto, e poi ancora le radici dialettali napoletane dei 99 Posse e dei 24 Grana, e progetti riconoscibili in tutto il mondo come made in Naples quali Pino Daniele e Almamegretta. Non c’è solo questo: c’è l’Irpinia di Vinicio Capossela, e l’agro-nocerino di Neffa. In fondo c’è anche l’indie nella grande Campania, se si pensa a come gli A Toys Orchestra siano riusciti ad emergere con sound totalmente differenti. Restando nel napoletano non possiamo certamente dimenticare i Foja, e i Fitness Forever. E quindi, amen.

PUGLIA

Questa scelta probabilmente non sarà amata, ma forse c’è stata una ragione legata al vino se i Negramaro si sono aggiudicati la copertina pugliese. O forse è stata una media, tra il reggae del Salento, Al Bano, Caparezza e la Amoroso, e progetti dal sound un po’ diverso come A copy for collapse ed Eels on Heels. In fondo in Puglia c’è anche un po’ di pop-porno alla Il Genio. E La Fame di Camilla.

BASILICATA

Sarebbe facile scegliere Arisa: è cresciuta in Basilicata, ha vinto Sanremo (due volte!), gode di autori della scena indie per il suo ultimo album, quali Dimartino e Dente. Sarebbe facile, veramente un gioco da ragazzi. Noi scegliamo i Joycut.

CALABRIA

Rino Gaetano è calabrese, in Calabria ha iniziato a dar vita allo stile Rino Gaetano. Brunori Sas è calabrese, in Calabria ha iniziato a cantare come Rino Gaetano. Ai margini ricordiamo Il parto delle nuvole pesanti.

SICILIA

Se l’Emilia Romagna vince per la quantità/qualità di progetti che nascono in quella zona come funghi nel post-pioggia, la Sicilia sembra trionfare sul fronte dei cantautori: sarà che è terra brada e solitaria, ma non ci sembra tanto un caso che poi sull’isola siano nati Franco Battiato e Carmen Consoli, Dimartino e Nicolò Carnesi, Cesare Basile e l’uomo da copertina che scegliamo per la nuova generazione indipendente: Lorenzo Urciullo, aka Colapesce. Okay, non dimentichiamo progetti importanti come gli Uzeda, e quegli altri meno fondamentali come i Marta sui tubi.

SARDEGNA

Da isola ad isola arriviamo alla Sardegna, che impone importanti riflessioni sulla presenza in contemporanea di Valerio Scanu e Marco Carta. Però c’è qualcosa che si muove pure sull’isola lontana che ospitò De Andrè, per esempio la nuova scena indipendente sarda. Iosonouncane è probabilmente ancora il più famoso, ma seguono a bei passi Hola la poyana, Diverting Duo e Was.

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